A Siderno lo scrittore Giuseppe Aloe racconta “Le cose di prima”
L’incontro culturale patrocinato dell’amministrazione comunale e condotto da Maria Teresa D’Agostino
«Le storie crescono dentro per anni, si sedimentano e, poi, all’improvviso, premono per uscire. E mi ritrovo a scrivere come in trance». Così Giuseppe Aloe, alla presentazione della sua nuova opera letteraria, “Le cose di prima” (Rubbettino), ha raccontato la nascita dei suoi romanzi. «Prosa poetica» ha definito Luigi Franco, direttore editoriale della Rubbettino, la narrativa di Aloe, «dentro una scrittura mai scontata, in cui similitudini e ossimori, sempre ricercati, danno vita a un ammaliante gioco di parole».
L’incontro culturale, promosso dal Mondadori Bookstore (centro commerciale La Gru), con il patrocinio dell’amministrazione comunale e condotto da Maria Teresa D’Agostino, si è svolto nella Villa sul lungomare di Siderno, con la partecipazione dell’assessore alla cultura Francesca Lopresti, che ha introdotto la serata, dell’assessore Maria Teresa Floccari e di appassionati lettori.
«Amo indagare le fasi della vita delle persone, le loro relazioni nei diversi contesti. Per esempio la vecchiaia e la malattia che porta alla perdita di parti di sé, di pezzi di vita. Con questo nuovo romanzo sono entrato nella mente e nei sentimenti di un adolescente per portare fuori fragilità, fantasmi, i lacci dell’esistenza». In un’apparente normalità, nelle certezze di una famiglia come tante, irrompe l’evento che fa crollare tutto. E questo, fra i 12 e i 13 anni, apre una voragine che inghiotte tutto ciò che era “prima”, segnandone inevitabilmente la vita adulta.
«Ma il lettore, a ogni pagina, si chiede in quale dimensione narrativa ci si trovi – ha spiegato ancora Luigi Franco –. Nella migliore forma metaletteraria, Aloe trascina dentro un vortice di visioni e voci, in un rimbalzo pirandelliano».
“Le cose di prima” sono finite, ma continuano a cantilenare nel silenzio della notte, si presentano e scompaiono, parlano, si fanno avanti, e sono spavaldi e portentosi. Nel romanzo ci sono i carnefici e le vittime, i partecipi e gli osservatori. Ci sono balconi, finestre, camere diventate vuote, c’è Janelle la mantide religiosa, la sentinella del buio, e c’è Annette, la donna che forse riuscirà a tirar via quell’uomo dalla sua vertigine. Tutto dentro una storia drammatica, visionaria, ironica. Pagine dense di sentire, cui ha dato voce, con grande intensità, Rossella Scherl.
Giuseppe Aloe, con Rubbettino, ha pubblicato anche “Lettere alla moglie di Hagenbach” (2021, Premio Rhegium Julii e Premio Città di Siderno) ed è stato finalista al Premio Strega nel 2011 con “La logica del desiderio”.
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