domenica,Aprile 28 2024

L’influenza ebraica nel greco di Bova anche nei libri conservati ad Oxford – VIDEO

La ricerca del professore Pasquale Casile presentata durante un convegno ad Archeoderi

L’influenza ebraica nel greco di Bova anche nei libri conservati ad Oxford – VIDEO

La Calabria, la bovesia e la presenza ebraica. Delle tracce dell’ebraismo nella Sinagoga di Bova Marina, e della sua influenza sulla sfera sociale e culturale, ma soprattutto linguistica, ne ha parlato durante i lavori di un convegno presso il Parco Archeologico Archeoderi il ricercatore, professore Pasquale Casile, che ha condiviso con il pubblico le sue recenti scoperte.

Il professore Casile ha iniziato subito con degli esempi, mostrando intanto che «il termine Sciolico indica il bambino che, nell’età scolare, appunto, veniva educato a scuola, alla Sinagoga: la scuola ebraica. Ritrovare questo termine a Bova, significa che qui i bambini frequentavano la Sinagoga e che quindi la presenza ebraica era molto forte».

Era importante scrivere perché «attraverso la scrittura si conservava l’identità. La grafia era all’inizio greca, poi dall’VIII secolo in avanti il movimento rabbinico crea le premesse per un cambio culturale ma che non investe tutta la cultura, perché si continua a parlare e scrivere in greco nei contesti quotidiani nel Mediterraneo e nell’Impero Bizantino. Ed anche quando si scrive la sacra scrittura, quindi la Torah o la Bibbia, lo si fa con i caratteri greci».

Un altro esempio per Casile è la parola “Porpatò”. «Questa parola, che in greco è Peripatò, esiste tale e quale in un codice ebraico della lingua Giudeo greca conservato nella biblioteca di Oxford. Questo antico codice del XIV secolo è stato scritto a Creta, all’epoca uno dei luoghi dove il giudaismo si è mantenuto senza essere soppiantato dal sefardismo e dalla lingua sefardita dagli ebrei di Spagna che, nel 1492, vengono cacciati. Porpatò, quindi, lo dicono alla nostra maniera e lo scrivono con le lettere ebraiche, lasciando quindi la prova provata di una continuità».

La ricerca non si ferma, perché «nel greco di Bova ci sono termini della Septuaginta Bibbia dei Settanta, la Bibbia di Alessandria d’Egitto che gli ebrei hanno scritto in greco e Giustiniano nel sesto secolo voleva che anche loro utilizzassero questa Bibbia e la lingua greca».

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