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NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI|Reggio, la storia di Hanane: «Con lo studio ho cambiato il mio destino» – VIDEO

Di origini marocchine ma ormai reggina di adozione, a quasi 43 anni domani affronterà la prima prova scritta degli esami di Stato dopo avere frequentato la scuola serale presso l’istituto tecnico Economico Raffaele Piria

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI|Reggio, la storia di Hanane: «Con lo studio ho cambiato il mio destino» – VIDEO

Lo studio e la conoscenza, sogni proibiti, nonostante andare a scuola sia un diritto fondamentale della persona, sancito a livello internazionale. Ad altre latitudini come la nostra, in cui sono garantiti e dunque non più da conquistare e da difendere, sono invece verità acquisite, quasi stanche nella loro enunciazione. Ci sono storie che ci portano in luoghi in cui questa conquista è ancora da compiere.

Ci sono persone come Hanane che testimoniano l’importanza di questa consapevolezza per recuperare un’infanzia rubata e così difendere quella dei propri figli. Dimostrano come la scuola e conoscenza siano strade maestre per conquistare una seconda possibilità, seppure in un paese straniero.

Ieri e oggi

Hanane Maaloum oggi ha quasi 43 anni ed è una donna solare e felice. La sua vita è stata, però, molto difficile. Ha lasciato Casablanca e il Marocco, quando aveva poco più di venti anni e così ormai ha trascorso metà della sua vita a Reggio Calabria. Quando è arrivata non aveva neanche la licenza media ed era con il marito sposato troppo presto. Erano i primi anni duemila.

Oggi presso l’istituto tecnico Economico Raffaele Piria di Reggio Calabria, dopo avere frequentato la scuola serale, quest’anno conseguirà il diploma. Domani e dopodomani sosterrà le prove scritte degli esami di Stato. È sorridente, emozionata e anche desiderosa di conseguire le soddisfazioni che merita.

«Pensavo che la mia lingua madre, l’arabo, fosse difficile. Invece ho scoperto che l’italiano non è da meno per complessità e difficoltà. Più facile l’economia aziendale. E se un compito non mi riusciva in classe a scuola, quando tornavo a casa, nonostante le tante cose da fare, avevo sempre il pensiero di tirare fuori il quaderno e riprovare».

Da bambina un destino che da donna ha cambiato

La sua luce e la sua gioia di imparare e conoscere hanno illuminato e guidato il suo passo verso il riscatto da una vita invece molto travagliata, in tanti momenti anche particolarmente dolorosa. Adesso è tutto alle spalle, anche se ancora ci vorrà tempo affinché «quei ricordi siano solo tali e lontani e non più ferite aperte». Da bambina il suo destino era stato segnato ma poi, con determinazione, lei lo ha cambiato.

Lo zainetto rosso e la promessa

«Non dimenticherò mai quel giorno in cui quello zainetto rosso che avevo tanto aspettato e che finalmente era arrivato a me, dopo essere appartenuto alle mie sorelle, mi fu tolto per sempre. Avevo 13 anni ma la vita che i miei genitori avevano scelto per me non contemplava la scuola e il gioco. Mi hanno fatto sposare, decidendo per me, ancora bambina, un destino di moglie e di madre.

Quello zainetto rosso, e anche quei libri e quei quaderni che mi facevo prestare e che di nascosto leggevo in terrazza prima che fossero scoperti e gettati via, mi sono rimasti nel cuore e nei pensieri. Come un sogno nel cassetto di cui non parli ma che resta lì nel posto più intimo e segreto.

Un giorno avrei ripreso quello zaino e sarei tornata a scuola. Così ho fatto, anche se da adulta, da donna che qui a Reggio Calabria ha trovato, proprio studiando, la consapevolezza e la forza di cambiare vita e di dare un’altra direzione al suo destino scritto da altri».

Non riesce a non commuoversi mentre parla di quello zainetto rosso, lanciato via lontano da lei. Una immagine potente che lascia riaffiorare, anche a distanza di ormai quasi trent’anni, tutto il dolore di una vita a lungo tempo scandita dalle scelte degli altri, da un matrimonio infelice e dal giudizio della sua famiglia. La stessa famiglia che mai ha condiviso la sua decisione di lasciare il marito e di riprendere gli studi».

Dall’ubbidienza alla libertà

Ma Hanana non si è lasciata sopraffare. Quella iniziale rassegnazione, che era solo l’ubbidienza di una bambina, oggi è un’energia che dopo averla condotta alla scoperta di sé stessa, continua ad alimentare il suo cammino di donna libera e di madre orgogliosa.

«Volevo andare a scuola e non mi è stato permesso. Volevo leggere ma i libri mi venivano portati via. Ogni volta che chiedevo di poter fare qualcosa di diverso dall’accudire la famiglia e la casa, la riposta era: “No. Sottrai tempo ai tuoi doveri”. Ero solo una bambina e poi un’adolescente, moglie e mamma davvero troppo presto. Qui ho imparato che c’è un tempo per tutte le cose. Fasi della vita che devono essere rispettate.

Da donna in un paese diverso da quello di origine ho sentito che quel sogno che avevo di studiare sarebbe stata anche la mia porta verso l’integrazione; sarebbe stata la strada che mi avrebbe fatto sentire sempre meno straniera. Non è stato facile ma ci credevo e sono andata avanti. Così, realizzando il mio sogno, ho iniziato qui a Reggio Calabria la mia nuova vita. Studiando ho dato al mio destino la direzione che finalmente io avevo scelto. E adesso penso anche alla cittadinanza italiana».

Il sogno nel cassetto e le chiavi perdute

Hanane non porta rancore, nonostante tutto il dolore che ha attraversato e che spera diventi un ricordo sempre più lontano. Lei aveva il suo desiderio, il suo sogno chiuso in quel cassetto di cui aveva perso le chiavi senza riuscire per lungo tempo a ritrovarle. Ma comunque sapeva che era lì e che prima o poi quel cassetto lo avrebbe aperto. È una donna volitiva, con un passato molto duro da lasciarsi alle spalle e ancora tutto un futuro davanti da vivere come madre, certo, ma finalmente anche come donna, visto che non ha avuto un’infanzia.

«Certamente le cose hanno iniziato a cambiare quando sono arrivata in Italia con colui che oggi è il mio ex marito. Qui c’erano possibilità e così siamo rimasti. Poi il ricongiungimento con la mia figlia primogenita Sara, avuta all’età di 17 anni e che inizialmente era rimasta in Marocco con i miei. Quindi l’arrivo di altri due figli Reda ed Elias. Tanti lavori per andare avanti mentre intanto lentamente riaprivo quel cassetto. Imparare la lingua italiana era necessario e così, con tanti sacrifici e lavorando, intanto sono riuscita a conseguire la licenzia media all’istituto Papa Giovanni XXIII di Villa San Giovanni».

Il coraggio del cambiamento

«Intanto la convivenza con mio marito era sempre più difficile. Dopo un lungo periodo in cui ad immobilizzarmi era stata la paura di perdere i miei figli, cresceva in me la consapevolezza in quanto madre. Così ho lasciato mio marito e sono rimasta sola con loro per alcuni anni. L’ho dovuto fare anche se non è stato facile, anche se ho causato sofferenze pure ai miei figli, soprattutto alla più grande, Sara.

Arrivata in Italia, ha trovato una coppia di genitori molto disunita e già molto vicina alla separazione. L’avevo lasciata bambina in Marocco e l’avevo portato qui in Italia da adolescente. Aveva 14 anni. Mi sono rivista in lei, alla sua età io ero già sposata. Lei, qui in Italia, invece, avrebbe avuto la sua adolescenza e sarebbe diventata donna, rispettando i tempi. Non ero stata in grado di difendere la mia infanzia ma ho potuto vedere lei e i suoi fratelli crescere qui con maggiori possibilità», racconta Hanane.

«Anche qui a Reggio la società mi ha giudicato. Ero sola con i miei figli, divorziata e lontana dal mio paese di origine. Ma con il tempo quel pregiudizio, che ancora in Marocco è molto pervasivo e condizionante, è stato superato. Io oggi sono una donna integrata e con tanta voglia di studiare e andare avanti. Qui le donne hanno già più consapevolezza di sé stesse. Hanno fatto molta strada, anche se ancora siamo tutte in cammino», sottolinea Hanane.

«Le difficoltà sono state tante, tantissime. Ho conosciuto la solitudine, non avendo più rapporto con la mia famiglia di origine. Anche in momenti molto duri, non mi sono mai arresa. Il mio destino era un altro, lo sentivo e sapevo che la via per determinarlo era legata a quello zainetto che dovevo riprendere ancora una volta e a quel cassetto che dovevo riaprire. Lo studio apre la mente, nutre la conoscenza, ti rende una persona migliore e un genitore capace di ispirare i figli e di stare accanto a loro sempre», racconta ancora Hanane, con una luce negli occhi che mai accenna a diminuire.

Il lavoro: dal bisogno alle soddisfazioni

«Così mentre mi destreggiavo tra due, tre lavori al giorno, baby sitter, assistenza anziani, pulizia, crescevo i miei figli da sola. MI ritrovano ad accantonare ancora una volta, anche se un periodo più breve, lo studio. Essere tornata scuola mi aveva dato forza e sapevo che avrei ripreso presto. Ma in quel momento ero sola, con tre figli e dovevo lavorare. E così ho fatto, riuscendo ad avere anche le mie soddisfazioni, come consulente di vendita».

Finalmente a scuola

«Con lo spirito gioioso che la contraddistingue Hanane racconta ancora. «Se oggi ci penso, realizzo che io prima ho venduto e poi ho studiato economia aziendale, al contrario di come dovrebbe essere. Ho avuto come l’impressione di studiare finalmente quello che per tenacia e volontà avevo già messo in pratica. Ero spinta dal bisogno ma anche dal desiderio di migliorare. Solo più tardi, dopo il lungo periodo difficile, nella mia vita poté fare di nuovo capolino la scuola. E questa volta era la scuola superiore. Avevo ripreso quello zainetto rosso che qualche anno prima avevo solo conservato. Un nuovo traguardo al quale ho guardato grazie a persone come il mio compagno Gianni Covani e alla mia insegnante di diritto e soprattutto amica Mary Surace».

Finalmente l’amore

«Nella mia vita ad un tratto è arrivato anche l’amore di un uomo che ancora oggi mi è accanto e mi sostiene. Se sono riuscita a concludere tutto il ciclo della scuola serale qui all’istituto Piria e ad arrivare al diploma lo devo a lui, ai miei figli e a tutta la mia famiglia, che nel frattempo è cresciuta. Dall’amore mio e di Gianni è nato il piccolo Samuele. La gratitudine profonda è anche verso i professori dell’istituto Piria che mi hanno donato tempo e comprensione», tiene a dire Hanane.

La famiglia numerosa

«Io sono mamma di quattro figli, Sara, la mia prima figlia oggi ha 25 anni e studia cinema al Dams, Reda che il mese scorso ha compiuto 18 anni, Elias di tredici anni e il piccolo Samuele di quattro anni, avuto con il mio compagno Gianni. Ma voglio bene senza riserve anche ai tre figli del mio compagno, Demetrio, Marco e Alessandro. Senza il mio compagno e tutti loro non sarei riuscita a conseguire alcun risultato. Loro mi hanno sostenuto. Hanno capito quanto fosse profondo il mio desiderio di tornare a scuola, quando fosse importante e forte il mio sogno e tutti mi hanno aiutato a realizzarlo».

La famiglia dentro la casa e quella dentro la scuola. Non sono mancate le difficoltà ma sono state superate grazie ai legami che Hanane ha stretto e coltivato.

La famiglia dentro la scuola

«Devo ringraziare tante persone. Con la dirigente scolastica Anna Rita Galletta, i professori Giovanni Malara e Giovanni Citro, rispettivamente di Diritto ed economia politica e di Economia Aziendale, i professori Vincenzo Procopio e Andrea Franco, rispettivamente di Italiano e Storia e di Francese, Domenica Princi e Anna Stasi di Matematica e Federica Maria Pia Romeo di Inglese. È stato un percorso importante ma non mi voglio fermare», racconta ancora Hanane.

La vita alle spalle

Sposa a 13 anni, incinta a 16 anni e madre a 17 anni. Un passato pesante che ha fatto di Hanane una madre consapevole e una donna coraggiosa che ultratrentenne ha conseguito la licenzia media e la patente e che adesso a quasi 43 anni conseguirà il diploma. Nessun pietismo. Hanane non lo ha mai cercato. Ma questa è la sua storia e non la rinnega. Questa è la sua forza, il nutrimento di quella tenacia che ancora le riserverà altre sfide e altri meravigliosi traguardi.

Il sogno nel cassetto e le chiavi ritrovate

Aveva smarrito le chiavi di quel cassetto in cui aveva rinchiuso il suo sogno di andare a scuola e di studiare ma qui a Reggio con passione e forza di volontà le ha ritrovate. Ritrovandole ha ritrovato quella bambina di tredici anni, ormai nel corpo di una donna, oggi madre di quattro figli.

Donna e madre che mai si sente limitata e che invece è amata e consapevole dei suoi diritti e dei suoi talenti. Ma in realtà la sua famiglia a Reggio, la città dalla quale è orgogliosa di essere stata adottata, è molto più numerosa e il suo essere madre, finalmente, non comporta la rinuncia ad essere una donna libera di studiare e fare le proprie scelte, di avere una vita piena di soddisfazioni e di sogni.

La vita davanti e …finalmente la felicità

Hanane ha conquistato per sé e per i suoi figli una nuova vita, piena di amore, speranza e libertà. Lo studio è stata la chiave di volta e questo diploma è un nuovo punto di partenza.

«L’università e anche il lavoro. Intendo continuare comunque a studiare, andare avanti ed essere felice», conclude Hanane.

Prima di lasciare il banco dove ha continuato a studiare in vista degli esami, Hanane ha raccolto i suoi libri e i suoi quaderni, le sue penne. Non li ha messi dentro uno zainetto rosso ma dentro una moderna ed elegante borsa chiara. In realtà però è come se quella borsa elegante fosse stata quello zainetto rosso che ha recuperato dal passato lasciandosi tutto il resto alle spalle.

Adesso la sua vita è a Reggio Calabria, con i suoi figli, con il suo compagno e la nuova famiglia allargata. Tante cose sono cambiate ma resta ancora acceso, come un fuoco, il desiderio di continuare a studiare. Dopo anni di oblio, i libri sono tornati compagni di viaggio di Hanane. Sono tornati per restare e aiutarla a tracciare la meravigliosa strada di soddisfazioni e conquiste. «Di studiare non si finisce mai». Hanane lo dice e lo pensa e lo mette in pratica. Da ora a in poi nessun sogno dovrà più essere rinchiuso in un cassetto.

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