venerdì,Aprile 26 2024

Via Filippini: quel tratto spettrale tra saracinesche abbassate e case che cadono in pezzi

Eppure si tratta di una centralissima storica strada del commercio, da sempre molto frequentata

Via Filippini: quel tratto spettrale tra saracinesche abbassate e case che cadono in pezzi

C’è un tratto della via Filippini che, tra saracinesche abbassate e palazzi che cadono in pezzi, fa paura. Anche a passarci nel primo pomeriggio, quando la città riposa. Per non parlare della sera. Stiamo parlando del tratto di via Filippini dopo piazza Orange, per due isolati, in direzione Nord. E se da un lato, grazie a nuovi negozi piazza Orange cerca di fare da traino e di movimentare quel segmento della via, questo non succede appena dopo.

È tutto un susseguirsi di serrande di negozi abbassate, di sporcizia, di scritte sui muri. Una grande tristezza per chi in quelle strade ha vissuto la propria infanzia. Eppure via Filippini è la storica via del commercio, molto frequentata: centralissima, qualche traversa sopra il corso, appena una sopra la via Aschenez. Una volta c’erano tantissimi negozi: abbigliamento, calzature. Poi, colpa della crisi forse, uno ad uno, gli esercizio commerciali si sono spenti per lasciare posto alla desolazione. Così, a guardarlo adesso, quel pezzo di strada sembra di essere in piena periferia.
Solo pochi esercizi commerciali “sopravvissuti”, animano quel tratto: una profumeria, una tabaccheria che ha preso il posto di quella storica, che stava di fronte costretta a chiudere qualche anno fa. E poi un andito adibito alla distruzione automatica di bibite, aperto di recente. Per non contare il fatto che, nei paraggi c’è il mercato coperto, quel mercato a cui l’amministrazione comunale aveva cercato di dare nuova vita. Accanto c’è anche la sede del museo del bergamotto. Tra la malinconia delle serrande chiuse fa capolino anche il cartello che indica di trovarsi in presenza di un bene confiscato. A questo si aggiunga che più di un palazzo è assai vetusto, anche quelli in cui campeggiano i cartelloni “vendesi”, che dovrebbero essere completamente ristrutturati (con gravi costi) difficilmente troveranno il modo di rinascere.

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