lunedì,Maggio 13 2024

Caso Reggina, Reggio Sette punto zero: «La città si riappropri della sua identità e della sua storia»

Le considerazioni dell'organizzazione politica presieduta da Ernesto Siclari

Caso Reggina, Reggio Sette punto zero: «La città si riappropri della sua identità e della sua storia»

«Reggio si scuote per la sua Reggina e seppur già avrebbe potuto e dovuto farlo per le condizioni di
vita in cui si ritrova, è fatto importante, senza dubbio un segno di attaccamento identitario dal quale
bisogna provare a ripartire. Tuttavia, argomentando per logica, in questo momento dobbiamo
aspettare le motivazioni del Tar e comprendere se ci sono margini sufficienti per l’impugnativa al
Consiglio di Stato. Per cui, soltanto dopo un eventuale rigetto al CdS la scongiuranda (ma sempre più
verosimile) ipotesi di una alternativa seria e capace di sostenere tra i dilettanti il peso della gloria
della nostra squadra va seriamente presa in considerazione. Fino ad allora, mia cara Reggio puoi
pregare e tenerti pronta al peggio, affidarti agli uomini, ai tuoi figli, che si battono per te nei luoghi
del potere (qualcuno lo sta facendo davvero)
; perchè se anche questa flebile speranza che ci rimane
(il CdS ha spesso ribaltato le pronunce dei Tar, anche se non ci credo più nemmeno io) dovesse
trovare delusione, non resta che ripartire ancora una volta dal basso, dalla gavetta, dai campi
polverosi della provincia, dove la Reggina ha forgiato i suoi tifosi più fedeli…, quelli che nemmeno in
questi momenti ti lasciano sola
».

È quanto si legge nella nota di Ernesto Siclari, presidente dell’organizzazione politica Reggio Sette punto zero.


«Ma non basta la veemente reazione che in questi giorni è animata da una pervadente voglia di rivalsa
che sta facendo persino pensare a qualcuno di rivedere lo stesso nome, Reggio, liberandolo da
ulteriori specificazioni regionalistiche.

Di troppe cose perdute dovremmo riappropriarci a cominciare dalla identità, dalla memoria storica,
dal remoto nobilissimo passato, calpestato da veri sadici in decenni di abusi, arroganza e sciatteria,
approssimazione e accidia rancorosa e sterile quanto l’erba dell’invidia.
L’ignoranza tarpa le ali alla propria esistenza, e ignorare perfino noi stessi e le nostre origini ci ha resi
vulnerabili e rassegnati ad un destino che chi mise le prime pietre sbarcando alla foce del Calopinace
mai avrebbe augurato e previsto.
Reggio deve ripartire dalla scuola, dalle famiglie, dai nonni che ancora forse la ricordano città
giardino bella e gentile, provando a ricostruire il senso della comunità smarrito nel tempo, l’orgoglio
di conoscere chi siamo, la forza di quel leone, simbolo di una Reggio pitagorica che i più ignorano:
stampato sulle monete della Rhegion del 400 a.c. e finito nell’oblio di un popolo che non si riconosce
più nello specchio del tempo. Ecco, quel fiero leone dimenticato è il nervo scoperto di una comunità
che ha perso, per proprie responsabilità, il coraggio di vivere all’altezza della sua storia.
Un orizzonte di riscatto va cercato al più presto», conclude Ernesto Siclari, presidente dell’organizzazione politica Reggio Sette punto zero.

top