lunedì,Aprile 29 2024

Lfa Reggio Calabria, Ballarino: «Contro di me campagna d’odio immotivata. Noi vogliamo comprare il marchio»

Il direttore generale degli amaranto dopo la contestazione di domenica scorsa ne ha per tutti. E sul Sant’Agata: «Ci vogliono due milioni e mezzo per l’agibilità»

Lfa Reggio Calabria, Ballarino: «Contro di me campagna d’odio immotivata. Noi vogliamo comprare il marchio»

«Domenica è successa una cosa gravissima. Non so se è vera e se parte dal cuore o no. Può darsi ci siano situazioni di dietrologia, ma io dico se ci sono imprenditori disponibili ad acquisire la Reggina do tempo cinque giorni per farmi pervenire una manifestazione di interesse e se sono in condizioni di garantire quello che posso garantire io, tolgo il disturbo.

Se entro 5 giorni non si avvicina nessuno – perché io non voglio soci – deciderò io insieme ai tifosi e alla città quello che dobbiamo fare perché soltanto un patto d’acciaio può garantire una cosa seria. Sicuramente questa società non smantellerà, ma faremo le nostre cose. Per noi Reggio è una piazza importante e merita rispetto e il giorno in cui noi non saremo in grado di mantenere quello che promettiamo dal punto di vista economico, saremo noi per primi a dire: togliamo il disturbo. Ma io rilancio, non me ne vado».

Così il direttore generale Antonino Ballarino ha deciso di rispondere alla contestazione esplosa domenica scorsa al termine dell’ennesima sconfitta casalinga della Lfa Reggio Calabria, Lo ha fatto mettendo in piedi una conferenza stampa in cui oltre a metterci la faccia, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa contro i detrattori – «io mi sono innamorato di questa Reggina» dice – che hanno rivolto critiche anche sul piano personale e familiare.

Ballarino quindi non ci sta a ricevere attacchi dopo appena 70 giorni: «Fin dal primo giorno – ha detto – si è scatenata in maniera io dico senza motivo una campagna d’odio e di attacchi personali. Ma la cosa che più mi ha fatto ridere è stato quando mi hanno definito povero e sciocco. Io auguro a tutti voi di essere poveri come me – ha sbottato -. Ma io qui, quando sono arrivato, ho trovato solo macerie».

Ballarino sceglie quindi una linea anche in qualche modo aggressiva dopo gli attacchi ricevuti in questa prima parte di campionato. Il direttore generale racconta anche di come si sono avvicinati imprenditori locali e di come siano scomparsi nel giro di qualche giorno, ricordando che in due mesi e mezzo sono state allestite la squadra principale e 4 squadre giovanili.

«Sono stato attaccato in cose inutili che – ha detto Ballarino – comunque dovrebbero far vergognare non chi le dice ma chi le legge. Questo è quello che sta succedendo dopo 70 giorni che sono qui. La prima domanda che mi è stata fatta è se io ero interessato alla Dante Alighieri. Signori ho dato una risposta precisa: Io non sono interessato alla Dante Alighieri per un motivo: se sono morto di fame non posso comprarla. Se me la regalano me la prendo, a caval donato non si guarda in bocca…».

Ballarino ha poi spiegato che «è vero che sono da tanti anni con e-campus, non ci nascondiamo, ed è vero che e-campus insieme a qualche altra università voleva prendersi la Dante Alighieri. E-campus ha saputo della mia venuta a Reggio l’11 settembre, successivamente alla mia assegnazione, perché la mia amministrazione e quella di e-campus sono due cose diverse. Oggi sono nostri sponsor, non so il prossimo anno. I soldi li ho messi io insieme al mio partner, e-campus non c’entra niente».

Altro passaggio netto è quello di svicolarsi dalle accuse di essere venuto a Reggio a fare politica: «Sono venuto qui perché Reggio è una grande piazza, perché in questi 8 anni ha sancito due fallimenti e io non voglio essere il terzo. Io non fallirò, perché io distinguo sempre ciò che è la società che gestiamo noi, e la squadra che è del popolo. Faccio politica dall’esterno, come tutti, ma io faccio altre cose».

«Dicono che il Trapani ha speso 1 milione e 60mila euro – ha proseguito Ballarino -. Quest’anno c’era un Bilancio da 1,8 milioni. Io sono oculato ed ho la grande capacità di far entrare soldi. Io credo che negli ultimi 5 o 6 anni i calciatori non sono stati in regola come quest’anno abbiamo pagato ottobre, entro il 16 pagheremo novembre. Questa è una società che prende impegni e li mantiene, perché lo può fare. Oggi ci sono i contratti che vanno rispettati».

Il discorso scivola quindi sul Centro sportivo Sant’Agata su cui c’è un discorso particolare, ammette Ballarino. «Qui c’è la storia, da qui sono usciti giocatori importanti. Ritrovo questo centro sportivo dopo trent’anni. Lasciamo stare che siamo entrati con molte difficoltà anche perché la società precedente non aveva pagato le bollette. Oggi per viaggiare in trasferta o mangiare fuori dobbiamo pagare prima, perché chi mi ha preceduto non ha pagato. Oggi questa società non ha un debito perché volente o nolente pago prima.

Mi sono permesso di dire che è fatiscente. Un centro sportivo di calcio si distingue per i campi da gioco. Su sei campi è utilizzabile solo uno. Chi lo prenderebbe il Sant’Agata? Ora ci minacciano pure, dicendoci che giorno 18 ce ne dobbiamo andare che scade la convenzione. Ma secondo voi dopo aver fatto quello che devo fare torno al Sant’Agata? Per aggiustare un campo, e riportarlo all’agibilità ci vogliono 500mila euro. Ci vogliono quindi 2,5 milioni di euro perché la Lega non ce li omologa».

Il marchio e i tempi di acquisto

A proposito del marchio, altro tassello della contestazione di domenica scorsa, è l’avvocato Sbarbaro, legale della società amaranto a fare il punto, chiarendo che la proprietà «fin dall’inizio mi ha segnalato l’intenzione di acquisire i marchi e diciamo beni materiali. C’è un motivo perché così vengono definiti anche nella perizia precedente con cui questa società le aveva acquistati dal fallimento nel 2019.
Però come sapete il soggetto che detiene questi beni e cioè la Reggina del 1914 attualmente è soggetto a un procedimento, perché è vero che era stato omologato l’accordo di ristrutturazione dei debiti e di transazione delle pendenze tributarie e previdenziali; è vero però che questo provvedimento è stato reclamato.

Quindi, poiché come sapete i presupposti di quell’accordo di ristrutturazione del debito della sua omologa sono venuti meno perché tra le considerazioni che il Tribunale aveva fatto in sede di omologa c’era la presenza degli introiti derivanti dai diritti televisivi, per la partecipazione alla serie B, e anche i valori dei beni materiali che erano lì indicati – crediti sportivi di altra natura il valore dei calciatori – sono venuti meno».

Dunque, non può essere fatta al momento un’operazione di acquisto di beni da quella società, «quantomeno – aggiunge l’avvocato – finché non si chiarirà questa situazione. Quindi noi non possiamo fare altro, nell’interesse di chi come la Lfa Reggio Calabria è interessato ad acquistare questi beni materiali, che monitorare la situazione, e come stiamo facendo fin dall’inizio attendere che si chiarisca esattamente chi è l’interlocutore, e qual è il procedimento per poter perfezionare questo acquisto».

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