lunedì,Ottobre 14 2024

Scilla, Ciccone scivola sul lungomare e attacca i commissari

L'ex sindaco fa la conta dei danni dopo la mareggiata ma dimentica che la scelta degli arredi era stata la sua

Scilla, Ciccone scivola sul lungomare e attacca i commissari

Ci ricasca l’ex sindaco Pasquale Ciccone. Il suo attacco sui social è ancora una volta rivolto ai commissari ma dimentica, puntualmente, di fare una necessaria ricostruzione dei fatti.

La materia del contendere è ancora una volta il lungomare ma, questa volta, invece di rivendicare la paternità dell’opera si scaglia contro i commissari rei di non aver messo in sicurezza panchine e fioriere prima della mareggiata.

Già solo questo sarebbe sufficiente a strappare una risata. Ma si rimane senza parola quando Ciccone inizia a fare la conta dei danni.

L’attacco di Ciccone ai commissari

«Il nostro lungomare devastato dalla mareggiata. Da diversi giorni era stata annunciata l’allerta meteo con una forte mareggiata – esordisce l’ex sindaco di Scilla il cui Consiglio fu sciolto per mafia – tutti i ristoratori del posto hanno provveduto a difendersi dall’evento calamitoso per evitare danni economici. Solo chi amministra il comune, come si vede dalle foto, non ha ritenuto provvedere a salvaguardare il bene comune pagato con i soldi dei contribuenti. Panchine costo cadauno: circa 800 euro. Vasi: costo cadauno circa 200 euro. Totem da sosta per i parcheggi a pagamento: costo cadauno circa 10.000 euro. Perché tanta indifferenza? Eppure bastava poco prevenire questo danno economico. Per amministrare bene, bisogna amare il proprio territorio, solo così è possibile difenderlo e svilupparlo nel migliore dei modi».

Le responsabilità

Forse Ciccone, prima di attaccare i commissari, dovrebbe riflettere sulla scelta fatta dalla sua amministrazione di collocare panchine e vasi, anche abbastanza costosi, senza preoccuparsi del fatto che non fossero in alcun modo fissati al suolo o messi in sicurezza. Anche perché, che le mareggiate siano di casa non è una novità a Scilla, tanto che i cittadini sanno bene come affrontarle.

Dunque, volendo analizzare la riflessione di Ciccone, cosa si sarebbe dovuto fare? Forse incaricare un operaio del Comune e chiedergli di tirar via dal lungomare panchine e fioriere per portarle in un luogo sicuro in attesa che passasse la mareggiata? Vogliamo credere che Ciccone non si riferisse a questa possibile soluzione. Ma non lo sapremo mai, considerato che l’ex sindaco attacca senza spiegare quale sarebbe stata la soluzione veloce e vincente.

Ciccone, insomma, è come se stesse attaccando se stesso allo specchio. Un quadro che, visto così, fa già sorridere.

Fare autocritica probabilmente è più impegnativo e complicato che scagliarsi con l’amministratore di turno che, invece, si trova a dover sopperire a scelte altrui che, guardano la situazione attuale, forse sono state prese senza la dovuta attenzione. Ma questo non sta a noi dirlo, di certo, il grande progetto del lungomare e il relativo finanziamento, rimangono ancora velati di dubbi e perplessità.

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