martedì,Aprile 30 2024

Peste suina, cacciatori indignati: «Noi accusati di nascondere le carcasse degli animali morti»

L’associazione Pro cinghiale Calabria «Ci stiamo mobilitando per una manifestazione pacifica ma di massa davanti agli uffici del potere»

Peste suina, cacciatori indignati: «Noi accusati di nascondere le carcasse degli animali morti»

Il problema della peste suina continua ad alimentare polemiche e malcontenti nel mondo venatorio. Aspre critiche sul modo di gestire il fenomeno da chi di competenza vengono ormai da mesi sollevate dall’associazione “Pro cinghiale Calabria”, i cui membri si erano anche resi disponibili a contribuire ad arginare il fenomeno. Ma dopo i numerosi appelli rimasti inascoltati, oggi l’associazione si dice «scioccata oltre che delusa dalla gestione e dalle decisioni prese dal commissario straordinario alla Psa Vincenzo Caputo e dal mondo politico calabrese in merito all’emergenza cinghiali che sta mettendo in ginocchio la popolazione reggina». Il presidente Rocco Esposito ricorda che «è stata mantenuta la decisione di tenere chiusa l’attività venatoria in ogni sua forma, oltre a non attivare la tanto conclamata “girata” fatta dai bioregolatori.

Tale decisione – spiega – ha portato al proliferare incontrollato dei cinghiali con un aumento sproporzionato dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali. Su questo aggiungo che non è per nulla normale che un animale investito rimanga giorni e addirittura settimane ai bordi delle strade e alla “portata” di chiunque. Sulla nazionale che porta a Sant’Eufemia d’Aspromonte, la carcassa di un cinghiale investito è rimasta a bordo strada per più di 15 giorni, senza che nessuno intervenisse per rimuoverla. Noi denunciamo l’immobilismo che dura da 8 mesi oltre all’inspiegabile silenzio di associazioni agricole e venatorie».

Esposito sottolinea che «a differenza di quanto successo in altre regioni come Campania e Basilicata, dove sono state riviste e allentate le zone rosse, qui in Calabria sembra non siano state seguite le stesse direttive e continua a vigere un regime duro senza motivo, o meglio, senza un motivo apparente. Infatti, vogliamo spostare l’attenzione su un argomento che purtroppo gira tra i corridoi e a volte anche durante convegni e sedute di esami. Mi riferisco al fatto che, secondo alcuni luminari del settore, noi cacciatori stiamo nascondendo le carcasse dei cinghiali morti di Psa. Affermazioni gravissime! Intanto qualcuno dovrebbe chiedere scusa per aver sostenuto che con la Psa sarebbero morti il 90% dei cinghiali, facendo credere che il problema si sarebbe risolto così.

Basterebbe poi parlare con i veterinari che effettuano i prelievi sulle carcasse, per avere conferma che i ritrovamenti fin qui fatti, sono dovuti alle segnalazioni dei cacciatori. Anche se ci chiediamo chi ha detto che solo i cacciatori possono o devono vedere le carcasse dei cinghiali. Cittadini, agricoltori o forze dell’ordine non possono averle viste? Se non ci sono segnalazioni, vi per una volta sorto il dubbio che magari cinghiali morti non se ne trovano? Ma non vedete che i cinghiali hanno invaso i centri abitati? Chi afferma che non vengono segnalate le carcasse o addirittura che vengono nascoste afferma una cosa falsa e grave e deve chiedere scusa a tutto il popolo calabrese, non solo ai cacciatori».

Il presidente della Pro cinghiale sostiene che i cacciatori «si sentono offesi. Tornando invece, ai proclami fatti, ancora stiamo aspettando i cani molecolari (mentre i segugi sono 8 mesi che stanno chiusi) per trovare le carcasse. Inoltre, perché non è stato ancora mandato l’esercito? Perché non sono state installate le gabbie? Perché non è stata attivata la girata? Perché non è stata aperta la caccia di selezione? Perché l’unica cosa che si sta facendo sono corsi senza senso? Vogliamo risposte e per averle – ha annunciato – ci stiamo mobilitando per una manifestazione pacifica ma di massa davanti agli uffici del potere. Ribadiamo che noi cacciatori senza le giuste condizioni non intendiamo partecipare a ridicoli e inutili interventi di prelievo del cinghiale e pertanto, chiediamo alla Regione, nella figura del presidente Roberto Occhiuto e dell’assessore delegato alla Psa Gianluca Gallo, di intervenire al più presto per sbloccare questa situazione di stallo, prendendo le decisioni necessarie per dare risposte e soluzioni alle migliaia di calabresi in difficoltà».

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