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A Laganadi 135 anni fa la nascita di Guglielmo Calarco, la nipote Serenella:«Mi ha insegnato ad amare la vita e il diritto» – VIDEO

L’avvocato e senatore della Repubblica visse a Reggio Calabria fino alla morte nel 1974. Fu anche un nonno dolce e amorevole

A Laganadi 135 anni fa la nascita di Guglielmo Calarco, la nipote Serenella:«Mi ha insegnato ad amare la vita e il diritto» – VIDEO

«I miei nonni materni, Guglielmo e Margherita, e i miei genitori, Irene e Francesco, sono stati per me figure fondamentali. Un faro costante che ha illuminato i miei passi di bambina, di adolescente e di donna. In particolare a mio nonno Guglielmo devo la mia passione per il diritto. Lui ha costantemente vegliato su di me, manifestandomi la sua vicinanza, anche quando non era più in vita, in alcuni dei momenti cruciali della mia vita professionale. Mi sento profondamente onorata di essere stata nipote».

È molto emozionata quando parla del nonno Guglielmo Calarco, Serenella Maria Siriaco, oggi magistrato in pensione residente a Napoli. All’età di 23 anni vinse il concorso in magistratura diventando la più giovane d’Italia ad avere conseguito questo titolo da quando questa carriera era stata aperta anche alle donne.

È anche molto contenta perché il suo nonno, pure illustre personalità reggina, fa ancora parte della sua sua vita, vivo com’è rimasto nei suoi ricordi.

Le emozioni

«Mio nonno mi ha trasmesso l’amore per il diritto e per la giustizia e quindi anche per la vita. I suoi insegnamenti e i suoi racconti hanno alimentato costantemente la mia vita professionale e non solo. Con lui e con la nonna Margherita, che mi ha trasmesso l’amore per la musica, quando ero piccola, trascorrevo tutte le estati al mare al lido di Reggio Calabria. Per me era il nonno, dolce e amorevole, ma è una grande emozione rendermi conto che anche come avvocato, giornalista, scrittore, senatore della Repubblica, oggi è ancora un uomo molto apprezzato e stimato. Le sue doti umane e professionali sono ancora oggi riconosciute». Dichiara ancora la nipote Serenella Siriaco.

La memoria

Un noto circolo culturale, oggi presieduto da Angela Curatola e che porta il nome dell’avvocato e senatore, di recente ha promosso a Reggio Calabria un incontro per ricordarne lo spessore umano e la statura morale e culturale.
«Avvocato, giornalista, sindaco del Comune di Laganadi dal 1943 al 1960, consigliere comunale di Reggio Calabria dal 1946 al 1956, presidente dell’Azienda autonoma di Soggiorno e Turismo e direttore della rivista “Calabria e Turismo”. Guglielmo Calarco si spese molto per questo territorio.

Pur avendo dato un impulso importante alla vita anche culturale della città di Reggio, non arrivò a vedere fondare questo circolo. Da consigliere d’amministrazione della cooperativa Vittorio Veneto, nell’alveo della quale il circolo è nato, lui ne aveva auspicato la costituzione. L’intitolazione fu doverosa come questo nostro tributo, scandito delle disquisizioni dello storico Lucio Villari e della professoressa Maria Luisa Neri. Ad impreziosire il racconto il video realizzato da Maurizio Mallamaci». Così Angela Curatola, presidente del circolo culturale Guglielmo Calarco di Reggio Calarco.

Il palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria ha ereditato una preziosa biblioteca e alcuni arredi che il noto avvocato aveva già donato all’azienda autonoma di Soggiorno e Turismo che presiedeva. Gli stessi sono, poi, transitati a palazzo Crupi. «Per noi è un onore custodire questi circa 4000 volumi anche molto antichi. I libri sono stati accompagnati anche da una preziosa collezione di quadri che abbiamo esposto al terzo piano del palazzo.

Abbiamo avuto in dono anche una fototeca. Essa ci restituisce un affresco della nostra Reggio come era, un osservatorio privilegiato sulla nostra storia che il senatore Calarco ci ha donato, continuando anche oggi a promuovere cultura». Lo evidenzia Anna Maria Franco, direttrice del palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria.

La vita

Nato a Laganadi il 13 luglio 1888 – ricorrono quest’anno i 135 anni dalla nascita – nella culla dell’Aspromonte, Guglielmo Calarco, dopo il sisma del 1908, si trasferì a Reggio Calabria dove sposò Margherita Santuccio. I due ebbero quattro figlie: Italia, Irene, Licia e Vanna.

«Mia madre si chiamava Irene, dal greco Pace. Era nata nel 1914 quando il desiderio di pace, agli albori della sanguinosa Grande Guerra, era da mio nonno particolarmente coltivato. Fervente socialista e convinto antifascista, ricordava sempre con grande orgoglio di non avere mai indossato la camicia nera», ricorda la nipote Serenella Siriaco.

I racconti della vita in tribunale

«Mi emoziona sempre molto parlare di lui. La mia famiglia è stata un faro perennemente acceso per me durante il mio percorso di vita. In più di occasioni ho sentito davvero nonno Guglielmo vicino a me. I suoi racconti della vita in tribunale, che definiva un luogo pirandelliano in cui ogni processo era una storia a sé, mi hanno letteralmente forgiata.

Ero solo una bambina e poi una ragazzina che ascoltava incantata quelle storie. Allora, che la carriera in magistratura era prerogativa esclusivamente maschile, mi limitavo a sognare. Mai avrei potuto immaginare quanto e come quei momenti avrebbero segnato e orientato la mia vita professionale e non solo», ricorda ancora la nipote Serenella Siriaco.

«Mi indicò lui la strada che io desideravo percorrere»

«Il nonno aveva capito che c’era in me una predilezione per il diritto, indicandomi la strada che io in fondo desideravo. Molto tempo dopo che accadde, seppi che fu proprio lui a chiamare mio padre dopo il mio diploma e a suggerire per me la facoltà di Legge. Proprio allora le donne iniziavano ad entrare in magistratura. Così qualche anno dopo, da laureata feci il concorso e lo vinsi. La più giovane d’Italia, come ho avuto modo di raccontare nel libro autografico “La donna e il giudice”, edizioni Oceano. Mi laureai a Napoli, dove sono cresciuta, pur essendo nata a Salerno.

Mio nonno aveva sperato che io potessi raggiungere questo ambito obiettivo e così fu. Lo resi orgoglioso di me e questo ancora oggi mi riempie di gioia. Durante il percorso tanti altri sono stati i segnali di questa sua presenza così affettuosa», prosegue la nipote Serenella Siriaco.

La tesina senza tempo: “I fanciulli in carcere”

«Quando sostenni l’esame di diritto penale con lode chiesi al professore la tesi. Mi assegnò un argomento che mi lasciò senza fiato: il problema della pena nel diritto minorile. Un argomento molto caro al mio cuore perché caro era al mio nonno. Lui mi aveva infatti fatto dono, molto tempo prima, di una tesina da lui scritta dal titolo “I fanciulli in carcere”. Un lavoro molto completo e ancora oggi molto attuale. Pensai subito che fosse un segno: il nonno mi stava incoraggiando a proseguire nel percorso.

Mi laureai con lode e vinsi il concorso a Milano dove iniziai la mia carriera nel civile. La mia vita professionale fu molto ricca e dopo Milano mi portò a Roma e infine a Napoli. Dal civile passai al penale, al penale minorile e poi anche al diritto internazionale», evidenzia la nipote Serenella Siriaco.

Il sogno e l’esempio

«Proprio quando iniziai a Roma il mio percorso, si verificò un altro evento rimasto indelebile. Mio nonno mi apparve in sogno: su una carrozza usciva da una nuvola e mi telefonava per augurami in bocca al lupo per quella prima udienza, proprio in ambito penale minorile, che avrei dovuto sostenere e la mattina successiva. Era la mia prima udienza a Roma. Fu una trattazione brillante e ancora una volta, lo avevo sentito accanto a me.

Tanti furono, dunque, i segni che mai dimenticherò. Guglielmo Calarco fu per me innanzitutto un nonno speciale. Ma egli fu anche un cittadino illustre che fondò il premio Ibico (dopo la sua morte, ribattezzato Premio Aspromonte – Calarco proprio in sua onore) e che per anni ha coinvolto noi nipoti per onorarne la memoria e consegnare i premi. Mio nonno tanto si spese per mettere in luce le risorse di un città nella quella, ne era convinto, non esisteva solo il malaffare mafioso», ricorda ancora la nipote Serenella Siriaco.

La vita attraverso la luce

«Questa era la luce attraverso la quale lui guardava la vita e l’ha trasmessa alle sue figlie e ai suoi nipoti, quindi anche alla mia adorata madre Irene e a me. Oggi devo alla mia famiglia la bellezza della vita che scorgo intorno a me. Un dono di cui sarò sempre profondamente grata», conclude Serenella Siriaco, nipote di Guglielmo Calarco.

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