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Boccioni, 140 anni fa nasceva a Reggio il genio dell’arte in movimento

Il pittore e scultore scrisse con Filippo Tommaso Marinetti il Manifesto dei Futuristi. Nella Città dello Stretto numerose le iniziative per celebrarlo

Boccioni, 140 anni fa nasceva a Reggio il genio dell’arte in movimento

Fine indagatore e maestro della rappresentazione visiva degli spazi e della materia in continua trasformazione, Umberto Boccioni fu precursore di una nuova e geniale estetica del movimento, anticipatore del tempo a venire, interprete di un nuovo rapporto tra arte e vita.


Scrisse con il poeta Filippo Tommaso Marinetti il Manifesto dei pittori futuristi nel 1911 e il Manifesto tecnico del movimento futurista l’anno precedente.

L’estratto di nascita tra i documenti dell’Archivio di Stato reggino

L’estratto documenta la sua nascita avvenuta al numero 41 di via Cavour a Reggio Calabria, nel 1882, in data 19 ottobre e registrata il 23 ottobre dal padre Raffaele Boccioni. In foto il documento pubblicato su concessione numero 6 del 2022 del Ministero della Cultura – Archivio di Stato di Reggio Calabria.

Esso è custodito, e in questo frangente di celebrazioni anche esposto, all’Archivio di Stato di Reggio Calabria (Stato civile, Atti di nascita, inv. 77, anno 1882, fasc.2159, atto n. 1300).

Le origini e gli spostamenti

L’autorevole esponente del Futurismo lasciò la Città dello Stretto da bambino.
Il lavoro del padre Raffaele indusse la famiglia a numerosi trasferimenti, prima a Forlì e poi a Genova, Padova. Prima del nuovo ordine di trasferimento a Catania, i genitori, Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, originari di Morciano di Romagna in provincia di Rimini, si separarono.

Umberto seguì il padre in Sicilia, a Catania dove si diplomò all’Istituto Tecnico. Già giovanissimo collaborò con alcuni giornali locali e nel luglio del 1900 scrisse il romanzo “Pene dell’anima”.

Le prime aspirazioni legate al giornalismo e alla scrittura, cedettero presto il passo all’autentica vocazione per l’arte.

Neppure ventenne, si trasferì a Roma dove, frequentando uno studio di cartellonisti, si misurò per la prima volta con la pittura. Entrò in contatto con Giulio Severini e, frequentando la scuola di Nudo, con Mario Sironi, entrambi allievi di Giacomo Balla. Un percorso gravido di ispirazione artistica e profonde amicizie.

Contaminazioni dalle quali nacque la sua opera di esordio “Campagna Romana o Meriggio”.

I viaggi all’estero

La sua formazione proseguì all’estero con i viaggi in Francia, in Russia e in Germania. Al rientro in Italia frequentò la scuola libera del Nudo del regio istituto di Belle Arti di Venezia, sperimentando l’arte dell’incisione.

La svolta avvenne a Milano dove arrivò nel 1907, raggiungendo la madre e la sorella, dalle quali si era separato da giovane per seguire il padre verso Catania.

Ancora pittore tradizionalista, adesso avrebbe scoperto e alimentato la sua passione per il futuro, tessendo un nuovo legame tra arte e vita.

A Milano frequentò Romolo Romani e Gaetano Previati e divenne socio della Permanente che nel 1959, nell’ambito della mostra per i 50 anni d’arte a Milano, avrebbe ospitato tre sue opere: “Donna a tavola”, “Paesaggio” e la celebre scultura “Forme uniche della continuità nello spazio”.

Marinetti e il Futurismo

A Milano ebbe luogo anche lo storico incontro con il poeta Filippo Tommaso Marinetti. Con lui, e con Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, nel 1911 scrisse il Manifesto dei pittori futuristi. Nel 1910 aveva già preso parte anche alla stesura del Manifesto tecnico del movimento futurista.

Ci fu anche il contributo di Umberto Boccioni, alla rivoluzionaria dichiarazione culturale e artistica di liberazione dai canoni dell’arte tradizionale e figurativa. Fu l’occasione per tracciare un nuovo modo di rappresentare la realtà in continua evoluzione e l’avvento della tecnologia nella società. Il dinamismo della modernità e la tensione verso l’avvenire sempre più presente e prossimo trovarono sintesi sublime nell’arte.

Lo sguardo di Umberto Boccioni cambiò per sempre la pittura e la scultura del XX secolo.

Sempre a Milano, nel 1911, con Ugo Nebbia, Carlo Dalmazzo Carrà, Alessandrina Ravizza e altri allestì il primo padiglione d’Arte Libera, che avrebbe ospitato la prima collettiva in assoluto di pittori futuristi.

Anche se la sua vita si svolse lontano dalla Calabria e da Reggio, entrò in fervido contatto anche con pittori meridionali: Fortunato Longo, originario di San Giorgio Morgeto, nipote di Francesco e Vincenzo Jerace e docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma; Saverio Gatto e Enzo Benedetto, originari di Reggio Calabria.

Percepiva il cubismo come troppo statico, rapito come era dall’urgenza di rappresentare il movimento degli oggetti nello spazio.

Dipinti come “Dinamismo di un ciclista” e “Dinamismo di un giocatore di calcio”, realizzati rispettivamente nel 1913 e nel 1911, lo dimostrano. Lo rivela anche la sua predilezione per il legno, il ferro e il vetro, preferiti al marmo e al bronzo, per le sue sculture.

La Grande Guerra e la morte prematura

Dopo essersi arruolato come volontario nel 1915 nel Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti, non entrò mai in combattimento. In una lettera dal fronte definì l’attesa di battersi come una forma di “eroismo oscuro”.

Umberto Boccioni morì giovane, cadendo da cavallo a soli 33 anni, durante un’esercitazione militare a Chievo, frazione di Verona, il 17 agosto 1916. Al cimitero monumentale della città veneta riposano le sue spoglie.

Forme uniche della continuità nello spazio

Fu artista rappresentativo del Paese al punto che la sua opera scultorea Forme uniche della continuità nello spazio è stata scelta per il conio italiano dei 20 centesimi di euro.

Umberto Boccioni avrebbe voluto che una sua opera fosse esposta in Calabria. Solo nel 2013 un esemplare fu donato alla collezione Bilotti custodita presso la Galleria Nazionale di Cosenza a palazzo Arnone.

È l’unico esemplare ad essere stato dichiarato di particolare interesse culturale con apposito decreto ministeriale (numero 77 del 2013).

Ma una versione avrebbe dovuto essere destinata anche a Reggio Calabria.

«Forme uniche della continuità nello spazio fu fatta fondere presumibilmente nel 1933 da Marinetti poco prima della grande Mostra di Roma e fu da lui stesso venduta al Comune di Milano, a patto che “di detta scultura esisteranno solo 4 esemplari destinati a Milano, a Roma, alla città natale di Boccioni, Reggio Calabria, e a me”. Fu realizzata l’opera per Milano ma non quella per Reggio Calabria».

Lo ha ricordato Giuseppina De Marco, storica dell’Arte e docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. L’occasione fu quella di un incontro dedicato al celebre pittore futurista, svoltosi al Museo archeologico nazionale della Città dello Stretto qualche anno fa.

Un personale omaggio al maestro futurista, realizzata dallo scultore di Gioia Tauro Cosimo Allera, consiste proprio in una maestosa riproduzione di questa opera.
Essa è adesso esposta accanto al teatro Francesco Cilea e alla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria per celebrare i 140 anni dalla nascita del genio futurista.

Una nutrita produzione artistica in meno di vent’anni di attività

Un artista prolifico che in meno di vent’anni di carriera realizzò numerose opere pittoriche.

Tre le sue opere pittoriche più importanti spiccano La città che sale (The City Rises, nome originario Il Lavoro – 1910), esposto al MoMa di New York.

La prestigiosa galleria newyorkese custodisce anche il Dinamismo di un calciatore (1913), La rivolta (1911), La Risata (1911), Dinamismo di un corpo umano (1913) e, per le due serie Stati d’animo, Gli addii (1911), Quelli che restano (1911), Quelli che vanno (1911), Quelli che vanno (Studio) (1911), Gli addii (1911), Quelli che restano (1911), Quelli che vanno (1911).

Poi ancora Rissa in galleria (1910), esposto alla pinacoteca di Brera di Milano, Visioni simultanee (1911) esposto al Von Der Heydt Museum di Wuppertal in Germania.

Un ricco corpus di opere

E tante altre come La signora Virginia (1905), Ritratto del dottor Gopcevich (1906), Autoritratto (1908), Casolare (1908), Brughiera (1908), Il sogno (1908-1909), Ritratto femminile (1908-1909), Paolo e Francesca (1908-1909), Il mattino (Strada di periferia – Strada di periferia con due carri a cavallo) (1909).

E ancora Ritratto della sorella che legge (1909), Rissa in galleria (1910), Donna in giardino (1910), Il lutto (1910), Contadino al lavoro (1910), Idolo Moderno (1911), Notturno (Mezza figura femminile e case) (1911), Scomposizione di figura di donna a tavola (1912), Dimensioni astratte (Ritratto della madre) (1912).

E ancora Dinamismo di un ciclista (1913) e la serie Dinamismo di una testa di donna (1914 circa), Carica di lancieri (1915), Interno con due donne (Interno con due figure femminili) (1915), Natura morta con brocca e scodella (1916), Paesaggio (1916).

Le sculture

Poi ancora le sculture: Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1913), esposta alla Galleria d’arte moderna di Milano: L’antigrazioso (La madre) (1912-1913), esposta presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma; Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1914-1915) e le celebri Forme uniche della continuità nello spazio (1913).

L’originale in gesso è esposta al museo di Arte Contemporanea a San Paolo in Brasile. Le versioni successive in bronzo sono esposte esposte al museo del Novecento di Milano, alla Kunsthalle di Mannheim, alla Tate Modern di Londra, al NoMa di New York, al Metropolitan Museum di New York, al museo Kroller – Muller di Otterlo nei Paesi Bassi e alla Galleria nazionale di Cosenza.

Le opere inedite

Nell’ambito delle celebrazioni dei 140 anni dalla nascita, tante le iniziative illustrate nei giorni scorsi dall’assessora alla Cultura di Reggio Calabria Irene Calabró.


Tra queste anche la presentazione del volume “Boccioni. Opere inedite – Unpublished works” di Alberto Dambruoso, presso l’accademia di Belle Arti della città dello Stretto.

A distanza di oltre cento anni dalla morte, Umberto Boccioni continua a sorprendere con opere finora inedite.

Il volume disquisisce su quarantaquattro tra dipinti a olio, disegni su carta, inclusa una scultura, individuate negli ultimi cinque anni e mezzo.

La mostra alla Pinacoteca civica di Reggio Calabria

Visitabile ancora fino alla fine dell’anno, l’esposizione di cinque opere grafiche, appartenute originariamente alla collezione privata Winston Malbin e poi pervenute alla collezione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

Stessa provenienza per l’opera in bronzo intitolata Sviluppo di una bottiglia nello spazio, ideata nel 1912.

L’opera originaria in gesso fu recuperata da una discarica milanese e ricostruita, divenendo modello per alcune riproduzioni oggi custodite in prestigiosi musei e collezioni private.

La mostra “Un percorso di Umberto Boccioni”, è curata da Marisa Cagliostro, già docente di Storia dell’Architettura all’università Mediterraneo di Reggio Calabria.

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