Completamento reti fognarie: interventi da 1,2 milioni su Cannavò, Riparo Vecchio e San Sperato
Alle notevoli criticità, il sindaco Giuseppe Falcomatà e l’assessore ai Lavori pubblici con delega alle Grandi opere Giovanni Muraca hanno inteso a ovviare con la costruzione di un cunettone per le acque pluviali
Completamento delle reti fognarie, deliberati dalla Giunta comunale due distinti interventi da 680mila euro per via Carrubara e 600mila per i quartieri di Cannavò, Riparo Vecchio e San Sperato, garantiti con la legge per il rifinanziamento del “decreto Reggio”.
L’opera nei paraggi di San Cristoforo risulta strategica per l’intera zona alta della città, considerando che via Carrubara collega l’area di San Cristoforo al popoloso quartiere di Condera e al Gom (Grande ospedale metropolitano) e che l’arteria è piagata da problemi cronici per quanto attiene al rimescolamento e alla discesa a valle di “acque bianche” e “acque nere”.
Anche in questo caso, come per altri interventi dello stesso segno, appare dunque di grande rilevanza l’obiettivo perseguito dell’eliminazione delle acque pluviali dalle fognature, ai fini della rispettiva corretta irreggimentazione.
In particolare, d’inverno, nella popolosa area Vallone Croce e in zona Carrubara le acque torrenziali a ogni precipitazione ripropongono grandi problemi nel convogliamento delle acque piovane. Questo perché in via Vallone Croce non esiste collettore di smaltimento, e nel tratto finale l’acqua piovana si mischia ai liquami fognari, mentre in via Carrubara le caditoie sono collegate a una rete fognaria di portata insufficiente, collegata al collettore che conduce acque bianche e nere in direzione Spirito Santo, a valle.
L’espansione urbanistica di Reggio Calabria ha fatto venir meno o reso inadeguato pure il collettamento delle acque piovane nella zona di Cannavò e – in misura inferiore – Riparo Vecchio; problematica acutizzata dal concreto smaltimento di buona parte della pioggia raccolta attraverso le fognature, che nella parte bassa della città molto spesso non reggono i carichi eccessivi e finiscono per “saltare”.
Di particolare gravità le problematiche eccepite dai residenti in area San Sperato, dove da anni il mancato convogliamento delle acque meteoriche nel torrente Calopinace trasforma le carreggiate in autentici fiumi, da Riparo Vecchio giù fino al rione Modena, nella zona Sud della città. Anche qui, lungo il percorso, le acque bianche si mescolano alle acque nere, saturando ulteriormente le condotte fognarie.
A queste notevoli criticità, il sindaco Giuseppe Falcomatà e l’assessore ai Lavori pubblici con delega alle Grandi opere Giovanni Muraca hanno inteso a ovviare con la costruzione di un cunettone per le acque pluviali nei pressi del bivio Riparo/Sala di Mosorrofa, di un cunettone d’acque pluviali in via San Sperato e di un collettore al servizio del quartiere di Cannavò, tutti con scarico nel Calopinace; con l’edificazione di un collettore in via Carrubara San Cristoforo e di un tratto di condotta fognaria da via Reggio Campi verso il torrente Petrara; e ancora, mediante la costruzione di un collettore in via Vallone Croce e in via Ecce Homo e col completamento della rete fognaria della strada metropolitana per Cannavò, anche in questo caso con scarico nel torrente Calopinace.
«Includendo il completamento condotte fognarie in via Petrara, siamo di fronte a opere tutte fondamentali per la zona alta di Reggio e, alla fine, anche per l’area Sud della città. Il nodo, però – puntualizza l’assessore Muraca –, è che oggi ci troviamo di fronte a un fenomeno completamente inedito, piogge tropicali di portata ingentissima rispetto alle quali le opere pregresse risultano largamente insufficienti. Per fronteggiare queste “bombe d’acqua”, che in pochi minuti riversano sulle nostre strade e sulle condutture il quantitativo di precipitazioni che sul nostro territorio di norma si registrava nell’arco d’intere settimane invernali, in questi anni s’è programmata la costruzione di condotte e collettori nuovi ed efficienti: adesso, queste cruciali opere le stiamo realizzando».