venerdì,Maggio 10 2024

STILE &TENDENZE| Aperitivo, iconico classico dell’italianità

Un rituale comune sbocciato nell'antica Roma e diventato illustre nel '700. L'aperitivo è una cerimonia che officia la socializzazione e la dolce vita. Da Ippocrate a Martini, Ramazzotti e Campari, la storia dell'aperitivo e cosa significa oggi

STILE &TENDENZE| Aperitivo, iconico classico dell’italianità

Tra i più amati simboli gastronomici d’Italia c’è sicuramente lui: l’aperitivo. E’ quel momento della giornata in cui la convivialità la fa da padrone e tutti i pensieri vanno via.
Ufficialmente l’aperitivo è una bevanda alcolica o analcolica che si beve prima dei pasti per stimolare l’appetito. Può essere una bevanda miscelata o non miscelata, accompagnata o meno da stuzzichini.
Concettualmente sappiamo benissimo che c’è molto altro dietro.

La storia

Nel V secolo a.C. il medico greco Ippocrate prescriveva ai pazienti affetti da inappetenza un medicinale di sua invenzione: il vinum hippocraticum, vino bianco e dolce, in cui erano macerati fiori di dittamo, assenzio e ruta. Un antecedente del moderno aperitivo era consumato già nella Roma antica, il mulsum a base di vino e miele. L’etimologia del termine non lascia dubbi: viene definito aperitivo, dal latino aperitivus, ovvero che apre, una bevanda in grado di stimolare e, dunque, “aprire” la sensazione della fame.

L’aperitivo concettualmente nacque a Torino in una bottega di liquori del signor Antonio Benedetto Carpano, il quale nel 1786 ha inventato il vermut, prodotto con vino bianco addizionato ad un infuso di oltre 30 tipi di erbe e spezie. Da allora la “speciale bevanda” è stata esportata in tutta Europa e successivamente prodotta da Cinzano e Martini & Rossi, divenendo con l’appellativo di “Martini” l’aperitivo per eccellenza, da bere liscio o come base di tanti cocktail come il Negroni. Si diffuse in diverse città d’Italia negli ultimi anni del XIX secolo specialmente nei caffè.

Va notato come il rito dell’aperitivo sia diventato ormai dalla seconda metà degli anni novanta una moda costosa, con l’apertura di alcune decine di locali in zone raffinate, con arredamenti lussuosi, superfici sterminate, selezione all’ingresso, buffet ricchissimi. I prezzi, saliti di pari passo al diffondersi della moda, hanno reso l’aperitivo un’abitudine costosa in quanto tale, tuttavia molti considerano un ricco aperitivo, il famoso apericena, un degno sostituto di una cena ad un prezzo molto più ragionevole. Anche questo fattore contribuisce a diffonderne la moda.
Con gli anni è pure cambiato il tipo di cocktail più richiesto e si è formata una “moda del bere”. Se a metà anni ottanta si bevevano Long Island Iced Tea, Whisky con ghiaccio, Campari con il vino bianco, Bloody Mary, intorno al 1988 si affermarono i cocktail sudamericani come i Daiquiri, le Tequila e i Margarita.

La funzione sociale dell’aperitivo

Attraverso un aperitivo al bar ci connettiamo con altre persone e ne incontriamo di nuove. Comunichiamo, ci leghiamo e a volte discutiamo. Dallo scambio che si crea impariamo qualcosa in più sugli altri ma anche e soprattutto su noi stessi. L’aperitivo è una piccola quotidianità dal grande valore sociale. Un valore che gli abbiamo conferito inconsapevolmente ma di cui c’è un gran bisogno.

In una collettività basata sui consumi, sull’ossessione per il lavoro, per la possessione, c’è una continua necessità che ci consenta di migliorare le nostre vite. Tutto questo porta a mettere l’individualità sopra ogni altra cosa, porta alla solitudine. Il file rouge che abbiamo per incontrare le persone è proprio il cibo. Non parliamo solo di prodotti e alimentazione, parliamo proprio di un momento di socialità, di un nuovo modo di alimentarsi spiritualmente più che fisicamente. Il cibo è il pretesto per incontrarsi, per conoscere nuove persone e per unire la comunità.

Dal Martini cocktail al prosecco, a ogni aperitivo il suo bicchiere

Basilare per la preparazione di un buon aperitivo è la scelta del bicchiere. Le motivazioni non sono certo solo estetici. Capienza, capacità termica, forma sono solo alcune specifiche necessarie per liberare o preservare profumi ed aromi.

Innumerevoli i modelli adatti alle più creative combinazioni per i vostri aperitivi in riva al mare, ideali sia per gli aspiranti bartender, che per i più esperti.

La coppa “Martini”

Il più famoso utilizzato per questo tipo di bicchiere tra i cocktail è il Vodka Martini amatissimo dalla spia inglese più famosa al mondo: James Bond. Classico ed elegante bicchiere ha una forma conica rovesciata con lo stelo. Si usa per short drink o comunque cocktail che non superano una determinata quantità. La coppa Martini classica ha infatti una capienza da 6cl, anche se ormai è più diffusa quella da 9-10cl. La sua forma esalta gli aromi e il colore.

La coppa “Champagne”

E’ adatta a champagne e spumanti prevalentemente dolci: permette infatti alle bollicine di salire in superficie, disperdendo quindi il frizzante e diluendo gli aromi del vino. Va riempita fino al bordo o quasi, facendo attenzione a non far uscire il contenuto del bicchiere
La leggenda narra che, per creare il calice perfetto, la coppa sarebbe stata modellata in porcellana alla fine del XVIII secolo sul seno della regina Maria Antonietta.

Il Tumbler alto o High Ball o Delmonico

Il Tumbler alto o high ball è ancor più alto del tumbler medio, ha una capienza di circa 350 ml ed è il bicchiere ideale per i long drink, per il doppio whisky, per le bibite e le acque minerali.

.

Il bicchiere per il Margarita

E’ il bicchiere ideale per la somministrazione del cocktail Margarita, dalla quale prende il nome, e anche di cocktail “frozen”. La particolare forma della coppa permette di evitare che l’eventuale bordatura possa venire a contatto con il cocktail mentre il gambo lungo permette di prendere comodamente il bicchiere senza alterare la temperatura del drink.

La flûte da Champagne

Ha il gambo sottile e la forma alta. La sua struttura permette di apprezzare sia la qualità di uno spumante perché, essendo ampia e relativamente instabile, consente alle bollicine di risalire in superficie, sia cocktail come il Mimosa o il Bellini.

Articoli correlati

top