venerdì,Maggio 10 2024

Caso Miramare, le motivazioni: Falcomatà e gli ex assessori assolti grazie alla mancata convenzione successiva alla delibera

La Cassazione deposita le motivazioni della sentenza con cui ha assolto il sindaco e l'ex giunta. Decisiva la scelta della dirigente Spanò di non dar seguito al contenuto della delibera configurando una desistenza volontaria

Caso Miramare, le motivazioni: Falcomatà e gli ex assessori assolti grazie alla mancata convenzione successiva alla delibera

«È stato prospettato che alla delibera non fu data esecuzione, in quanto la dirigente Spano, che avrebbe dovuto curare la stipula della convenzione attuativa, da cui sarebbe derivata la consumazione del reato, dispose, alla fine di agosto 2015, dopo un’informale confronto con l’associazione, che non si procedesse più alla predisposizione della convenzione, ma si passasse subito alla fase connotata da evidenza pubblica, che avrebbe in effetti avuto corso fino alla scelta di un soggetto diverso dall’associazione “Il sottoscala”. È stato dunque dedotto che sarebbe configurabile un’ipotesi di desistenza volontaria».

È questo il rilievo difensivo che la Corte di Cassazione ha ritenuto fondato e che ha portato alla sentenza con cui i giudici, il 25 ottobre 2023, hanno annullato senza rinvio la condanna nei confronti del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e dei componenti dell’ex giunta comunale. Con lui, oltre all’imprenditore Zagarella, erano imputati anche l’ex segretario generale del Comune, Giovanna Acquaviva, l’ex dirigente Maria Luisa Spanò, l’assessore in carica ai Lavori Pubblici, Giovanni Muraca, e gli ex assessori Saverio Anghelone, Armando Neri, Patrizia Nardi, Giuseppe Marino, Antonino Zimbalatti e Agata Quattrone. Furono condannati per abuso d’ufficio e assolti dal reato di falso, in primo grado. In Appello, i giudici avevano deciso per 6 mesi di reclusione nei confronti dei componenti dell’ex giunta comunale.

Un “caso” che ha sollevato un polverone, considerando i risvolti politici ed amministrativi, che l’intera città ha vissuto, soprattutto, dopo l’8 novembre 2022 quando, la Corte d’Appello di Reggio Calabria aveva confermato la condanna, emessa il 19 novembre 2021 in primo grado, per il sindaco di Reggio Calabria a 1 anno di reclusione, prorogando la sospensione in forza della Legge Severino. Anni di limbo, udienze, accuse e difese annullate senza rinvio. L’affidamento diretto del bene all’associazione “Il Sottoscala”, dell’imprenditore Paolo Zagarella da parte della Giunta comunale non era passata inosservata. Nel mirino erano finiti i rapporti tra Falcomatà e Zagarella. Una vicinanza che, nelle motivazioni della sentenza, viene evidenziata come «argomento non decisivo».

Anzi, per la Cassazione il fatto che l’associazione di Zagarella non abbia mai avviato alcun tipo di attività all’interno del “Miramare”, nonostante l’affidamento diretto, mostrerebbe la mancanza di un passaggio: la convenzione. Infatti, si legge nelle motivazioni, «deve dunque ritenersi che la delibera avesse posto le condizioni per il rilascio di quel titolo costituisse dunque atto idoneo, inequivocamente rivolto al conseguimento di quel risultato, che tuttavia non era ancora in atto, occorrendo l’ulteriore passaggio attuativo, costituito dalla convenzione. È dunque fondato l’assunto difensivo, secondo cui sarebbe stata semmai configurabile un’ipotesi di delitto tentato».

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