venerdì,Aprile 26 2024

Reggio, otto ore in attesa al Pronto soccorso per un arto rotto

La testimonianza racconta anche di un anziano in evidente stato di confusione lasciato da solo su di una sedia a rotelle

Reggio, otto ore in attesa al Pronto soccorso per un arto rotto

Reggio, otto ore in attesa al Pronto soccorso per un arto rotto. Ancora pronto soccorso da incubo nel Grande ospedale metropolitano a Reggio Calabria. C’è la testimonianza di una donna, rimasta in attesa nel nosocomio reggino per otto ore, e che si sfoga su Facebook. Una storia come tante altre, tutte hanno in comune le stesse mancanze, le stesse inefficienze che durano da troppo tempo e per le quali, all’orizzonte, non si intravede una soluzione.

La storia, come denunciato, comincia alle 14, con accesso al triage del pronto soccorso per un arto rotto. Passano sei ore, «alle 20.00 ancora nessuno ha visitato il paziente» scrive la signora. I locali sono stati rinnovati, sistemati, ma le carenze ed i disagi che i pazienti costretti a ricorrervi sono sempre uguali.

Prosegue il racconto «Tra maleducazione degli infermieri e menefreghismo della postazione del triage. Medici reperibili che non vengono chiamati». Una denuncia forte che evidenzia, ancora una volta come, anche le cose più semplici, possano diventare complicate in mancanza di personale, medico ed infermieristico. E la situazione peggiora in concomitanza delle tante emergenze che, più frequentemente, si susseguono nei giorni delle festività.

C’è un signore che ha una scheggia dentro un occhio, ebbene «è rimasto in attesa quattro ore, per poi vedersi mettere una goccia di anestetico e per essere invitato a tornare il giorno seguente». E poi c’è la pietosa situazione di un anziano, dimesso e lasciato lì da solo per circa quattro ore nonostante fosse «in evidente stato di disabilità motoria e psichica. Nessuno si preoccupa di chiamare la famiglia – denuncia la signora – di cercare una soluzione per questo poveretto, abbandonato a se stesso, seduto su una sedia a rotelle, lasciato come un sacco di patate». Po l’amara conclusione «Questa è solo una piccola parte di quello che ho visto nelle 8 ore passate al Pronto soccorso di Reggio Calabria. Non si chiede l’eccellenza. Mancano le basi dell’assistenza sanitaria».

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