mercoledì,Maggio 15 2024

L’INTERVISTA | Chiara studentessa olimpionica di bronzo col sogno dell’astrofisica: «Mi piace risolvere problemi e mettermi in gioco»

La giovane che frequenta il Liceo scientifico “Leonardo da Vinci”, nel 2021 aveva già conquistato un bronzo nella stessa competizione: «Se sono arrivata fin qui è grazie alla responsabile del Planetarium Pythagoras Angela Misiano, che mi ha sempre sostenuta»

L’INTERVISTA | Chiara studentessa olimpionica di bronzo col sogno dell’astrofisica: «Mi piace risolvere problemi e mettermi in gioco»

«Sono molto felice. Non mi aspettavo di raggiungere questo risultato, perché comunque è stata una competizione difficilissima». Questo lo stato d’animo di Chiara Luppino, che lo scorso 13 novembre ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi internazionali di astronomia, svoltesi a Pechino, capitale della Repubblica Popolare Cinese. Chiara, frequentante la quinta classe del Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria – che già nel 2021 si era imposta nella stessa competizione, ottenendo il suo primo bronzo – faceva parte della squadra italiana, composta da sei ragazzi, che sono tornati a casa con un ricco carnet di medaglie: due argenti, conquistati da Francesco Leccese del Liceo “G. Banzi Bazoli” di Lecce e Matteo Tivan (liceo “Pellico – Peano”, Cuneo), e tre bronzi, conquistati dalla stessa Chiara, da Francesco Cioffi del Liceo “E. Fermi” di Bari e da Raffaele Stoppa del Liceo “F. Ribezzo” di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. 

Chiara come ti senti dopo aver ottenuto questo prestigioso riconoscimento?

«Sicuramente sono felice. Avevo già vinto il bronzo nel 2021, ma questa volta è stato tutto molto diverso, perché la competizione si è svolta in presenza, mentre due anni da, a causa del Covid non abbiamo avuto l’opportunità di disputare le internazionali in presenza. In quell’occasione ci siamo ritrovati solo i sei della squadra italiana e quindi era un contesto completamente diverso rispetto a quello di quest’anno, dove a partecipare siamo stati in 53, provenienti da 9 nazioni».  

Come sono state le prove? Erano difficili?

«Le prove, tre in tutto, erano abbastanza complicate. Una teorica, in cui eravamo chiamati a risolvere cinque problemi e una prova pratica in cui dovevamo confrontarci con dei grafici e farli a nostra volta e analizzare tabelle. La prova pratica è stata quella che mi ha dato meno difficoltà. La più difficile sicuramente è stata la teorica, che però è quella che ho preferito, perché mi piace tanto risolvere problemi e mettermi in gioco. La teorica era complicata perché si trattava di risolvere problemi che non hanno niente a che fare con quelli che troviamo alle nazionali, ma sono molto più complicati. Servono conoscenze e anche competenze di un altro livello.

Poi c’era una prova osservativa, che era suddivisa in due parti questa volta, una su carta: avevamo una mappa muta del cielo, per cui ci venivano fatte delle domande, dovevamo individuare le costellazioni, capire dove era stata scattata quella fotografia, e poi la parte proprio osservativa al telescopio, che è stata più semplice questa volta degli altri anni, perché non era una vera prova osservativa su cielo, perché causa inquinamento luminoso a Pechino, non ci era possibile vedere bene il cielo e quindi ci hanno sistemato dei tablet, molto lontani, su cui vi erano disegni di costellazioni oppure oggetti del cielo profondo, che dovevamo puntare e poi individuare. Devo dire che è stata più semplice rispetto al solito, perché comunque, piuttosto che puntare il telescopio al cielo, era più fattibile. In definitiva la teorica è stata la più difficile ma anche la più divertente perché ho dovuto mettere in atto tutte le mie skills, tutte le mie competenze e conoscenze in astronomia e fisica, quindi è stata quella più stimolante».

Cosa farai dopo il diploma?

«Penso di iscrivermi in fisica, per poi fare magari la magistrale in astrofisica. Però su quello che farò dopo non ho ancora le idee molto chiare. Mi interessano molte branche della fisica, non solo astrofisica ma anche, per esempio, fisica delle particelle è un’opzione. Sicuramente nel mio futuro vedo scienza, per cui voglio studiare fisica oppure matematica, mi lascio aperta anche questa strada, dal momento che anche la matematica mi piace tantissimo, è una delle mie passioni».

Hai già individuato l’università che frequenterai?

«No, questo ancora no. Sono indecisa tra Padova e Bologna».

Quindi le tue materie preferite sono fisica e matematica?

«Si, però in generale mi piace lo studio e studio tutto, non c’è una disciplina che non mi piace, forse educazione fisica. Li proprio non sono capace. Però mi piace studiare tutto, la filosofia o la letteratura, però le mie preferite effettivamente sono fisica e matematica. In realtà ho scelto il Liceo Scientifico perché mi piacevano le materie scientifiche, però poi ho scoperto che mi piace anche altro».

Chiara ha raccontato di questa esperienza con soddisfazione ed entusiasmo, descrivendola come stimolante e affascinante, soprattutto per aver avuto modo di confrontarsi con ragazzi stranieri che condividono la sua stessa passione per l’astronomia. L’unica pecca, non aver potuto visitare a fondo Pechino. «Abbiamo avuto modo di vedere solo la Grande Muraglia – ha raccontato Chiara – il Planetario e l’Osservatorio imperiale. Purtroppo, non abbiamo avuto la possibilità di spostarci, perché le prove si sono svolte in hotel, che non era al centro di Pechino, quindi, per spostarci avremmo dovuto prendere un autobus e fare un’ora e mezza di strada per arrivare la centro».

Chiara ha tenuto a ringraziare Angela Misiano, responsabile del Planetarium Pythagoras di Reggio Calabria: «Se sono arrivata fin qui – ha concluso – è solo grazie a lei, perché la mia passione è partita dal Planetario e poi lei mi ha sempre sostenuta in qualsiasi competizione io abbia fatto».

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