venerdì,Aprile 26 2024

Interdittive antimafia incostituzionali se impediscono il sostentamento? Parola alla Consulta

Il Tar accoglie l'eccezione d'incostituzionalità dell'avvocato reggino Giacomo Falcone e solleva la questione davanti alla Corte costituzionale

Interdittive antimafia incostituzionali se impediscono il sostentamento? Parola alla Consulta

Il decreto legislativo sulle interdittive antimafia è costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede la possibilità, per l’autorità prefettizia di valutare il venir meno dei mezzi di sostentamento del titolare dell’impresa sottoposto a interdittiva. E’ questa la tesi sostenuta dall’avvocato reggino Giacomo Falcone che ha eccepito la questione dinanzi al Tar di Reggio Calabria, il quale ha ritenuto di sollevare questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale, ritenendo fondata l’eccezione dell’avvocato Falcone. 

Nello specifico, il caso riguarda un provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Reggio Calabria, con il quale veniva contestato alla titolare di una ditta individuale l’essere coniuge di una persona a processo per associazione mafiosa; di avere rapporti di parentela/affinità con persone gravate da procedimenti per fatti di mafia; l’inserimento dell’attività in un territorio nel quale opererebbe la cosca mafiosa della quale sarebbero intranei i congiunti del ricorrente. Un aspetto importante è quello che concerne la persona direttamente interessata dal provvedimento di interdittiva: la stessa, infatti, non risulta gravata da procedimenti penali. «Si confida in un intervento della Corte costituzionale – spiega il legale – che riequilibri delle evidenti storture della normativa in materia di prevenzione antimafia come ha fatto in molte altre occasioni.

Contrariamente a quanto prima facie si possa pensare, le “limitazioni e i divieti” non riguardano soltanto i rapporti con la Pubblica Amministrazione ma  l’esercizio di qualsivoglia impresa e autorizzazione. Lo strumento in questione, per quanto possa essere efficace per il contrasto del fenomeno mafioso, presenta rilevanti profili di compatibilità costituzionale e comunitaria».Non rimane che attendere, dunque, la pronuncia della Corte costituzionale che potrebbe stabilire un principio che andrebbe a rivoluzionare non poco la materia delle interdittive antimafia, sulla quale – per unanime opinione – dovrebbe essere sottoposta a profonda riforma.   

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