Reggio, Davide Sgrò: una vita contro i pregiudizi

Davide Sgrò è un giovane attivista LGBT. Calabrese, di Catanzaro, si batte da sempre contro i pregiudizi non solo gay ma per i diritti di tutti. Di professione fa il parrucchiere, è simpatico, ha un look appariscente e un modo di parlare diretto e semplice che arriva al cuore. A causa della sua omosessualità è stato vittima di discriminazioni, minacce e bullismo sin da ragazzino, subendo anche abusi. La sua storia toccante ha spinto il giornalista Domenico Latino, a seguito di un incontro casuale nel corso di un premio per le eccellenze calabresi, a narrare la vita di Davide nel libro “Volevo essere la Barbie”, lanciato ieri in occasione del Pride di Reggio Calabria. Un sogno realizzato per Davide che si racconta a Ilreggino.it.

La tua vita in un libro… cosa significa per te?

«Io avevo questo sogno in mente, perché penso che ognuno di noi ha la sua storia, la sua vita ma la mia esperienza è in grado di aiutare tanti ragazzi vittime di discriminazioni, di ogni forma di violenza, perché qui non si tratta di omofobia, si va oltre. Secondo me il libro potrebbe aiutare anche i genitori perché ci sono molte famiglie che non accettano i propri figli, come è capitato a me, e poi il mio sogno è quello di presentarlo nelle scuole perché è da lì che bisogna iniziare a sensibilizzare. Credo che i giovani siano il futuro e questo libro può rappresentare una testimonianza, un messaggio che fa riflettere e anche un approccio all’educazione sessuale che nelle scuole non esiste: la sessualità è un tema che non si tocca».

È anche un modo per riscattarsi dalle sofferenze che hai subito?

«Io ho subito pregiudizi vari, sul lavoro, nell’amicizia, molta gente si vergognava ad uscire con me solo perché vesto in modo eccentrico, due anni fa mi è stata imbrattata la macchina con delle scritte omofobe. Da tutto questo è nato il libro perché purtroppo sono stato più volte vittima di omofobia e ho trovato la forza di affrontare le discriminazioni.

A 13 anni ho subito bullismo a scuola e sono stato anche abusato da un amico di famiglia, nel libro sono raccontate tutte le cose che ho dovuto sopportare. Dall’adolescenza è iniziato il mio “calvario” e ho pensato anche più volte al suicidio. Poi ho trovato la forza di reagire, non so da dove è nata questa spinta, a 13 anni era diverso, ma poi ho iniziato un percorso verso la consapevolezza e ho cominciato a combattere e a trasformare tutto questo in un messaggio positivo».

Perchè vesti in modo eccentrico?

«Mi piace mettere le gonne, mi piace vestire colorato, vestire a fiori, l’ho sempre apprezzato sin da bambino ma purtroppo il mio essere eccentrico fa scalpore, perché nella società in cui viviamo ancora il maschio è visto come maschio, in pantalone e maglietta. Ed è concepito come un’ostentazione dell’omosessualità, anche il mio stesso modo di parlare. Per questo ho deciso di portare avanti la mia battaglia contro le discriminazioni, bisogna combattere, esporsi, nessuno vuole ostentare nulla, ma se viviamo in un mondo che ci priva della nostra libertà di essere, dobbiamo difenderci».

Sei un attivista LGBT, quali sono le tue battaglie?

«Io partecipo alle manifestazioni, a tutte anche aldilà dell’omofobia in sé, contro la violenza sulle donne, le battaglie sull’utero in affitto. Sono per le cose giuste, per l’affermazione dei diritti di ogni persona in tutti gli ambiti. Ho anche denunciato ad esempio un datore di lavoro perché mi ha licenziato, non perché sono gay, anche se non voleva che partecipassi alle serate in discoteca o che vestissi in un certo modo, voleva impormi cosa fare nella mia vita privata».

Sei via dalla Calabria, per scelta o per forza?

«Non sono più in Calabria perché ho subito delle minacce e questo mi ha portato ad allontanarmi. Non so se sarà una cosa momentanea, al momento sono qui a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli e faccio il parrucchiere. Per il momento sto bene, ma la mia terra sicuramente mi manca».

Un altro sogno nel cassetto?

«Purtroppo ieri non ho potuto essere presente al Pride a Reggio per via del lavoro, in genere non sono mai mancato. Il mio sogno nel cassetto ora è quello di organizzare un pride a Catanzaro e so che è una cosa che faremo, già forse l’anno prossimo».

Un messaggio per chi subisce discriminazioni…

«Penso che bisogna denunciare le discriminazioni, chi subisce violenza non deve mai nascondersi, deve avere il coraggio di denunciare e non avere paura, deve anche raccontarsi con qualcuno. Io non sono stato tutelato dalla giustizia, anche quando ho denunciato l’abuso che ho subito a 13 anni non sono stato creduto, ma ho reagito e ho imparato a combattere. E devono farlo tutti per la propria libertà».

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