mercoledì,Maggio 8 2024

Bagnara, pescatori sul piede di guerra: «Rischiamo la vita. Fateci tornare al porto»

Dopo mesi dal sequestro del porto sono esasperati e le donne che continuano a protestare chiedono risposte: «Siamo indebitati fino al collo, ascoltateci»

Bagnara, pescatori sul piede di guerra: «Rischiamo la vita. Fateci tornare al porto»

Non si placa la protesta dei pescatori a Bagnara. Dopo il sequestro del porto per accertare il danno ambientale diverse sono state le richieste da parte dell’intero settore, già provato dalla pandemia, di ottenere anche solo un parziale ingresso al porto per non perdere l’ennesima stagione di pesca dopo il blocco causato dalla pandemia. Un settore in ginocchio che rappresenta buona parte dell’economia di questo paese. Ma nonostante il confronto dell’amministrazione comunale con il Prefetto e le istanze presentate al magistrato, l’accesso è ancora vietato. «Siamo mamme disperate – raccontano ormai stremate da giorni di proteste e occupazione al Comune le donne, mamme e mogli dei pescatori – siamo preoccupate per i nostri figli che escono di notte e non sappiamo come e se tornano perché quando c’è cattivo tempo arrivare fino al porto Gioia Tauro o Reggio è pericoloso. Per non parlare dei costi, per fare questo tragitto in più spediamo più di nafta di quello che guadagniamo perché non possiamo mai sapere se il mare ci farà pescare o meno. Siamo indebitate fino al collo, non possiamo più andare a vanti. La notte non dormiamo per la preoccupazione. Abbiamo fatto un salto indietro negli anni, quando negli anni 70 i nostri pescatori morivano in mare».

Le donne che a Bagnara hanno da sempre difeso la tradizione della pesca tramandandola ai figlio sono ora sul piede di guerra, esasperate anche dalla lentezza con cui stanno procedendo i lavori di  bonifica a carico della ditta responsabile. «Siamo disposte ad andare noi a dare una mano a pulire basta che ci danno un piccolo spazio dove entrare le barche perché non è giusto che altre dieci barche possono farlo e noi no. Anche noi siamo di Bagnara e il porto è di tutti».

Chiedono di avere accesso a una piccola parte del porto senza intralciare le indagini in corso per evitare ore di tragitto verso altri porti che vanifica anche in termini economici ogni sforzo. Ma il rischio è anche sulla vita dei pescatori.

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