3 settembre 1943, a Reggio l’operazione Baytown: lo sbarco degli Alleati per risalire l’Italia

Dopo mesi di terrore e distruzione, scanditi dal fragore delle bombe e dalla devastazione conseguente, che chi c’era ha ancora nelle orecchie e davanti agli occhi, il 3 settembre 1943 a Reggio Calabria fu tra i giorni in cui sperare di intravedere la fine della guerra e un nuovo inizio. Il 10 luglio 1943, mezzo milione di uomini, scortati da cannoni navali e una flotta aerea, era già sbarcata in Europa raggiungendo la Sicilia (operazione Husky). Dopo due mesi di pianificazione ecco lo sbarco in Calabria a Reggio per risalire la Penisola.

Un cammino che per l’Italia, in realtà, sarebbe stato segnato da un’altra guerra, quella della Resistenza contro la Repubblica sociale Italiana e l’occupazione tedesca, e che una fase assai delicata di nuovi equilibri mondiali, preludio della Guerra Fredda.

Lo sbarco e l’armistizio

Il 3 settembre di 80 anni fa l’armistizio veniva firmato in Sicilia a Cassibile (sarebbe stato ufficializzato dal maresciallo Badoglio l’8 settembre successivo). Intanto, a Reggio Calabria l’operazione Baytown segnava l’inizio dell’avanzata degli Alleati via mare nel Sud della Calabria.

Il generale Bernard Law Montgomery, reduce dalla vittoria della battaglia di El Alamein, in Egitto durante la campagna del Nord Africa, guidava in quel frangente il XIII Corpo d’armata britannica. Con essa sbarcò anche la I^ divisione canadese.

I tedeschi in ritirata avevano fatto saltare in aria con la dinamite alcuni ponti nella valle di Agrò, rendendo impraticabile la strada statale tra Catania e Messina. Appurato che anche il porto di Messina era inservibile, era necessario assicurare alle forze Alleate una testa di ponte in punta allo Stivale.

Sicilia e Calabria, porte dell’Europa

Insediato l’ufficio di coordinamento delle operazioni navali e il punto di osservazione e di comando nella località messinese di Santa Teresa di Riva, l’operazione ebbe inizio alle prime ore del 3 settembre 1943. Dal litorale ionico siciliano salparono i mezzi grandi, medi e le truppe di assalto. Approdarono rispettivamente al porto di Catania, dalle spiagge di Santa Teresa di Riva e di Mili Marina nel messinese.

Altre pattuglie di squadre speciali d’assalto erano già sbarcate alla fine di agosto sulla costa meridionale della Calabria, in particolare a Bova Marina.

Alle ore 4.30 dello stesso giorno anche un forte bombardamento nel tratto di costa tra Reggio e Villa San Giovanni. Poco dopo le 5 il primo sbarco sulle coste calabresi. Un’operazione tenuta ben nascosta e che non trovò resistenza. Le truppe tedesche si erano ritirate verso la montagna per organizzare le difese più a nord. Dopo il completamento dello sbarco, la risalita dello Stivale con resistenze più difficili da affrontare in Aspromonte.

All’operazione Baytown del 3 settembre 1943 seguirono anche l’operazione Slapstick, ovvero lo sbarco a Taranto, e lo sbarco a Salerno, del 9 settembre.  

Le bombe prima dell’armistizio

Pesanti bombardamenti avevano avuto come bersaglio anche Reggio Calabria, all’epoca dotata di un importante snodo ferroviario, di due porti e di un aeroporto e di caserme.

Numerosi raid aerei causarono ingenti danni in numerose zone della città. Ma il 6 maggio 1943 Reggio fu colpita da un bombardamento particolarmente rovinoso.

Oltre 250 vittime e oltre 270 feriti. Una giornata funesta iniziata alle 11:30 con l’incursione aerea di formazioni dei bombardieri statunitensi Liberators, provenienti dalla base dell’Us Air Force di Bengasi.

L’iniziativa di Anmig, Unuci e Amici del Museo

Le associazioni reggine Anmig, Unuci e Amici del Museo, rispettivamente presiedute da Antonio Mammì, Nicola Pavone e Francesco Arillotta, hanno promosso per oggi un incontro per ricordare questo anniversario. Nella cornice della sede dell’associazione nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra di Reggio Calabria, l’intervento del generale Pasquale Martinello, presidente di Calabria in Armi.

In Italia una nuova guerra

Dopo lo sbarco, al podestà di Reggio Calabria Michele Barbaro subentrò il primo sindaco reggino dopo l’arrivo degli Alleati, il socialista Antonio Priolo.

Vittorio Emanuele III era fuggito subito dopo il proclama dell’Armistizio, lasciando il Paese in balia delle truppe di occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana guidata da Mussolini, che destituito dal ruolo di Duce il 25 luglio di quell’anno, l’avrebbe fondata il 23 settembre successivo.  

Fu la Resistenza, con il supporto degli Alleati, dopo oltre un anno e mezzo di durissima opposizione e lotta, a liberare l’Italia dalla Dittatura e dall’Occupazione e dal Nazifascismo per consegnarla al suo futuro Repubblicano.

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google