domenica,Aprile 28 2024

Congresso FdI a Reggio, Marino suona la carica: «Il giocattolo di Falcomatà si è rotto, puntiamo Comune o Città metropolitana»

Il capogruppo a Palazzo San Giorgio analizza il momento politico vissuto in città e rilancia il suo partito, con l’occhio rivolto al Parlamento per il tanto atteso ritorno delle Province… e delle circoscrizioni

Congresso FdI a Reggio, Marino suona la carica: «Il giocattolo di Falcomatà si è rotto, puntiamo Comune o Città metropolitana»

Dopo il Congresso della Città metropolitana di Reggio Calabria, che ha visto eletti Bruno Squillaci ed Ersilia Cedro, Fratelli d’Italia vuole recitare un ruolo diverso all’interno dello scacchiere politico locale e del centrodestra in particolare. In tal senso il Congresso si è rivelato necessario e importante anche in proiezione futura, rispetto a quello che sta succedendo in Consiglio comunale, con la crisi di rapporti tra Falcomatà e la sua maggioranza, e la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra.
Demetrio Marino è l’unico rappresentante a tenere alta la bandiera dei meloniani a Palazzo San Giorgio, nonostante Fratelli d’Italia abbia registrato un exploit alle ultime politiche.

«Usciamo da dieci anni di commissariamento e questa era la fase più importante, con un governo a trazione Fratelli d’Italia, da avviare a Reggio Calabria, ma anche nella provincia, con momenti di condivisione e attraverso i congressi, anche per definire l’asset che dovrà necessariamente vedere protagonista Fratelli d’Italia anche alle amministrative. Non dimentichiamo che nella provincia di Reggio Calabria alle ultime elezioni politiche del 2022 abbiamo raggiunto come Fratelli d’Italia il 22% alla Camera e il 23% al Senato. Significa che il popolo di Fratelli d’Italia c’è, esiste, ma deve essere anche rappresentato nelle amministrazioni sia a livello provinciale che a livello comunale. Nelle ultime elezioni comunali, in particolare, abbiamo avuto due rappresentanti di Fratelli d’Italia, ma oggi mi ritrovo, dopo quasi 4 anni, ad essere l’unico rappresentante del partito. Ora c’è una nuova classe dirigente, nuovi ragazzi, nuove persone che si sono avvicinate in questa fase anche congressuale per definire al meglio il percorso che dovrà necessariamente vedere protagonista Fratelli d’Italia sullo scenario cittadino, ma anche metropolitano».

L’esperienza ormai trentennale nelle istituzioni cittadine l’ha portato nell’ultimo Consiglio comunale a sfidare, in un certo senso, la maggioranza sulla questione della mozione di sfiducia, ora però tocca capire quanto questa mozione di sfiducia possa essere funzionante allo scopo per cui è nata.
«Noi abbiamo il dovere di esprimere anche quelle che sono le posizioni di una parte della città, perché è chiaro che il centrodestra è stato votato alle ultime elezioni comunali con quasi il 37%, quindi abbiamo il dovere di essere non solo opposizione ma anche alternativa a quello che sarà il futuro della città di Reggio Calabria e il sindaco dopo i suoi due anni e mezzo di sospensione sta dimostrando di aver perso tanto tempo, tanto terreno e tanti uomini. E’ stato l’unico politico che ha perso nelle sue liste civiche degli uomini che, attenzione, sono passati all’opposizione. Pertanto si è indebolito dal punto di vista politico ma anche all’interno del suo partito e noi abbiamo il dovere anche di fare emergere queste contraddizioni».

Marino insiste sul punto rimarcando che, sostanzialmente, quelle contraddizioni indirizzano la questione solo in una direzione: se il sindaco non dispone più delle condizioni delle elezioni del 2020, dovrebbe dimettersi, anche perchè, è il ragionamento del capogruppo meloniano a Palazzo San Giorgio, nel momento in cui si entra in consiglio comunale senza avere la maggioranza, e soccombendo con i numeri sui punti all’ordine del giorno, Falcomatà ha il dovere di prenderne atto e dimettersi per ridare alla sua coalizione la fiducia che chiaramente non può ottenere, forzandola con assessori nuovi.
«Noi abbiamo avuto la necessità di fare questa mozione di sfiducia per tutto questo, perché non ha più la fiducia del suo partito, perché ancora oggi non sappiamo se hanno avuto colloqui di conclusione sulla vicenda giunta, e non sappiamo neanche se le altre parti politiche che afferiscono alla maggioranza sono daccordo. Chiaramente in questa grande confusione noi in maniera unitaria – ed è stato bello vedere accanto a noi anche Angela Marciano ma anche Massimo Ripepi – dobbiamo definire questo nuovo percorso che speriamo si allarghi ad altri componenti della maggioranza. Noi siamo alla ricerca chiaramente di altre componenti e speriamo di arrivare al Consiglio comunale con una risultanza che porti alla fine il nostro percorso».

E se dalla maggioranza non dovessero arrivare i segnali, e più in concreto i voti, per la mozione di fiducia?
«Ritengo che comunque il giocattolo s’è rotto. Nelle parole del centrosinistra che dice iniziamo un nuovo percorso per completare la consiliatura, io leggo che invece sono ai titoli di coda, e che sostanzialmente non vedremo una consiliatura, se andrà avanti così, forte come l’inizio della prima e della seconda consiliatura da parte di Falcomatà. Mi pare invece che il sindaco sia ogni giorno ricattato da tutti questi partiti, e da tutti i consiglieri, che chiaramente oggi ambiscono più ad avere un ruolo in proiezione futura, non per tutta la coalizione, ma sostanzialmente per i loro partiti». Indipendentemente da come andrà a finire la vicenda Falcomatà-Pd, se cioè farà breccia nella maggioranza la mozione di sfiducia o se il sindaco riuscirà a finire il mandato, nel centrodestra bisognerà muoversi per tempo vista anche l’esperienza delle scorse comunali.

Ma qual è il ruolo che vuole recitare Fratelli d’Italia?
«Come detto prima Fratelli d’Italia ha il dovere di essere protagonista di un percorso e noi attendiamo con ansia e soddisfazione se si definirà quel percorso amministrativo che vede protagonista l’abolizione della legge Del Rio per rimettere in campo quelle che era l’ex provincia oggi Città metropolitana però col voto diretto. Il voto di secondo grado non ha soddisfatto concretamente l’azione operativa della Città metropolitana e ritengo che bisogna ritornare di nuovo con le sentinelle delle province che erano i consiglieri provinciali e anche, nel comune di Reggio Calabria, alle circoscrizioni che erano le sentinelle delle periferie. Allora la politica si deve riappropriare di questo ruolo e Fratelli d’Italia, essendo il primo partito nazionale, ha il dovere di decidere di portare avanti uno dei due enti. Ecco noi puntiamo ad essere rappresentativi nel panorama provinciale o comunale. Dipenderà poi dalla coalizione decidere chi rappresenterà una delle due».

top