martedì,Marzo 19 2024

Reggio, Cannizzaro lancia la campagna per «liberare Reggio dalla sinistra»

Il rieletto deputato reggino scopre le carte e lancia la sfida per la riconquista di Palazzo San Giorgio. Le strategie e le forze in campo. Venerdì in Piazza duomo comizio con Occhiuto e Mangialavori

Reggio, Cannizzaro lancia la campagna per «liberare Reggio dalla sinistra»

La politica non si ferma mai. Francesco Cannizzaro non si ferma mai. Lo dimostrano le dichiarazioni bellicose che rilascia dopo un’altra battaglia elettorale vinta. «Con la deputazione calabrese di centrodestra, compatta e impegnata a fare gioco di squadra con la Regione, come già fatto in questo ultimo anno con Roberto Occhiuto Governatore, per completare il quadro manca un ultimo tassello adesso: Reggio, Comune e Provincia. E noi siamo pronti».

Non solo parole, quelle del riconfermato deputato reggino. Perché “pensare già a domani” è una sorta di comandamento. Uno slogan, se possibile, con sottotitolo eloquente: “liberiamo Reggio e la provincia dalla sinistra”. Una formula forte, all’indomani delle elezioni politiche, che serve anche a dimostrare che il fronte del centrodestra è sempre più compatto e pronto a mostrare i muscoli, in piazza. Ma non una piazza qualunque. L’appuntamento è a piazza Duomo, venerdì prossimo alle 18, per lanciare la campagna per la conquista della città. Al fianco di Cannizzaro ci saranno il presidente della Regione Roberto Occhiuto e il deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, per partecipare al comizio di ringraziamento che si chiuderà un brindisi augurale. Un brindisi che apre ufficialmente la corsa a Palazzo San Giorgio.

Obiettivo Reggio: i nodi verranno al pettine

Il deputato forzista, insomma, adesso punta la città e di riflesso la Metrocity. L’impegno a «ripristinare la normalità» a Reggio l’aveva assunto già prima del voto, ma dopo il risultato delle urne la voglia di mettere mano alle prossime elezioni comunali è già vivo. Anche per un motivo semplice. Negli ambienti di centrodestra c’è la convinzione che i nodi di Palazzo San Giorgio – al secolo il processo d’Appello “Miramare” del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, e la vicenda giudiziaria sempre aperta dei brogli elettorali – potrebbero finalmente venire al pettine. Intanto perché con la formazione del nuovo governo il Ministero dell’Interno potrebbe finire nelle mani di Matteo Salvini che in più di un’occasione – anche l’ultima volta nel corso del suo tour elettorale in città – ha dato appuntamento ai mesi a venire facendo intendere che sulla vicenda non è escluso un intervento diretto. E poi perché i detrattori di Falcomatà sono convinti che dal processo d’Appello il sindaco sospeso potrebbe venirne fuori, in caso di conferma della condanna, con le ossa rotte, subendo un ulteriore anno di sospensione. Eventualità che politicamente metterebbe lo stesso primo cittadino con le spalle al muro, convincendolo a dimettersi, evitando così la decadenza.

Da parte sua Falcomatà si sente in una botte di ferro. Dal suo entourage filtra ottimismo, anche per via del fatto che il primo cittadino abbia affidato la sua difesa all’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle camere penali. Secondo chi gli sta più vicino, poi, l’accusa non starebbe in piedi e sarebbe facile argomentare il perché. L’obiettivo dichiarato da entrambe le parti è non fare andare in prescrizione il processo, ma è anche vero che con la prescrizione – e il necessario passaggio in Cassazione, per diciamo certificarla – Falcomatà potrebbe rientrare molto prima.

Il fattore tempo

Ecco perché più d’uno nel centrodestra reggino ritiene ipotizzabile un ritorno alle urne già nella prossima primavera. Ed è per questo che la partita per la successione a Palazzo San Giorgio si è già aperta. O forse non si è mai chiusa dopo la delusione ricevuta con la sconfitta di Antonino Minicuci nel 2020. Tanto che i soliti informati riferiscono che di profili, di donne uomini pronti per la causa, sarebbero già belli e pronti.

Cannizzaro non fa mistero di questa sua ambizione. I numeri gli danno ragione. L’ultima sfida elettorale vinta, gli dà la linfa per non mollare la presa e giocarsi la partita da protagonista. Ponendosi come colui che può imporre un metodo, di concertazione e sintesi, che porterà alle valutazioni finali. Insomma, Cannizzaro e più in generale Forza Italia, questa volta vogliono l’ultima parola. Forti anche della seconda legislatura in parlamento e di una percentuale in città e in provincia che sostanzialmente raddoppia il dato nazionale e conferma il titolo di “regione più azzurra d’Italia”. Senza dimenticare il dato più squisitamente personale, cristallizzato nei numeri: circa 27 punti percentuali in più rispetto a Mimmetto Battaglia, esponente dem di spicco dell’esecutivo comunale, e per giunta in presenza del dato stratosferico raggiunto in città da Fratelli d’Italia che è andata oltre il 22%.

Ma proprio i meloniani potrebbero essere l’unico “intralcio” ai piani politici di Cannizzaro. Fratelli d’Italia del resto vuole sfruttare il momento magico della vittoria delle elezioni di Giorgia Meloni per poter contare di più nei tavoli che contano. Come quelli delle decisioni delle candidature. E non ci vuole molto a capire che pur non puntando direttamente alle comunali di Reggio, i Fratelli d’Italia reggini sentano di essere nelle condizioni di alzare la posta. Anche perché, fanno filtrare i meloniani, c’è una partita aperta anche alla Regione dove la sostituzione di Fausto Orsomarso in giunta può stimolare appetiti, ma anche sedare gli animi in presenza di accordi diversi da quelli che però, al momento, sembrano non riscrivibili. Così entrano in campo i detrattori, e sottolineano che si, è vero che FdI è primo partito a Reggio, avendo sfruttato l’onda lunga del consenso della sua leader, ma è altrettanto vero che in città il dato va al di sotto della media nazionale. Tuttavia il fattore tempo resta un fattore importante. Formalmente per il Comune di Reggio si tornerà a votare fra tre anni. E del resto si sa, già tra oggi e domani, in politica, può cambiare il mondo.

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