Elezioni Reggio, Ripepi: «Inefficienza, clientelismo e bugie sono i numeri di sei anni di amministrazione Falcomatà»
Il consigliere di Fratelli d'Italia ribadisce: «Un uomo del Sud come Minicuci, nato e cresciuto proprio sulle rive dello Stretto, essere avverso al Meridione?»
Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Ripepi di Fratelli d’Italia:
Solo il voto a Nino Minicuci ci può liberare da sei anni di incubo fatto di inefficienza, clientelismo e bugie. L’amministrazione Falcomatà prosegue nel suo piano di affossamento della città. Inefficienza, falsità e clientelismo sono i pilastri di questa giunta, che ha ridotto Reggio Calabria in una città priva di ogni servizio.
La recente tornata elettorale ha dimostrato scientificamente come la Città Metropolitana è stata preda di politici, con le dovute eccezioni, votati evidentemente al più puro clientelismo. Guarda caso, infatti, i pacchetti di voti più “pesanti” sono andati proprio a coloro che più di tutti, si sono ritrovati invischiati, salvo dimostrare la loro innocenza, in vicende giudiziarie ed indagati per avere esercitato “pressioni” al fine di far assumere persone vicine o “agevolato” appalti.
Pur essendo implicati in inchieste ancora poco chiare, infatti, hanno ottenuto preferenze da record, a dimostrazione che dietro la macchina amministrativa ve ne è un’altra, occulta, che genera forme di vero “vassallaggio” tra governatore e governato; al beneficio elargito, il vassallo deve rispondere con una serie di obblighi elettorali. Se fosse valida la regola della risposta elettorale al buon governo allora anche altri assessori avrebbero ottenuto la medesima montagna di voti.
Non si spiegherebbe come mai, di fronte all’incapacità manifesta di amministrare la città e di fronte al disastro di un territorio vessato e raso al suolo, ci sia ancora qualcuno pronto a dare fiducia al sindaco uscente e al suo schieramento.
Di quale liberalità avrebbe beneficiato Reggio Calabria? La nostra città, un tempo bella e gentile, ad oggi è una cloaca a cielo aperto, una discarica dove si spegne qualunque dignità civile e speranza di ripresa.
Non vorremmo suonare sempre la stessa musica, ma vogliamo parlare dell’aeroporto dello Stretto? Che cosa è stato fatto per rilanciare questa infrastruttura strategica per pendolari e turisti in sei anni? Assolutamente nulla, come nulla è stato fatto per il ciclo integrato dei rifiuti.
C’è poi il porto di Reggio, che languisce, spegnendo piano piano il suo traffico, limitandosi al pendolarismo giornaliero e con il dannoso traffico di tir in aumento, mentre sarebbe il luogo perfetto per le barche da diporto o per essere incentivato nello scambio fra le due sponde.
Alla luce del “tornacontismo” che ammanta la giunta Falcomatà, Reggio brancola nel buio. Nessuno fra gli assessori si è mai messo una mano sulla coscienza e ognuno di loro è connivente e complice di una vera e propria beffa a danno dei reggini; essi per primi, in sei lunghi anni, hanno coperto in modo indiscriminato le inefficienze del sindaco, continuando ad appoggiare il vortice di bugie in cui si avviluppano i discorsi di Falcomatà.
Non avendo di che altro trattare, tutta l’amministrazione di sinistra, in attesa del ballottaggio e con l’ansia di riprendersi lo scranno, si arrovellano su effimere questioni ideologiche.
E’ ormai il mantra di questi giorni, infatti, che Minicuci sia uomo della Lega e come tale antimeridionalista. Eppure Minicuci è figura aggregante di tutto il centro destra, anche dell’ala liberale, che ha visto nel pluridecorato e genio della pubblica amministrazione candidato a sindaco, non certo l’antimeridionale, ma l’uomo della provvidenza che può salvare Reggio dalla bolgia infernale in cui è stata catapultata.
Può, un uomo del Sud come Minicuci, nato e cresciuto proprio sulle rive dello Stretto, essere avverso al Meridione? Può, un uomo che si commuove, nel ricordo della sua città e di fronte alla lontananza dalla sua terra, essere nemico dei reggini? E’ una becera e ingiusta offesa a tutti i meridionali costretti a lavorare al nord che dopo avere reso il Sud orgoglioso del loro operato, ritornano con competenze e spirito di servizio al solo scopo di spendersi per la propria terra.
Intanto Minicuci già tecnico e amministratore di lungo corso parla di cose concrete, ha un programma ben definito per ridare ossigeno al territorio, mentre Falcomatà e i suoi si limitano a demolire, con i fatti e con le parole, quel poco di decenza che ci è rimasta.