martedì,Maggio 21 2024

Centro antidiscriminazioni Lgbt, a Reggio crescono consapevolezza e servizi – VIDEO

In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, a palazzo Alvaro l’incontro per illustrare i dati. E già si pensa al prossimo gay pride in programma il 22 luglio

Centro antidiscriminazioni Lgbt, a Reggio crescono consapevolezza e servizi – VIDEO

Scelta la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia per illustrare gli esiti delle attività del centro antidiscriminazioni Lgbt+ della Calabria con sede a Reggio. Ormai attivo da oltre un anno, il centro ha già prolungato di alcuni mesi la sua attività. Ci sono prospettive di ulteriori proroghe.

L’incontro svoltosi a palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, è stata anche occasione per sottolineare l’importanza del cammino intrapreso nella città dello Stretto, grazie alla fruttuosa collaborazione con le istituzioni.

Con sede a Reggio presso il bene confiscato Arci – Samarcanda, il centro è frutto del progetto promosso da Arcigay I due mari in partnership con Regione Calabria, città metropolitana e comune di Reggio, comune di Cinquefrondi e di Caulonia, associazione Agedo, Cisme e Arci.

211 persone supportate

«Abbiamo registrato 211 accessi ai nostri servizi afferenti allo sportello legale e psicologico e all’orientamento ai servizi dell’area salute. Uno degli aspetti più importanti – spiega Michela Calabrò, presidente Arcigay I due Mari di Reggio Calabria – riguarda la collaborazione avviata con l’Asp di Reggio Calabria che ci ha permesso, tra le tante iniziative, di promuovere delle giornate di testing di controllo e di consolidare anche un tavolo di concertazione sul tema della prevenzione. Questo era un obiettivo che negli anni non eravamo riusciti a realizzare e che il progetto e la determinazione di alcune alcuni componenti al consiglio direttivo, in particolar modo di Francesca Panuccio, hanno reso possibile», prosegue Michela Calabrò.

«Altro aspetto positivo il rafforzamento della sinergia con la città Metropolitana e comune di Reggio Calabria e il comune di Cinquefrondi, istituzioni che per altro sono entrate la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sulle identità di genere Re.a.dy.. Il percorso, dunque, è avviato e consegue risultati in termini di presenza sul territorio e sinergie al fine di garantire, pur fronteggiando criticità, diritti e servizi a chi subisca discriminazione per il proprio orientamento sessuale», spiega ancora Michela Calabrò, presidente Arcigay I due Mari di Reggio Calabria.

Ancora altri traguardi possono essere raggiunti, dopo quelli inerenti ai test Hiv grazie alla preziosa collaborazione con Maria Teresa Fiorillo, responsabile del laboratorio di analisi del polo sanitario Nord dell’asp reggina.

Un tavolo per la salute e la prevenzione

«Mi farò portavoce delle istanze di queste associazioni e promotrice di un tavolo di lavoro. Esso riunirà riunisca operatori, professionisti e associazioni che possano dare voce a chi ancora non l’ha trovata. La prevenzione resta fondamentale per garantire salute e diritti», ha evidenziato la garante regionale del diritto alla Salute, Anna Maria Stanganelli.

15 genitori affiancati

«Grazie al centro antidiscriminazione sono state accolte numerose famiglie. Abbiamo offerto i servizi di consulenza legale, psicologica e di orientamento al lavoro e ai servizi sanitari. Ancora ci sono famiglie che discriminano i loro figli per l’orientamento sessuale. Il centro consente a loro di essere ascoltati, affiancati e accompagnati da chi ci è già passato», spiega Mirella Giuffrè, presidente Agedo Reggio Calabria.

«La nostra visione è quella di una comunità in cui non vi siano pregiudizi. Ogni persona deve poter vivere liberamente la propria identità in tutte le sue manifestazioni, compresa quella legata all’orientamento sessuale. La diversità è una ricchezza e non un limite. Nell’ultimo anno Agedo ha accolto una quindicina di genitori non soltanto di Reggio Calabria. L’unico presidio Agedo in Calabria è a Reggio. Sono, quindi, arrivati anche dalla provincia di Cosenza e pure da Messina. Sono state 35 le consulenze, alle quali vanno ad aggiungersi anche quelle legali e psicologiche», spiega ancora Mirella Giuffrè, presidente Agedo Reggio Calabria.

Reggio più pronta all’ascolto

«Il centro antidiscriminazione Lgbt ha reso la nostra comunità più accogliente e pronta ad ascoltare e a supportare chi abbia bisogno di essere sostenuto. Le stesse consulenze psicologiche sono state un punto di riferimento per tante persone. Siamo dunque dentro un percorso di crescita che inizia a dare i suoi frutti. Il prossimo Gay pride, già in programma il 22 luglio, costituirà un altro grande momento di condivisione. Un’occasione in cui continuare a divenire comunità inclusiva e libera dal pregiudizio», ha sottolineato la giovane Valentina Tripepi Margiotta, vicepresidente Arcigay Reggio Calabria.

Un luogo di ascolto necessario

«I risultati incoraggianti conseguiti in questo anno di attività dal centro antidiscriminazioni Lgbt è il segnale che la città di Reggio Calabria necessitava di questo luogo di ascolto. Abbiamo creduto fin dal principio nel progetto sostenendolo. Riteniamo che la prosecuzione della sua attività sia altrettanto fondamentale», sottolinea l’assessora comunale alle Pari Opportunità di Reggio Calabria, Angela Martino.

Un impegno quotidiano

«L’impegno su questi temi deve essere quotidiano. Non può e non deve essere solo legato alle celebrazioni. Proprio in questa ottica abbiamo sostenuto il progetto del centro antidiscriminazione. Crediamo che le persone che ancora subiscono il mancato riconoscimento di diritti fondamentali necessitino di questo genere di interventi, accompagnati da incontri e iniziative di sensibilizzazione. Intanto già guardiamo al prossimo gay pride, appuntamento ormai consolidatosi anche a Reggio Calabria», conclude il sindaco metropolitano ff, Carmelo Versace.

Il 17 maggio

La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è stata istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea. La data richiama il 17 maggio 1990 quando l’omosessualità fu rimossa dalla lista delle malattie mentali dell’Organizzazione mondiale della sanità.

In quella data per la prima volta l’omosessualità fu definita come “una variante naturale del comportamento umano”, dunque non una malattia da curare con trattamenti medici e psichiatrici. Passi in avanti sono stati compiuto ma ancora sono 72 i paesi nel mondo che sanzionano penalmente l’orientamento sessuale.

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