lunedì,Maggio 20 2024

A Reggio Respirando s’Impara: a lezione di Yoga al Centro macrobiotico

Ieri l’incontro al Centro Macrobiotico di Reggio Calabria con Cetty Tassone per avviare un dialogo consapevole con il proprio respiro e imparare a dirigerne l’energia

A Reggio Respirando s’Impara: a lezione di Yoga al Centro macrobiotico

«Lo Yoga non è toccarsi le dita dei piedi o semplice ginnastica ma un percorso, un viaggio interiore per trovare l’armonia corpo-mente». È questo l’approccio da cui è partita l’insegnante Cetty Tassone nell’incontro “Respirando s’Impara” tenuto ieri nella location immersa nel glicine del Centro Macrobiotico di Reggio Calabria.

“Stili” di yoga: dall’Hatha al Vinyasa

«Nel nostro quotidiano siamo spesso abilissimi a complicarci la vita fino a farci mancare l’aria. La pratica yoga ci apre ad un dialogo consapevole con il nostro respiro e alla semplicità nella relazione con noi stessi» ha affermato la Tassone, esperta di yoga da 25 anni, formatasi con il più rinomato maestro italiano di Hatha Yoga, Antonio Nuzzo, e successivamente con il maestro Massimo Celentano sul Vinyasa.

Ma cosa sono Hatha e Vinyasa?

Si tratta di “stili” di yoga diversi, forse il primo è quello che si avvicina di più alla tradizione indiana e consiste nella pratica di esercizi di respirazione, mentre il Vinyasa si associa di più al movimento, è più dinamico.

«Io ho seguito la formazione Hatha di Pranayama, ma si tratta di etichette che abbiamo appiccicato noi occidentali perché lo yoga comprende tutto. Nella nostra società si tende molto a commercializzarlo suddividendolo in stili – ha chiarito l’insegnante – ma lo yoga è uno e l’approccio, per quanto mi riguarda, è il Raja Yoga di Patanjiali, il mistico e filosofo indiano che ha codificato per primo gli insegnamenti negli Yoga Sutra».

Alla scoperta delle molteplici vie del respiro

Nello yoga, come nella vita, tutto parte dal respiro, perché è lo strumento principale ed essenziale nel rapporto con il corpo e con la mente.

«Nasciamo con un respiro e moriamo con un respiro, è dunque l’essenza della vita umana, per cui conoscere le potenzialità del respiro è alla base e da lì poi si apre il mondo dello yoga, il respiro è la mappa, lo strumento con cui gli yogi seguono il loro percorso e la loro ricerca» ha spiegato ancora la Tassone.

«Questo atto che è istintivo e naturale senza il quale non esisteremmo, nello yoga viene trasformato, infatti, in uno strumento cui puoi dare un intento. Da atto spontaneo si trasforma in atto cui dare un intento e l’intento della mente – ha proseguito – è quando si crea la consapevolezza del legame profondo che c’è tra la mente stessa e il respiro».  

Una lezione anche per “principianti”

«Ciò non significa che bisogna essere degli yogi per partecipare a una lezione, l’approccio al respiro è accessibile a tutti, anche a chi si accosta per la prima volta al mondo dello yoga» ha continuato la Tassone.

Così seduti sul tradizionale tappetino e in abiti comodi, i partecipanti si sono approcciati al respiro naturale, poi pian piano all’ascolto delle sensazioni fisiche del processo proprio, anche fisico del respiro, praticando esercizi sulla respirazione, per renderla più fluida, ampia e sbloccarla.

«Abbiamo sperimentato varie pratiche di sblocco della tradizione yoga – ha confermato l’insegnante – come i Bhastrikā, che in sanscrito vuol dire mantice ed è un’importante tecnica di purificazione del respiro, e il Kapalabhati che invece è pulizia del respiro, oltre alle posizioni di Asana, usate nello Hatha Yoga. Tutto è parte della pratica del respiro che è il Pranayama, uno degli otto passi degli yoga sutra di Patanjiali».

Effetti “collaterali” positivi

Certo per arrivare al Pranayama ce n’è di strada da fare ma le lezioni sulle tecniche preparatorie del respiro possono essere utili anche ai principianti.

«Lo yoga è una ricerca interiore di conoscenza, cosa che molto spesso sfugge in Occidente ma è innegabile che praticandolo ci sono degli effetti secondari, “collaterali” come li chiamo io, effetti non da poco – ha scherzato la Tassone – come il benessere fisico, mentale ed emozionale».

«A noi Occidentali interessano soprattutto gli effetti secondari. Molte persone infatti si approcciano allo yoga per il fine pragmatico ma poi scoprono un mondo e vogliono approfondire. Quindi è importante divulgarlo a tutti, perché tra chi si accosta per la prima volta ci sarà chi deciderà di intraprendere un percorso interiore – ha concluso Cetty Tassone – e chi invece si fermerà agli effetti collaterali, farà comunque tesoro di quanto appreso nella vita di tutti i giorni».

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