sabato,Maggio 4 2024

MITI E MISTERI METROPOLITANI | La vite e il fico: la leggenda della fondazione di Reggio

Da Aschenez ai Calcidesi, come ebbe inizio la lunga storia di Reggio Calabria che regalò all’intera penisola il nome Italia

MITI E MISTERI METROPOLITANI | La vite e il fico: la leggenda della fondazione di Reggio

di Marina Crisafi Qual è la storia della fondazione di Reggio? Chi era Scilla? E perché la Fata Morgana scelse lo Stretto quale sia dimora? O ancora chi erano i fudditti? E cosa c’è di vero nel tesoro dei greci e nei cunicoli sotterranei che attraversano la città? Sono solo alcune delle storie che Miti e misteri metropolitani da oggi racconterà ai nostri lettori. Un vero e proprio viaggio tra passato e presente alla scoperta dei miti, delle leggende e dei misteri che la nostra terra porta con se’ in oltre 2700 anni di storia.

Narrano le leggende che la fondazione di Reggio Calabria si debba ad Aschenez, marinaio e mercante, pronipote di Noè. Egli approdò sulle rive reggine e, conquistato dai luoghi incantevoli e dal clima dolce, vi si stabilì.

Giocasto, il primo re

Un simile splendore non sfuggì ad Eolo, dio dei venti e delle vicine isole, che decise di mandarvi il figlio Giocasto.

Aschenez accolse Giocasto con benevolenza e la cosa fu apprezzata da Eolo che premiò la terra reggina preservandola dagli infidi venti e riservandole solo piacevoli brezze.

Così Giocasto divenne il primo re della città governando a lungo ed essendo benvoluto dal popolo e dagli dei.

L’oracolo di Delfi

Senz’altro, però, la leggenda più nota sulle origini della città ha come protagonisti i greci dell’isola di Eubea che si imbarcarono seguendo quanto pronosticato dall’oracolo di Delfi.

Siamo intorno all’VIII secolo a.C. e un gruppo di Calcidesi stremati da una micidiale carestia si rivolsero all’oracolo per sapere come affrontare il flagello.

Il responso sibillino indicò un solo modo: bisognava prendere la via del mare e fondare una città ‘là dove l’Apsia, il più sacro dei fiumi si getta nel mare, là dove una femmina si unisce a un maschio’.

Così, i predestinati furono scelti a sorte e presero il largo per andare a fondare la città dove poter vivere, finalmente, in pace.

Navigarono a lungo verso Occidente e dopo molto tempo approdarono alla foce del Sacro Apsia, l’odierno Calopinace, che si gettava in mare dal suggestivo promontorio di Calamizzi.

La terra che apparve ai loro occhi era incantevole, così come aveva vaticinato l’oracolo, tuttavia, in quel posto non c’era traccia di donne o di uomini.

La vite e il fico

A un certo punto, i Calcidesi notarono una vite avvinghiata ad un fico selvatico, come protesi in un abbraccio verso il cielo e capirono il significato della profezia: la femmina fertile e feconda che si congiungeva al maschio, uniti simbolicamente laddove il sacro fiume si gettava a precipizio sul mare.

A Reggio nacque l’Italia

Non ebbero più alcun dubbio che quello fosse il luogo indicato dall’oracolo e vi fondarono Rhegion. Era il 14 luglio dell’anno 730 a.C. Così ebbe inizio la storia di Reggio Calabria nell’ultimo lembo del continente che si chiamò Italia e che diede all’intera penisola il suo nome. Ma questa è un’altra storia!

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