sabato,Maggio 4 2024

Rosario Livatino sorretto dalla Fede nell’esercizio del diritto: arriva a Reggio la mostra Sub Tutela Dei – FOTO e VIDEO

Visitabile fino al prossimo 30 gennaio, l’esposizione dedicata al giudice siciliano ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021, è stata oggi inaugurata a palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana, su iniziativa del Csv dei due Mari

Rosario Livatino sorretto dalla Fede nell’esercizio del diritto: arriva a Reggio la mostra Sub Tutela Dei – FOTO e VIDEO

S.T.D. puntato e Sub Tutela Dei per esteso. È stato quotidiano e costante l’affidamento del giovane giudice Rosario Angelo Livatino al Signore. Quelle lettere, all’inizio non decifrate e poi identificate come le iniziali di quell’espressione che ricorre nelle sue agende, lo dimostrano segnando la profondità di una fede che è stata dell’uomo e, quindi, anche del magistrato. Da qui il titolo della mostra “Sub Tutela Dei. Il giudice Rosario Livatino” in cui si racconta la vita del magistrato agrigentino che ha sfidato la mafia perché era suo dovere perseguire la giustizia. Ucciso da quella stessa mafia quando non aveva neppure 40 anni, il 21 settembre 1990, Rosario Angelo Livatino è stato beatificato nel 2021. 

La tappa a palazzo Alvaro

“Sub Tutela Dei. Il Giudice Rosario Livatino” sta facendo adesso tappa a Reggio Calabria, dopo essere stata allestita a Polistena e a Melito porto Salvo. Inaugurata questo pomeriggio nella sala Boccioni di palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, qui resterà visitabile fino a martedì 30 gennaio. Alla cerimonia di apertura presenti Giuseppe Bognoni, presidente del Csv dei Due Mari, Giuseppe Falcomatà, sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, vicesindaco Metropolitano, don Francesco Megale, vicario episcopale per la Carità, i Problemi sociali e il Lavoro, Mariagrazia Arena, presidente del Tribunale di Reggio Calabria.

Il Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari – Ets di Reggio Calabria si è fatto promotore anche a Reggio dell’organizzazione dell’esposizione curata da Libera Associazione Forense, Centro Studi Rosario Livatino, Centro Culturale Il Sentiero di Palermo e promossa da Meeting Mostre. La mostra sarà visitabile fino al prossimo martedì 30 gennaio da lunedì a venerdì ore 9/18 e sabato ore 9. 30/12. 30. L’ingresso è libero e le scuole possono continuare a prenotarsi contattando la segreteria del Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari – Ets di Reggio Calabria.

Sub tutela Dei, saldo nelle intenzioni e nelle azioni

 «(…) gli inquirenti all’inizio si inquietano e pensano a un messaggio cifrato per indicare il nome di chi lo perseguitava. In realtà quella sigla, presente già nella sua tesi di laurea in giurisprudenza, si trova in tutte le sue agende (…). E ricorda – come ha spiegato il professore Giovanni Tranchina, che di Livatino fu docente universitario – “le invocazioni con Le quali, in età medievale, si impetrava la divina assistenza nell‘adempimento di certi uffici pubblici“». Così Monsignore Michele Pennisi, emerito di Monreale, scrive a proposito di S.T.D.. restituendoci, quasi all’inizio dell’iter espositivo che ripercorre la vita dell’uomo e del giudice Livatino, l’immagine di un uomo umile, reso saldo nelle intenzioni e nelle azioni proprio da quell’affidamento.

Il percorso espositivo, le lettere e le foto

La vita, La formazione, Il contesto storico e la Sicilia occidentale. La provincia di Agrigento. Sub tutela Dei, L’umanità di Rosario Livatino, La religiosità e la coerenza di vita. La lotta contro la mafia negli anni ’80, Armi spuntate, Essere magistrato, La professionalità di Livatino, Livatino in procura e in tribunale, Un magistrato fuori dal “sistema”. L’esperienza della “notte oscura dell’anima”, Il movente dell’omicidio, L’esecuzione dell’omicidio (e il primo testimone Pietro Nava, l’agente di commercio di origini milanesi che assistette all’omicidio). Il martirio, La resistenza della Chiesa di fronte alla mafia: la santità, Rosario Livatino oggi.

Ecco il viaggio dentro l’esistenza di un giovane e coraggioso magistrato convinto fino all’ultimo respiro di non avere fatto altro che il suo dovere. Quella domanda rivolta ai suoi assassini prima di spirare – “Cosa vi ho fatto?” – lo dimostra. Ere convinto che non vi fosse modo diverso di essere e di fare il giudice giudice. Per Livatino la giustizia, in quanto atto sommo è necessariamente anche sommo atto d’amore, altrimenti la giustizia non è vera e l’amore non è autentico.

La Mostra si conclude con le toccanti lettere scritte da uno dei mandanti Salvatore Calafato e da uno degli esecutori, Domenico Pace. Chiedono perdono. La vita e anche la morte di Rosario Livatino hanno toccato profondamente tante vite.

Poi ci sono le foto del suo scrittoio, di quei campi sotto la strada statale 640 dove la morte lo colse e della reliquia con la camicia insanguinata e sotto la scritta Codice Penale e Vangelo. Poi ancora le agende nelle quali condividere la sua quotidianità di uomo semplice dallo spirito profondamente devoto e dall’azione integerrima.

Un esempio di costruttore di bene comune

«Gli insegnamenti che con la sua vita ci ha lasciato Rosario Livatino sono tanti. Il lavoro come impegno civile e contributo alla costruzione del bene comune, il senso del dovere. Valori e principi imprescindibili per costruire una società inclusiva. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani che numerosi verranno a visitare con la scuola e non solo questa mostra. Ai giovani volontari che si sono formati per essere guide di altri giovani alla scoperta di questa figura straordinaria nella vita di tutti i giorni che è stato Rosario Livatino».  Così Giuseppe Bognoni, presidente del Csv dei Due Mari di Reggio Calabria. E infatti oggi a guidare la visita il giovane volontario del centro solidarietà Alberto Marvelli, Roberto Romolo.

Testimoni di legalità per nutrire la comunità

«Siamo molto contenti di ospitare questa mostra qui a palazzo Alvaro. Proprio qualche giorno fa con una bellissima iniziativa con le scuole abbiamo ricordato il giudice Antonino Scopelliti nell’occasione di quello che avrebbe dovuto essere il suo 89° compleanno. Lui come Rosario Livatino deve restare vivo nella nostra coscienza. Si tratta di figure che devono continuare a restare presenti nelle nostre vite per testimoniare la necessità di coltivare la legalità». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

«Un’iniziativa importante. Ringraziamo gli organizzatori per il coinvolgimento e per aver voluto condividere con noi questo momento. Ricordiamo un uomo che con la sua grande umanità continua a essere un esempio non soltanto per professionalità ma anche e soprattutto per dedizione e per capacità di anteporre il bene comune alla sua stessa vita». Così il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace.


Una vita orientata al Signore

«Rosario Livatino è stato un testimone credente e credibile perché è riuscito a portare anche i valori della fede nel suo quotidiano e nel suo delicatissimo servizio di magistrato. La beatificazione ha consentito di portare alla luce la sua vita pienamente orientata verso Dio al punto tale da ricevere il dono più alto che è il martirio», così don Francesco Megale, vicario episcopale per la Carità, i Problemi sociali e il Lavoro.

Giustizia e misericordia


«Il magistrato non giudica l’uomo ma giudica le azioni compiute dall’uomo. Per questo l’esercizio della giurisdizione non è contrario al precetto evangelico del “non giudicare” e dell’essere misericordioso. Il rapporto tra fede e diritto è stato al centrale per il giudice Livatino, uomo profondamente credente. Scoprendo o riscoprendo la sua storia, impariamo che bisogna esercitare la giurisdizione in maniera indipendente, incorruttibile, coerente e salda, attuando sempre una giustizia veramente riconciliatrice». Così Mariagrazia Arena, presidente del Tribunale di Reggio Calabria.

Articoli correlati

top