sabato,Maggio 4 2024

Pestato dai fratelli e morto in ospedale a Locri, il calvario di Cosimo lungo oltre un anno

La ricostruzione del gip: «Non solo botte, anche umiliazioni che lo facevano sentire inadatto, inutile e sbagliato»

Pestato dai fratelli e morto in ospedale a Locri, il calvario di Cosimo lungo oltre un anno

«Si facevano forza del fatto che la vittima non li avrebbe mai denunciati, proprio perché particolarmente buona». È quanto si legge nel provvedimento di arresto firmato dal gip di Locri Mauro Bottone, su richiesta del procuratore di Locri Giuseppe Casciaro e del sostituto Luisa D’Elia, emesso nei confronti dei fratelli Orlando, accusati di maltrattamenti nei confronti del fratello Cosimo, morto nel nosocomio cittadino.

«Soprattutto a partire dall’estate del 2022, in concomitanza con la scoperta del neuroblastoma della loro mamma – annota il Gip – v’era stato un forte sconvolgimento delle dinamiche familiari all’interno dell’abitazione della stessa. Cosimo aveva cominciato ad utilizzare farmaci e sostanze alcoliche con frequenza, al fine di stordirsi ed alleviare il dolore per la malattia della madre; contemporaneamente, degeneravano ulteriormente anche i rapporti con i fratelli Antonio e Domenico, da sempre complicati anche per via del carattere prevaricatore ed aggressivo di questi».

Che i fratelli Orlando tenessero una pluralità di comportamenti di vessazione fisica e morale nei confronti del fratello, è emerso già dalle prime dichiarazioni della sorella. “Questa, peraltro – sostiene il gip – in sede d’escussione del 16 maggio 2023, delineava il quadro di prepotenza, sopraffazione, umiliazione e violenza che vedeva protagonisti gli indagati. Risultata, per un verso, l’esistenza di comportamenti offensivi anche diversi ed ulteriori rispetto alle aggressioni fisiche nei suoi confronti: lo picchiavano, spesso aggredendolo mentre si trovava in uno stato inanimato e senza che tentasse di difendersi, lo aggredivano verbalmente, pronunciando insulti e frasi altamente offensive e dolorose, lo umiliavano, anche ritraendolo con foto e video, e lo isolavano, facendolo sentire inadatto, inutile e sbagliato”.

Per il Gip locrese “gli indagati impedivano a Cosimo di restare a tavola con loro, che non avevano mai mostrato pentimento per le botte e le lesioni che gli avevano cagionato. Talvolta, nonostante i traumi subiti, Cosimo decideva di non recarsi in ospedale o dal medico proprio per evitare di dover fornire giustificazioni in ordine ai segni riportati. Tra l’altro la vittima decideva di lasciarsi andare, di non curarsi, proprio a causa della disperazione e del malessere provato”.

“La aggressività delle persone sottoposte ad indagini è risultata evidente anche per l’assenza di rimorso e dalle condizioni in cui versava la vittima nei momenti in cui veniva picchiata, priva di alcuno stimolo, inanimata e senza che potesse difendersi. Ciò sia in occasione delle prime aggressioni, sia delle ultime”.

Circa l’abitualità delle condotte violente degli indagati, il gip sottolinea “che esse non si interrompevano a fronte del peggioramento delle condizioni della vittima ma, anzi, proprio il deterioramento fisico e psichico della stessa sembrava costituire pretesto ed occasione di ulteriori e più gravi offese, in un crescendo di crudeltà senza remore, con evidente sproporzione delle offese rispetto alle possibili difese del destinatario, stanco, fragile, in condizioni psico-patologiche sempre peggiori.
I segni della crudeltà dei fratelli – osserva ancora il gip – erano direttamente visibili sul corpo di Orlando Cosimo, poi arrivato ad essere sempre più tumefatto e traumatizzato in ulteriori e più punti”.

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