venerdì,Maggio 10 2024

Edilizia popolare, l’Osservatorio per il disagio abitativo chiede un incontro a Falcomatà

«Tale situazione di carenza delle risorse disponibili per l’edilizia sociale e popolare non solo costituisce un danno che non dovrebbe esistere per i cittadini che soffrono disagi da mancanza o precarietà di abitazioni, ma rappresenta uno sfascio sociale e ambientale gravissimo per la città e i suoi abitanti»

Edilizia popolare, l’Osservatorio per il disagio abitativo chiede un incontro a Falcomatà

Le organizzazioni riunite nell’Osservatorio per il disagio abitativo hanno chiesto al sindaco Falcomatà, all’assessore alle Politiche abitative Albanese e a tutta la Giunta comunale, poiché vari assessorati a diverso titolo sono coinvolti, un incontro sui problemi legati al «disagio abitativo e della precarietà e carenza delle risorse disponibili per l’edilizia sociale e popolare, un’emergenza gravissima, ormai divenuta purtroppo endemica nella nostra città».

«È inaccettabile – scrivono i componenti dell’Osservatorio – e nel contempo paradossale, che gravi problemi di disagio abitativo, datati di decenni, permangano nella città di Reggio Calabria, considerata la “capolista” italiana (ed europea) nel rapporto “abitazioni vuote o inutilizzate/abitanti”.  I dati forniti dall’Istat dichiarano infatti, oltre 62.000 case o appartamenti annoverabili tra le categorie suddette del mercato privato. A questi dati si deve aggiungere che con un patrimonio Erp di circa 7.000 alloggi popolari, l’applicazione del turn-over di legge consentirebbe al Comune di ottenere dal 10 al 15% di alloggi da riassegnare agli aventi diritto».

L’Osservatorio sottolinea ancora che «tale situazione non solo costituisce un danno che non dovrebbe esistere per i cittadini che soffrono disagi da mancanza o precarietà di abitazioni, ma rappresenta uno sfascio sociale e ambientale gravissimo per la città e i suoi abitanti, oltre che uno spreco, per la mancata fruizione di un patrimonio che potrebbe costituire, tra l’altro, uno dei caposaldi di azioni di riqualificazione urbanistica e di sviluppo locale sostenibile».

La lettera con richiesta d’incontro prosegue: «Più volte, nel recente passato, le organizzazioni dell’Osservatorio – e prima della sua costituzione le associazioni già attive sulla questione casa – hanno sottolineato i gravi problemi che affliggono il settore in note e documenti diffusi e inviati a codesta Amministrazione, indicando anche, laddove possibile, le modalità di avvio di auspicabili inversioni di tendenza verso le loro risoluzioni: dalla verifica dei titoli degli attuali titolari di alloggi di edilizia popolare, alla consistenza delle liste dei richiedenti alloggio, alle operazioni di cambio alloggio, alle manutenzioni, fino all’ampliamento del patrimonio pubblico comunale tramite azioni di  acquisizione di nuovi alloggi, con modalità convenzionate, pattuite o agevolate, ecc».

L’istanza si conclude auspicando «un’interazione positiva con codesta Amministrazione», sottolineando la possibilità di «mettere a disposizione di azioni di gestione virtuosa dei problemi le conoscenze accumulate sia nelle esperienze svolte in molti anni di attività sulla questione, sia negli specialismi presenti tra le professionalità annoverabili tra i componenti delle organizzazioni dell’Osservatorio».

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