sabato,Aprile 27 2024

Reggio, le “Mamme contemporanee” tema dell’incontro de Le Muse

L'associazione ha coinvolto nel dibattito medici, professionisti e personalità del mondo religioso

Reggio, le “Mamme contemporanee” tema dell’incontro de Le Muse

L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria continua i suoi appuntamenti con cadenza settimanale e lo ha fatto, questa settimana, presso la Sala d’Arte di via San Giuseppe 19, riunendo prestigiose personalità e noti professionisti per parlare delle “Mamme contemporanee”.
Il presidente prof. Giuseppe Livoti ha ricordato come tale evento viene realizzato proprio in concomitanza della Festa della Mamma mettendo in evidenza il ruolo di colei che genera, ma anche di colei che non ha generato, madre comunque ad esempio con l’adozione, allevatrice si ma non unica. Ed inoltre un ragionamento aperto sul tempo attuale, su tutto quello che attiene al ruolo della madre attiene in realtà alla genitorialità.
Ma, essere madri oggi cosa significa? Quale ruolo giocano le nostre madri nella società? I grandi cambiamenti sociali infatti, hanno portato alle nostre mamme la capacità straordinaria di reinventarsi, per conciliare la vita casalinga con nuove identità di donna in carriera.
Mamme che educano ed istruiscono i propri figli contemporaneamente con mansioni che le tengono spesso lontano da casa fa scaturire in loro un coraggio ineguagliabile. L’Italia tradizionalmente amplifica il ruolo della mamma lontana dalla parità genitoriale. Mamme che vivono il disagio delle madri di figli con disabilità, alle prese con la burocrazia, mamme coraggiose, mamme positive. E poi mamme adottive, quelle che hanno fatto ricorso alla procreazione assistita, le mamme single, mamme e famiglie omogenitoriali, sottoposte costantemente al pregiudizio di una società ancora incapace di accettarle veramente, ma genitrici come le altre donne, con lo stesso amore per i figli. Le madri che, nonostante ‘bollate’ come tali, non hanno rinunciato ad essere prima di tutto donne. Di tutto questo si è parlato domenica facendo interagire varie parti sociali e non dimenticando il mondo scientifico.


Franca Arena Tuccio – storica presidente e fondatrice Adisco Calabria si è soffermata sulla cultura della donazione del cordone ombelicale, svolgendo opera di sensibilizzazione presso la popolazione per
diffondere la conoscenza dei problemi inerenti alla donazione di sangue di cordone ombelicale ed al suo trapianto, promuovendo sul territorio iniziative atte a potenziare lo sviluppo della donazione di Sangue di Cordone Ombelicale, collaborando con gli organi legislativi e di governo, statali e regionali, e degli altri enti locali per la formulazione di piani e programmi di studio e per la promozione di provvedimenti , anche normativi, atti a tutelare le donatrici ed i neonati e non dimenticando la formazione di gruppi volontari o ostetriche che operino a livello regionale e locale.

Stimolare e favorire la ricerca nel settore delle malattie interessate dalle procedure trapiantologiche. Presente anche una personalità del mondo religioso come mons. Giacomo D’Anna – parroco di Santa Maria Odigitria.
Oggi dice mons. D’Anna non posso non ricordare che Dio è mamma e papà , entrambi ed insieme, come ricorda Giovanni Paolo II. La figura della mamma è quella della speranza. Oggi per le nuove coppie definite arcobaleno non esiste la stessa ostilità di un tempo e nessuno può essere giudice di un altro fratello e non si possono fare inutili crociate. Paola Infortuna – segretaria associazione dall’ostetrica ha ribadito come l’ostetrica nel tempo è cambiata, è una figura di riferimento per la donna e per tutta la famiglia, possiede competenze tecniche ed empatiche ed ha un ruolo prima, durante e dopo il parto perché assume una funzione di contenimento delle esigenze affettive e psichiche della donna trasmettendo supporto e rassicurazione ed oggi si può parlare di – nascita senza violenza- e di -parto attivo-, scelte assistenziali che vogliono dare importanza alla storia individuale di ogni donna.

Elisa Mottola – psicologa e componente direttivo Adisco Calabria ha approfondito il concetto che essere mamme oggi ha un significato profondo poiché oggi è difficile concepire un figlio per problematiche di natura economica, la donna nella gravidanza è sola e non riesce a portare la sua genitorialità. Un fenomeno però in espansione è in Italia la denatalità. La donna quando partorisce crea così simbolicamente uno spartiacque tra età giovanile ed età adulta. E la maternità è un passaggio dalla diade ad una triade. Il cordone ombelicale è invece un legame simbiotico e nei primi anni di vita si crea tra madre e bambino un attaccamento definito sicuro, insicuro ed disorganizzato. Domenica Taverna – mamma contemporanea ha raccontato il suo essere moglie, madre di 4 figli e di come il suo ruolo è importante nell’ambito del contesto familiare, ruolo, cambiato nel tempo, poiché ogni giorno occorre affrontare il quotidiano con grande spirito di sacrificio ma anche amore. Stefania e Sabrina, coppia omogenitoriale e componenti del nazionale di Famiglie Arcobaleno si sono rivolte non solo alle mamme che generano ma anche a quelle madri che non portano in grembo il proprio figlio ma che lo mettono ugualmente al mondo. Noi, dice Sabrina Vecchio Ruggeri abbiamo scelto di essere genitori assumendoci tutte le responsabilità genitoriali che però lo Stato non vuole riconoscere, negando alla madre intenzionale il diritto di essere tale, non tenendo conto dell’interesse del minore che da quando nasce sa che quella è la sua famiglia. Il ruolo della mamma biologica e della mamma intenzionale è quello di essere entrambe genitori nonostante diversi sono gli elementi ostativi nelle pratiche amministrative, quali il non riconoscimento della madre intenzionale negli atti di nascita, il non rilascio dei documenti di identità con entrambi le madri in assenza di una legge unitaria.

Bruna Triveri – responsabile progetto Nati per Leggere Area Grecanica si è soffermata sul senso di questa associazione che è un programma nazionale di promozione della lettura rivolto alle famiglie con bambini in età prescolare, promosso dall’Associazione Culturale Pediatri, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal Csb Centro per la Salute del Bambino Onlus. Il programma è attivo su tutto il territorio nazionale con circa 800 progetti locali che coinvolgono più di 2000 comuni italiani. I progetti locali sono promossi da bibliotecari, pediatri, educatori, enti pubblici, associazioni culturali e di volontariato. Dal 1999, Nati per Leggere ha l’obiettivo di promuovere la lettura in famiglia sin dalla nascita, perché leggere con una certa continuità ai bambini ha una positiva influenza sul loro sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale, con effetti significativi per tutta la vita adulta e diffonde la lettura “a bassa voce” esperienza che vede un Villaggio dei Bambini nel comune in provincia di Rc a Bagaladi. Inoltre intensa la partecipazione del Laboratorio di Lettura Interpretativa delle Muse con Clara Condello e Sonia Impala’ immerse in un processo relazionale tra madri di un tempo e madri di oggi tra dubbi, anzie, preoccupazioni e culture formative diverse.

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