domenica,Maggio 5 2024

Porto di Bagnara, è ancora caos: arrivano i ristori ma non si riprende a lavorare

Per non perdere l'ennesima stagione sono costretti a lasciare le imbarcazioni a Reggio o Gioia Tauro con costi e tempi che vanificano ogni sforzo

Porto di Bagnara, è ancora caos: arrivano i ristori ma non si riprende a lavorare

Hanno protestato in piazza, annunciato lo sciopero della fame, occupato il comune ma per i pescatori di Bagnara non sembra esserci una soluzione in vista dopo che il sequestro del porto ha bloccato l’intero settore. A chiarire i passi fatti è l’assessore con delega al porto Francesco Oliverio che ha spiegato come «abbiamo fatto tutto il possibile ma il sindaco e l’amministrazione non possono in nessun modo interferire con il lavoro della magistratura. Ci siamo rivolti anche al Prefetto che ha espresso la medesima posizione. Ma i pescatori sono ormai allo stremo, la categoria è in ginocchio. Loro vivono per questi due mesi e se non possono pescare non avranno come sfamare le loro famiglie. La situazione è diventata ingestibile».

Le richieste senza risposta

La cooperativa che ha in gestione il porto ha da più di una settimana inoltrato l’ennesima istanza per richiedere il dissequestro del molo di sopraflutto per consentire alle imbarcazioni di evitare luoghi tragitti e spese per andare al porto di Reggio o Gioia Tauro ma ancora non si è avuta risposta. «Non possiamo fare altro e questo silenzio ci spiazza. Sono famiglie ormai disperate e andare nei porti della provincia non è la giusta soluzione perché spendono più di quanto guadagnano oltre a mettere a rischio la loro stessa vita».

I ristori dalla Regione

Ma adesso la questione si è spostata sul piano politico per poter dare respiro ai pescatori arrivati con l’acqua alla gola dopo la seconda stagione ormai persa. «Abbiamo aperto un dialogo con la Regione e accompagnato una delegazione di pescatori dall’assessore regionale Gallo che ha compreso la gravità della situazione e preso l’impegno a trovare dei fondi per poter dare dei ristori a queste famiglie relativamente al periodo di fermo obbligatorio. Non sarà la soluzione, lo sappiamo, ma servirà a non far arrivare queste famiglia al baratro».

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