giovedì,Maggio 2 2024

Quirinale, Auddino: «No alla svolta “presidenzialista” con Draghi presidente della Repubblica»

Il senatore del M5S: «Una volta eletto Draghi dovrebbe scegliere il proprio sostituto a Palazzo Chigi, cosa che comporta il rischio di “eterodirigere” il nuovo Governo dal Quirinale»

Quirinale, Auddino: «No alla svolta “presidenzialista” con Draghi presidente della Repubblica»

«Ritengo che un’eventuale elezione dell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica stravolgerebbe l’assetto istituzionale delineato dalla nostra Costituzione avviando la trasformazione della nostra Repubblica parlamentare verso un presidenzialismo di fatto».

Sulla scelta del futuro presidente della Repubblica si registra l’intervento del senatore del M5S Giuseppe Auddino. «Già con la nomina di Monti da parte di Napolitano l’assetto istituzionale ha subìto indubbiamente una torsione “presidenzialista” con un evidente ampliamento del ruolo del Presidente della Repubblica ed un indebolimento del ruolo del Parlamento.

Ma se l’attuale Presidente del Consiglio Draghi dovesse salire al Colle avremmo un passaggio negativo ulteriore: nessun Presidente del Consiglio in carica è mai stato eletto Presidente della Repubblica, sarebbe indubbiamente uno scenario che rischia di creare un rompicapo istituzionale inedito.

Una volta eletto, Draghi non potrebbe restare a capo del Governo motivo per cui il Presidente della Repubblica Mattarella dovrebbe accettarne le dimissioni mentre Draghi (non più capo del Governo, non ancora capo dello Stato) dovrebbe restare in “attesa” fino al passaggio di consegne.

Una volta al Quirinale Draghi dovrà scegliere il proprio sostituto a Palazzo Chigi, cosa che comporta il rischio di “eterodirigere” il nuovo Governo dal Quirinale: di fatto una modifica dell’assetto istituzionale, che a me pare una contraddizione evidente per la Repubblica parlamentare italiana, un paradosso senza precedenti che va a stravolgere la nostra Carta costituzionale e l’equilibrio fra la Presidenza della Repubblica, l’esecutivo e il Parlamento!» conclude.

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