Scilla, Ciccone scivola sul lungomare e attacca i commissari
L'ex sindaco fa la conta dei danni dopo la mareggiata ma dimentica che la scelta degli arredi era stata la sua
Ci ricasca l’ex sindaco Pasquale Ciccone. Il suo attacco sui social è ancora una volta rivolto ai commissari ma dimentica, puntualmente, di fare una necessaria ricostruzione dei fatti.
La materia del contendere è ancora una volta il lungomare ma, questa volta, invece di rivendicare la paternità dell’opera si scaglia contro i commissari rei di non aver messo in sicurezza panchine e fioriere prima della mareggiata.
Già solo questo sarebbe sufficiente a strappare una risata. Ma si rimane senza parola quando Ciccone inizia a fare la conta dei danni.
L’attacco di Ciccone ai commissari
«Il nostro lungomare devastato dalla mareggiata. Da diversi giorni era stata annunciata l’allerta meteo con una forte mareggiata – esordisce l’ex sindaco di Scilla il cui Consiglio fu sciolto per mafia – tutti i ristoratori del posto hanno provveduto a difendersi dall’evento calamitoso per evitare danni economici. Solo chi amministra il comune, come si vede dalle foto, non ha ritenuto provvedere a salvaguardare il bene comune pagato con i soldi dei contribuenti. Panchine costo cadauno: circa 800 euro. Vasi: costo cadauno circa 200 euro. Totem da sosta per i parcheggi a pagamento: costo cadauno circa 10.000 euro. Perché tanta indifferenza? Eppure bastava poco prevenire questo danno economico. Per amministrare bene, bisogna amare il proprio territorio, solo così è possibile difenderlo e svilupparlo nel migliore dei modi».
Le responsabilità
Forse Ciccone, prima di attaccare i commissari, dovrebbe riflettere sulla scelta fatta dalla sua amministrazione di collocare panchine e vasi, anche abbastanza costosi, senza preoccuparsi del fatto che non fossero in alcun modo fissati al suolo o messi in sicurezza. Anche perché, che le mareggiate siano di casa non è una novità a Scilla, tanto che i cittadini sanno bene come affrontarle.
Dunque, volendo analizzare la riflessione di Ciccone, cosa si sarebbe dovuto fare? Forse incaricare un operaio del Comune e chiedergli di tirar via dal lungomare panchine e fioriere per portarle in un luogo sicuro in attesa che passasse la mareggiata? Vogliamo credere che Ciccone non si riferisse a questa possibile soluzione. Ma non lo sapremo mai, considerato che l’ex sindaco attacca senza spiegare quale sarebbe stata la soluzione veloce e vincente.
Ciccone, insomma, è come se stesse attaccando se stesso allo specchio. Un quadro che, visto così, fa già sorridere.
Fare autocritica probabilmente è più impegnativo e complicato che scagliarsi con l’amministratore di turno che, invece, si trova a dover sopperire a scelte altrui che, guardano la situazione attuale, forse sono state prese senza la dovuta attenzione. Ma questo non sta a noi dirlo, di certo, il grande progetto del lungomare e il relativo finanziamento, rimangono ancora velati di dubbi e perplessità.
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