lunedì,Aprile 29 2024

‘Ndrangheta stragista, il pentito Bruzzese: «Piromalli e De Stefano avevano doppia affiliazione»

Durante l’udienza di oggi il collaboratore di giustizia ha anche confermato «l’interessamento delle cosche calabresi per la liberazione di Aldo Moro»

‘Ndrangheta stragista, il pentito Bruzzese: «Piromalli e De Stefano avevano doppia affiliazione»

È stato ascoltato nuovamente, dopo aver integrato i suoi ricordi con una missiva, il pentito Girolamo Bruzzese esaminato nel processo “‘Ndrangheta stragista” che si sta celebrando dinnanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria.

La doppia affiliazione

Il collaboratore di giustizia ha confermato in aula i presunti legami tra la ‘ndrangheta e Costa Nostra. Il tutto per poi soffermarsi sulla «doppia affiliazione». Un’affermazione con la quale ha fatto riferimento ad alcuni esponenti di vertice reggini come «Paolo De Stefano, Peppe e Mommo Piromalli, Nino Pesce, Pino Mammoliti, Luigi Mancuso, Pino Piromalli, Nino Molè, Nino Gangemi, qualcuno degli Alvaro. Questi soggetti – ha riferito in aula Bruzzese – avevano un ruolo di vertice apicale anche nella mafia».

Il rapimento di Moro

Nel rispondere alle domande del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, ha confermato quanto scritto nella missiva. L’uomo ha ricordato «di un certo interessamento della ‘ndrangheta per ottenere notizie per la liberazione di Aldo Moro. Mio padre e con Teodoro Crea, mi confermarono che ci fu un ruolo della ‘Ndrangheta».

Il pentito si è poi nuovamente soffermato su altri dettagli in merito al presunto, e già discusso in aula, “summit” di ‘ndrangheta al quale avrebbero partecipato Bettino Craxi e Silvio Berlusconi.

Il contro-esame

Nel corso del contro-esame tenuto dall’avvocato Salvatore Staiano, difensore di Rocco Santo Filippone, il collaboratore di giustizia è stato sollecitato a chiarire i motivi per i quali «solo adesso», abbia chiamato in causa uno dei figli di Filippone. Il tutto a distanza di venti anni dalla sua decisione di pentirsi.

Lo stesso è stato indicato come un noto trafficante d’armi. Il penalista ha sollevato dubbi sulle affermazioni di Girolamo Bruzzese, che nel verbale contestato ha voluto scusarsi per quella che ha definito una dimenticanza.

Il calendario

Il processo, che vede alla sbarra il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, e il capobastone di Melicucco, Rocco Santo Filippone, per il duplice omicidio dei carabinieri Vincenzo Fava e Antonino Garofalo del 18 gennaio 1994 nei pressi dello svincolo autostradale di Scilla riprenderà il prossimo 20 febbraio. Nelle giornate del 23 e 27 febbraio si svilupperà la requisitoria del Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. Nella stessa occasione ci sarà la precisazione dei capi d’accusa, il riassunto dei fatti e la formulazione delle richieste al Collegio giudicante.

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