lunedì,Aprile 29 2024

Ponte sullo Stretto, Caminiti batte i pugni: «Villa non sarà la città sotto il ponte»

Non cela la preoccupazione il sindaco villese e rivendica la centralità della posizione del comune: «Se hanno deciso di farlo dobbiamo poter ridisegnare il volto della città»

Ponte sullo Stretto, Caminiti batte i pugni: «Villa non sarà la città sotto il ponte»

Villa San Giovanni non ci sta a rimanere spettatatrice mentre dall’alto viene deciso come l’intera città cambierà volto. E lo ha detto chiaramente il primo cittadino Giusy Caminiti che, in occasione del primo incontro “No Ponte”, ha ribadito le intenzioni e la posizione dell’amministrazione.

«È una posizione in questo momento, in questa fase, molto preoccupata. Non è una posizione ideologica né di contrarietà né a favore dell’opera sullo Stretto. Noi rivendichiamo con forza di essere la città del ponte». 

L’impatto del ponte

Su questo punto il sindaco non intende cedere nella consapevolezza che «L’impatto che l’opera avrà su Villa San Giovanni è ben diverso anche dall’impatto che avrà su Messina. Questa città vuole non essere la città sotto il ponte. Ma se c’è una scelta politica nazionale seria per cui si è già deciso che il ponte si farà allora Villa San Giovanni deve essere tutelata in tutte le sue manifestazioni». 

E dopo dieci anni, il terrore diffuso è che si possa riverificare ciò che è già accaduto. Che sia aprano cantieri che sfregino in territorio in modo del tutto inutile. Resta a memoria la cicatrice della Variante di Cannitello. Quell’ecomostro, così è stato ribattezzato, lasciato in eredità dal Ponte che non c’è.

La posizione di Villa

Ed è per scongiurare questa evenienza che la Caminiti ha assunto una posizione ferma: «Abbiamo bisogno di capire perché dobbiamo predisporre una pianificazione del territorio. Il piano strutturale e l’aggiornamento del piano spiaggia, tutto dipende da questa scelta politica.

E allora, se come pare, soprattutto alla luce della firma del decreto legge da parte del presidente Mattarella, è stato nuovamente messo in campo il ponte, abbiamo necessità di confrontarci con un metodo tecnico scientifico al tavolo ministeriale. Dobbiamo farlo per capire come questa città deve cambiare volto. Lo dobbiamo fare per poter prima sostenere un cantiere enorme invasivo come quello del ponte sullo Stretto e poi per modificare la sua vocazione nel momento in cui sarà un’opera realizzata». 

Le richieste

Richieste lecite che non si oppongono ma che pretendono rispetto per la città che più di tutte subirebbe una profonda metamorfosi. Ma per farlo, ha concluso la Caminiti «abbiamo bisogno non di essere ricevuti dalla politica ma di essere dalla politica indirizzati verso un lavoro sistematico. Un lavoro serio che metta in campo le migliori competenze del nostro territorio. In questo senso abbiamo già votato in consiglio comunale una commissione di studio. Questa affiancherà la commissione territorio che si troverà ad essere impattata dal progetto ponte da esaminare da valutare».

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