martedì,Aprile 30 2024

Dispersione scolastica minori a Reggio, Marziale: «Tavolo istituzionale il prossimo 8 giugno»

La rete “Energie di comunità” denuncia al Garante la difficile situazione di Arghillà

Dispersione scolastica minori a Reggio, Marziale: «Tavolo istituzionale il prossimo 8 giugno<strong>»</strong>

La rete “Energie di comunità” (ActionAid Italia, Adexo, Asd Arghillà, Azione Sociale, CSI Reggio Calabria, Il Cuore di Medea, Medici del Mondo, NonUnaDiMeno) ha segnalato al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, la situazione esplosiva in cui versano oltre mille minori nel quartiere-ghetto Arghillà di Reggio Calabria.


«In sede di immediato approfondimento – è lo stesso Garante a spiegare – ho appreso che circa 400 minorenni sono coinvolti in dispersione scolastica o frequenza discontinua. Il numero è dato anche da minorenni mai censiti, risultanti “dispersi” perfino per i servizi sociali. Il servizio di scuolabus, per debiti delle famiglie anche solo di 20 euro, lascia a casa i bambini e il bonus trasporti è una chimera. I libri di testo scolastici sono stati consegnati ad aprile scorso, cioè a ridosso della conclusione dell’anno scolastico e ciò è stato a me confermato in sede di verifica presso l’autorità scolastica».


«Molti adolescenti– continua Marziale – sono entrati nel circuito penale per reati di spaccio di droga, furti e violenze e i bambini hanno paura di uscire di casa perché i topi li attaccano, in un contesto igienico-sanitario che definire drammatico è un eufemismo».


«A fronte di ciò – conclude il Garante – e memore delle reiterate segnalazioni da me stesso indirizzate agli organi competenti nel corso del mio primo mandato di Garante in Calabria, dal 2016 al 2020, evidentemente infruttuose, ho convocato per il prossimo 8 giugno un tavolo istituzionale urgente con le massime autorità, non perché mi si continuino a dare rassicurazioni, piuttosto perché di concerto, ciascuno per le proprie competenze, si faccia quel che è dovuto per i minori li residenti. Situazioni così possono solo che generare devianza ed è poi perfettamente inutile parlare di lotta al crimine quando lo Stato non riesce a mostrare la sua forza».

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