Aeroporto Reggio, un altro Natale in cui vola solo chi può spendere

E ci risiamo. Parafrasando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, le cose cambiano per restare identiche a prima. Voli annunciati e poi cancellati, tariffe “relativamente” bloccate e un’unica tratta certamente strategica da Roma Fiumicino ma non altrettanto esaustiva per i reggini sparsi in tutta Italia. Fattori che potrebbero spiegare la scarsità di prenotazioni che ha determinato il mantenimento di soli quattro voli dei venti annunciati dalla compagnia di Bolzano SkyAlps.

Insomma è di nuovo Natale e come accade anche in prossimità dell’estate e del rientro del popolo di reggini sparsi per l’Italia e oltre per ragioni di studio o di lavoro, ancora una volta l’aeroporto Tito Minniti non rappresenta un punto di riferimento. Almeno così è per l’ampia fascia di persone che non hanno la possibilità di spendere oltre, studiando e lavorando già fuori sede.

Ancora una volta prezzi alle stelle, visto che come si “scende” al Sud si deve anche “risalire” al Nord, visto che non si tratta di quei viaggi d’affari dove non si bada a spese ma di giovani che studiano fuori sede oppure di persone lontane da casa per lavoro. Non si tratta di invocare facili e stucchevoli pietismi ma semplicemente di affermare che dover spendere fino a trecento euro (andata e ritorno) con le tariffe non bloccate di SkyAlps forse non era poi così appetibile. A fare da contraltare le tariffe fuori dalla comune portata dei voli Ita Airways: la tratta di sola andata può arrivare a costare da sola oltre 250 euro (se ancora disponibile la tariffa Economy, altrimenti si vola direttamente alla Superior che oscilla tra 350 e 511 euro).

Insomma il diritto alla mobilità per i reggini può ancora continuare a fare a meno del trasporto aereo a prezzi accessibili. Oppure, invece di tornare a casa dai propri cari si potrebbe optare per un bel viaggio all’estero. Ciò con buona pace del tradizionale “Natale con i tuoi” e degli affetti che aspettano di ricomporsi e riunirsi. Con Ita un viaggio all’estero dall’hub internazionale di Roma Fiumicino c’è il rischio pure di risparmiare. L’aeroporto di Heathrow di Londra si raggiunge anche con 121 euro in Economy e il Charles De Gaulle di Parigi con 161 euro.

Il flop del volo alternativo da Roma

L’annuncio del presidente della Regione Roberto Occhiuto si poneva come soluzione alternativa alla sola tratta per Roma Fiumicino servita da e per lo scalo Tito Minniti da Ita Airways, certamente non a prezzi competitivi. Era stata stragicamente prevista dal 19 Dicembre 2023 al 13 Gennaio 2024. Ma qualcosa, forse più di qualcosa, non ha funzionato se oggi ci ritroviamo con quattro voli (21-22-23 Dicembre e 02 Gennaio) che la compagnia ha mantenuto, seppure con un coefficiente di riempimento che solo in un caso (2 gennaio) raggiunge il 59%, con 46 posti prenotati dei 78 posti a disposizione.

A Londra o a Parigi invece di tornare a casa

Certamente hanno inciso anche le tariffe che Occhiuto aveva annunciato come bloccate, e comunque competitive rispetto ai voli Ita Airways, che probabilmente proprio per questo riportano nel 2022 un coefficiente di riempimento che supera di poco il 50% delle tratte servite al Tito Minniti nel corso dell’anno. E però resta anche un altro dato: chi ha potuto permetterselo ha prenotato il volo Ita a prezzi più alti per tornare a Reggio in aereo almeno in questo periodo di feste. Dunque resta tagliata fuori dal trasporto aereo per Reggio Calabria la larga parte di giovani che studiano fuori oppure di persone lontane da casa per lavoro. Per loro spendere anche 150 euro di sola andata può costituire una spesa che troppo incide sul bilancio familiare. Senza considerare che a Roma Fiumicino sarebbe stato necessario arrivarci.

Arrivare a Roma per poi arrivare a Reggio

Variegato è infatti il panorama di provenienze dei reggini che solo da Roma Fiumicino avrebbero avuto questo volo disponibile. Ciò pure risiedendo a Milano, Bologna, Torino, Venezia, solo per fare dei macro esempi. Avrebbero cioè, dovuto sopportare altri costi, prima di usufruire di questi voli a tariffe neppure bloccate. Insomma un altro buco nell’acqua (o forse dovremmo dire nell’aria) mentre un altro anno volge al termine. Un anno iniziato con tante belle speranze, oggi sicuramente più stanche.

I tanti interrogativi

«Inutile mettere voli, se poi non ci sono le prenotazioni. Il problema del Tito Minniti non è l’assenza dei voli». Più di qualcuno, anche autorevole, potrebbe porre così la questione. Occorre, tuttavia, fare un’analisi accurata se si vuole superare questa annosa impasse. La questione non può essere liquidata in questo modo.

Purtroppo è l’insieme dei fattori a fare il totale e certamente le responsabilità sono ben distribuite, tra i livelli nazionali e quelli territoriali, se uno scalo nel cuore del Mediterraneo, che avrebbe anche una certa utenza da attrarre, non riesce e decollare per tornare a raggiungere i traffici di un tempo. Traffici che in passato ha dimostrato di poter accentrare e sostenere, pur con tutte le sue limitazioni.

Lo scalo deve servire l’economia del territorio o attingere solo da essa? L’aeroporto deve restare un’infrastruttura guardata a distanza o innestarsi nel tessuto della comunità, garantendo maggiore fruibilità in sicurezza?

Gli interrogativi restano tanti e portano a quello principale: i voli devono essere attratti o devono essere attrattivi? Devono essere sostenuti dall’utenza ma l’utenza deve poter di nuovo contare sullo scalo, considerarlo funzionale per tratte e tariffe.

Da dove iniziare, allora? Forse da più punti di partenza contemporaneamente. La pista è sempre più corta, perché terreno e tempo si continuano a perdere. Occorre uno sforzo, certamente grande e anche impraticabile senza la volontà effettiva di compierlo.

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