Accoglienza a Reggio, siglato l’accordo tra Europasilo e Re.Co.Sol.
Protagoniste realtà da anni impegnate attivamente per unire tutela dei diritti e coesione delle comunità locali
Un accordo di programma per lo sviluppo del modello di accoglienza integrata e diffusa e per la riforma del sistema di accoglienza. A siglarlo, stamane a palazzo Alvaro, Europasilo e l’associazione Re.Co.Sol., realtà da anni impegnate attivamente nello sviluppo di forme di accoglienza capaci di unire tutela dei diritti, protagonismo dei migranti e coesione delle comunità locali. Il protocollo individua alcune azioni congiunte, per realizzare una sinergia operativa continua e progressiva tra le due reti.
Il modello italiano
Ad aprire il lavori Michele Rossi, coordinatore della rete nazionale Europasilo «Un accordo strategico perché rilancia un modello dell’accoglienza che è nato in Italia, una specificità e un’eccellenza italiana perché vede impegnati direttamente amministrazioni locali, enti comuni e unioni di comuni, ed enti di tutela, nati e cresciuti insieme ai migranti per tutelarne i diritti: diritto d’asilo in primis, ma anche diritti ad essere cittadini del Paese nel quale si trovano e costruire un percorso di integrazione sociale che possa arricchire i territori».
Michele Conia, consigliere metropolitano di Reggio Calabria con delega alle politiche dell’immigrazione, dell’accoglienza e della pace ricorda «Presentiamo questo accordo, con una serie di punti, a nostro avviso necessari per migliorare il sistema di accoglienza in un momento in cui questa tematica diviene fondamentale rispetto ai fatti di Steccato di Cutro che ogni giorno continuano a devastare le morti in mare. In un momento in cui su questo tema si continua a parlare prr slogan e a non capire la realtà, a non capire che comunque le persone continuano ad arrivare perché sono costretti a fuggire dai loro territori. È necessario essere seri, responsabili ma affrontare queste tematiche senza mai perdere l’umanità».
Gli enti storici dell’accoglienza
Giovanni Maiolo, Presidente dell’associazione Recosol – rete delle comunità solidali chiosa «Stipuliamo un accordo che riunisce enti storici del terzo settore che fanno l’accoglienza dei migranti nel Paese. Viviamo un momento storico particolare in cui la gente in mare non viene salvata, in cui si cerca di depotenziare il sistema di accoglienza che andrebbe potenziato, a maggior ragione visto che il governo ha dichiarato che si aspettano 900mila arrivi.
Quindi se si vogliono evitare problemi sociali di sicurezza serve potenziare l’accoglienza. Ma gli atti del governo vanno in direzione opposta per cui noi, enti locali ed enti del terzo settore, ci siamo uniti per ribadire che bisogna rinforzare il sistema: ci sono molti comuni e sindaci che si mettono in gioco, insieme alle loro comunità e ancora tanti enti del terzo settore pronti a fare la loro parte. Vanno messi nelle condizioni di farlo al meglio».
Rilanciare l’accoglienza
Luigi De Filippis, presidente dell’associazione Coopisa precisa che «L’accordo è un modo per rilanciare dopo vent’anni un’accoglienza che tenga conto delle esigenze soprattutto nei piccoli comuni, e anche una rivisitazione di tutta la giurisdizione in tema di accoglienza che negli ultimi anni ha determinato un peggioramento della condizione di integrazione dei beneficiari.
Infine parola a Gianfranco Schiavone, giurista e presidente Ics Trieste che afferma «L’accordo coinvolge una rete di comuni impegnata nella solidarietà e nell’accoglienza e una rete di assistenza che racchiude le associazioni che da sempre in Italia si sono occupate dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nell’ottica di sviluppare un vero sistema italiano di accoglienza diffusa che superi la situazione attuale che nonostante ventun’anni di esperienza di accoglienza diffusa è ancora un sistema a metà».