venerdì,Aprile 26 2024

Reggina, l’editoriale: è quando piove che si apre l’ombrello

Sole, nubi, pioggia, grandine. È andato sostanzialmente così, in un climax metereologico molto simile a quello novembrino, l'ultimo periodo in casa Reggina

Reggina, l’editoriale: è quando piove che si apre l’ombrello

Sole, nubi, pioggia, grandine. È andato sostanzialmente così, in un climax metereologico molto simile a quello novembrino, l’ultimo periodo in casa Reggina. Un mese iniziato al caldo dei primi tre-quattro posti, finito nel gelo di un poker di sconfitte che hanno fatto sprofondare Crisetig e soci nell’acquitrinoso centro classifica.

Una situazione che ha fatto imbestialire un po’ tutti, specie quei tifosi che non hanno mai abbandonato una squadra accartocciatasi su ste stessa a partire dalla metà della gara contro la Cremonese. Difficile capire quanto successo, seppur non è una novità alle latitudini del campionato di B che un collettivo si sgonfi per un paio o più di settimane. Per dire, è successo anche al Benevento, costruito – giusto ricordarlo – con una decina di milioni in più della Reggina.

Azioni

Nel perpetrare la nostra analisi meteorologica collegata alla Reggina, è giunto il momento di aprire quindi l’ombrello. Di base, in realtà, è già stato fatto. Lo ha fatto Luca Gallo, saggiamente andato in onda per chiarire che, sì, magari non si naviga nell’oro causa covid – come se gli altri pasteggiassero a champagne e caviale in tempi di pandemia – ma che comunque la crisi non è così mortifera come qualcuno in città sostiene. Lo ha fatto Massimo Taibi, che ha preso la propria responsabilità e l’ha messa a scudo di squadra e Aglietti, nella notte più nera della stagione. Una doppia mossa che certifica quanto la società stia sul pezzo. Quanto le difficoltà esistano, sì, ma siano esclusivamente di natura tecnica. Insomma, s’è aperto l’ombrello, per evitare che l’acqua – sempre più simile a grandine – bagni tutto, compromettendolo in maniera definitiva.

Chiaramente, per quanto l’ombrello della Reggina possa essere aperto, per quanto possa essere grande, urge che smetta di piovere, anche con una certa celerità. Perché l’autunno sta lasciando posto all’inverno ed è in inverno che si semina ciò che fiorirà in primavera.

Articoli correlati

top