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Molochio, a 4 anni dalla morte Comune e Arma ricordano il carabiniere scelto Alessandro Nicolosi – FOTOGALLERY

Il giovane fu il primo a ribellarsi ai soprusi che i militari subivano dall’allora comandante di stazione

Molochio, a 4 anni dalla morte Comune e Arma ricordano il carabiniere scelto Alessandro Nicolosi – FOTOGALLERY

Una cerimonia di commemorazione in ricordo del carabiniere scelto Alessandro Nicolosi, si è svolta ieri sera nell’aula consiliare del comune di Molochio, dove il giovane, scomparso a soli 29 anni per una grave malattia, prestò servizio dal 2015 al 2017. L’Amministrazione comunale e la locale Stazione dei carabinieri, hanno organizzato in sinergia la cerimonia per onorare il ricordo del giovane militare che, con coraggio e lealtà verso il giuramento che aveva fatto alla Benemerita, si è ribellato ai soprusi e alle angherie cui, l’allora comandante della stazione, sottoponeva i suoi militari. Vessazioni per le quali lo scorso aprile, è stato condannato a due anni di reclusione e alle spese processuali (pena però sospesa e non menzione della condanna secondo gli articoli 163 e 175 del Codice penale).

Alla cerimonia hanno preso parte i genitori del carabiniere scelto Nicolosi, il fratello – anch’egli carabiniere – la moglie e i suoceri, oltre al capitano della Compagnia carabinieri di Taurianova Gaetano Borgese, al parroco don Pino Sabato, all’Associazione carabinieri di Reggio Calabria, al comandante della Stazione di Molochio, maresciallo capo Salvatore Benedetto Carrabotta e ai militari suoi colleghi, ancora in servizio nel piccolo paese preaspromontano.

Il sindaco: «Un uomo dai grandi valori»

Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Marco Caruso, il quale ha voluto sottolineare lo scopo dell’iniziativa, ossia quello di «onorare la memoria del carabiniere Alessandro Nicolosi, per il servizio prestato nei due anni di permanenza a Molochio e per il segno indelebile che ha lasciato nella nostra comunità. Anche se è rimasto con noi per poco tempo, è stato comunque sufficiente per farci comprendere le sue qualità di uomo e di carabiniere, che ci portano qui a prenderlo da esempio. Del suo altruismo e dello spirito di servizio che lo contraddistinguevano, dobbiamo farne tesoro e dobbiamo ringraziare per il bagaglio di valori che ci ha lasciato».

Il ricordo del comandante di stazione

La parola è poi passata al comandante di stazione Carrabotta – che insieme a Nicolosi e ad altri militari, denunciò Forte – il quale visibilmente emozionato e con la voce strozzata, ha ricordato il collega morto prematuramente nel 2019. «Siamo onorati di ricordare il nostro amato collega Alessandro, un carabiniere straordinario che ha lasciato un segno indelebile nelle nostre menti e nei nostri cuori – ha esordito il comandante -. Ricordo i suoi primi giorni di servizio, aveva tanta voglia di fare e di imparare, e pertanto, con molta umiltà seguiva i colleghi più anziani, perché sapeva che solo così si poteva davvero imparare sul campo. Proprio questa sua umiltà ci ha colpiti sin da subito, facendoci apprezzare la sua essenza. Difatti, Alessandro è diventato non solo un collega, ma un grande amico.

Poco dopo il suo arrivo – ha raccontato – abbiamo vissuto un brutto periodo professionale in caserma, ma il giovane carabiniere Alessandro non si è scoraggiato, anzi, anche lui sofferente per quella situazione che incrinava i rapporti personali e professionali e che contribuiva a far perdere la fiducia della comunità molochiese verso la Stazione dei carabinieri, non ha esitato ad affrontare a testa alta quella delicata circostanza, dando conforto e forza a tutti noi. Anche grazie a lui, infatti, siamo riusciti a superare brillantemente quel brutto periodo, costruendo insieme un sano ambiente personale e professionale. La sua passione, il suo spirito di servizio e attaccamento al dovere, la sua gentilezza e dedizione verso gli altri erano ineguagliabili, rendendo ogni momento trascorso insieme a lui un ricordo prezioso».

Il maresciallo capo ha quindi raccontato di quel Natale passato insieme, quando il carabiniere scelto Nicolosi propose e organizzò una cena in caserma, con le rispettive famiglie e non solo cucinò ma a fine pasto, si travestì da Babbo Natale e consegnò dolci, caramelle e giocattoli ai bambini. «La memoria di Alessandro vivrà nel ricordo di ogni gesto di gentilezza e nella forza che ci ha donato e che ci ha fatto vivere quando è stato costretto ad affrontare la brutta malattia – ha concluso -. Con questa cerimonia ricordiamo e piangiamo la sua partenza prematura, ma celebriamo la sua vita dedicata al servizio e all’aiuto agli altri. Alessandro vivrà nei cuori di tutti noi, come un esempio di generosità e amore. Che il suo esempio ci guidi nel mantenere viva la fiamma dell’Arma e della solidarietà, che ha brillato nel suo cuore».

Il consigliere di minoranza Caruso promotore dell’iniziativa

Il secondo intervento è stato quello del consigliere comunale di minoranza Ismaele Ottavio Caruso, che è stato anche il promotore dell’iniziativa, portando la proposta in Consiglio comunale. «Il brutto periodo che ha sconvolto la comunità l’ho vissuto in prima persona – ha affermato Caruso – e questa iniziativa non nasce per caso, ma per rendere merito al carabiniere scelto Nicolosi di aver posto in essere il collante per unire la cultura e la legalità alla ragione. Con la coerenza, l’onesta e la lealtà che lo caratterizzavano, è stato un esempio di civiltà e di rispetto per le istituzioni, e per questo dobbiamo ricordarlo. Quei fatti negativi lui li ha combattuti, non ha chinato il capo rischiando il suo posto di lavoro, per ottemperare alla fedeltà in cui credeva».

Garreffa: «Diffondere la cultura della legalità»

«È l’aspetto umano di Nicolosi quello che emerge e che fa la differenza su come si svolge un mestiere – ha sostenuto il vicesindaco Domenico Garreffa -. Era la bussola dei valori a orientare il suo comportamento, pertanto, il nostro compito è quello di diffondere la cultura della legalità partendo dalle scuole, per orientare allo stesso modo le nuove generazioni. Lui si è ribellato per affermare quei principi etici in cui credeva e grazie al suo contributo nel nostro paese è partita una nuova era. Abbiamo adesso una Stazione carabinieri che ha cambiato modo di approcciarsi con i cittadini, che percorre la strada del dialogo prima di quella burocratica. Come Amministrazione ci interfacciamo giornalmente con la Stazione per individuare insieme le soluzioni alle problematiche. L’obiettivo comune è quello del bene della collettività, per questo collaboriamo mettendo al centro i valori e tirando fuori il lato umano».

Il capitano Borgese: «Prendiamo il suo esempio»

L’ultimo a prendere la parola è stato il capitano Borgese, che per prima cosa si è complimentato con i genitori del carabiniere scelto Nicolosi: «Se non possiamo fare altro che parlare bene di lui, il merito è della sua famiglia. Alessandro ha sempre dimostrato grande maturità morale e professionale e in poco tempo è riuscito a instaurare quell’importante fusione tra il carabiniere e la comunità in cui si lavora. Per chi viene da fuori, è molto difficile farlo, ma lui, nonostante la giovane età, ci è riuscito, conseguendo quello che è uno dei risultati più ambiti per un carabiniere. Non può esserci carabiniere se non c’è una comunità di riferimento. Noi colleghi possiamo solo prendere il suo esempio, farlo nostro e replicarlo nel nostro quotidiano».

Le targhe ricordo

La cerimonia si è conclusa con la consegna di due targhe ricordo, una alla famiglia e una alla moglie. A leggere quanto scritto sopra, il presidente del Consiglio comunale, Vita Malivindi: «L’Amministrazione comunale di Molochio esprime la più sincera gratitudine e la più profonda stima per l’impegno, la professionalità e la dedizione profusi durante il servizio prestato con altissimo acume e senso del dovere. La comunità molochiese ne manterrà sempre vivo il ricordo». Dopo le foto di rito, il sindaco ha comunicato ai familiari che «Molochio sarà sempre casa vostra e il ricordo di Alessandro lo porteremo avanti come esempio per questa comunità».

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