sabato,Aprile 27 2024

Consiglio comunale a Taurianova, la questione acqua ancora al centro degli scontri in aula

Una scrittura privata per l’approvvigionamento idrico ha mandato su tutte le furie la minoranza con Scionti che ha minacciato denuncia

Consiglio comunale a Taurianova, la questione acqua ancora al centro degli scontri in aula

A due giorni di distanza dall’ultimo, è tornato a riunirsi il Consiglio comunale di Taurianova, che ancora una volta ha visto la questione acqua al centro della discussione. A saltare immediatamente agli occhi, la presenza del consigliere di minoranza Filippo Lazzaro che, contravvenendo a quanto detto durante il consiglio dello scorso 3 novembre, è tornato in aula, ma solo per «rispetto della maggioranza». La seduta si è aperta senza la consueta ora di preliminari, alla quale l’opposizione ha rinunciato per poter argomentare i vari punti all’ordine del giorno.

I punti all’ordine del giorno

Saltati i preliminari quindi, si è cominciato subito con la discussione, rimandando innanzitutto il primo punto, relativo all’approvazione del verbale della seduta precedente, in quanto per il poco tempo a disposizione, non era ancora pronto. Sul secondo punto, relativo alla Legge regionale n. 10 del 20 aprile, relativa all’organizzazione dei servizi pubblici locali con l’adesione all’Ente di governo “Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria”, ha relazionato il sindaco Roy Biasi, sostenendo che il punto «va tecnicamente ritirato, perché prima di approvarlo serve il parere dei revisori dei conti. Inoltre – ha spiegato il primo cittadino – sottrae autonomia al Comune circa la gestione delle acque e dei rifiuti, quindi prima di procedere, chiederemo un incontro al governatore Occhiuto.

Nella gestione delle acque, per chi ha Sorical cambia poco, ma per noi no, perché uscendo dal dissesto, se riusciamo a ottenere il finanziamento di 8 milioni dal bando a cui abbiamo partecipato, ci possiamo rendere autosufficienti sulla gestione delle acque bianche e nere, mentre con questa legge si vieta al Comune di agire sulle tariffe. Con 3 pozzi – il terzo è di prossima apertura – e qualche altro intervento, si potrebbe staccare la fornitura della sorgente Viterito, che è quella che ci costa di più dovendo l’acqua percorrere ben 7 km per arrivare. In questo caso, il comune uscito dal dissesto, potrebbe rimodulare la tariffa e adottarne una più bassa, ma questa autonomia di fatto viene meno.

È una questione molto delicata – ha continuato Biasi – e per questo va approfondita anche se c’è l’obbligo di aderire entro il 31 dicembre. Va comunque approvata, però abbiamo ancora qualche giorno per ragionare e avere un’interlocuzione con il presidente Occhiuto». Fabio Scionti si è detto d’accordo con il rinvio del punto, esortando il sindaco ad agire per capirne di più. «Come comune prenderemo la nostra quota all’interno di Sorical – ha spiegato – ma non si sa quale. Diventeremo parte integrante ma non sappiamo quali siano i crediti che vanteremo e quali invece i debiti che ci sobbarcheremo. Dobbiamo capire qual è il vantaggio per chi ha le strutture (pozzi e serbatoi) come Taurianova.

Detto questo si è passati al terzo punto, relativo al riconoscimento di debiti fuori bilancio. «Si tratta di un pignoramento presso terzi – ha spiegato il sindaco -. La storia è un po’ controversa, perché il pignoramento non si poteva fare, in quanto i debiti rientravano nella gestione del dissesto. Secondo il nostro avvocato il pignoramento non sarebbe stato iscritto e invece, nonostante non si sarebbe potuta assegnare la somma in quanto eravamo in dissesto, ci siamo ritrovati con 4.500 euro più le spese legali in meno». Il punto è stato così approvato con 10 voti favorevoli e 6 contrari.

La diatriba sulla scrittura privata per l’approvvigionamento dell’acqua

Ad accendere la miccia tra maggioranza e opposizione è stato il quarto punto, anche questo riguardante debiti fuori bilancio. A relazionare ancora una volta il sindaco che ha spiegato come nel periodo estivo sia stato necessario correre ai ripari per garantire l’acqua nelle case dei cittadini. «Abbiamo così dovuto ricorrere a risorse idriche private con un allaccio alla fonte dell’ex acqua minerale Gianlorenzo e pertanto la spesa per i costi dell’energia è di 6.189 euro», ha spiegato.

Da qui sono cominciate le polemiche, con Lazzaro che ha sottolineato il fatto che la sua presenza è dettata unicamente per «rispetto della maggioranza, in quanto siamo venuti a conoscenza di una scrittura privata del 10 agosto, tra il vicesindaco Antonino Caridi e un privato. A luglio l’Asp aveva dichiarato l’acqua non potabile – ha incalzato Lazzaro – e invece di avvisare la popolazione si è pensato bene di immettere nelle condutture acqua di cui non sappiamo niente. C’è una presa d’atto di questa scrittura privata? Ma soprattutto, perché se è avvenuta ad agosto si è protocollata a novembre? Nessuno sapeva che l’acqua non era potabile e si è aggiunta una nuova fornitura di cui non si sa della sua sicurezza. Non vogliamo essere petulanti, ma voi scivolate ogni mese sull’acqua». A questo punto Lazzaro si è rivolto ai consiglieri di maggioranza, chiedendo se ne erano a conoscenza, ma nessuno ha risposto.

Per Daniele Prestileo, «le date non corrispondono mai a quello che dite. Il protocollo è dell’8 novembre e la scrittura del 10 agosto. Già in precedenza chiesi se qualche idraulico era andato all’ex Fons Nova ad allacciare e nessuno mi rispose. Voi volete prendere in giro i cittadini», ha affermato e rivolgendosi a Caridi, ha sostenuto: «dal momento che firmi cose come se fossi a casa tua, quanto meno puoi relazionare tu». Più duro il consigliere Scionti, il quale ha affermato che «non avrei mai portato una delibera del genere in Consiglio. Invito i consiglieri di maggioranza a leggere l’ordinanza, perché certifica tante irregolarità e ci vuole davvero coraggio a portarla in Consiglio. È un qualcosa che nella pubblica amministrazione non ho mai visto».

A questo punto ha cominciato a elencare tutte le irregolarità riscontrate. «La siccità si attesta nel periodo luglio-settembre, ma si paga l’energia per il periodo settembre-ottobre, quando finisce. Si cita l’articolo 167 del decreto legge sulla Tutela dell’ambiente ma si riporta solo una parte, per non farci accorgere, mentre citando il decreto legislativo del 2 febbraio 2001 sulle norme sanitarie, dimostrate praticamente che avete effettuato un abuso.
In sostanza state certificando che abbiamo un serbatoio comunale collegato con una condotta privata e ciò è penalmente perseguibile. La scrittura privata è stata fatta il 10 agosto – ha continuato Scionti – e il pozzo si utilizza il 19 agosto. Una mossa fatta con furbizia quando la non potabilità era stata dichiarata, mentre non c’è traccia dell’ordinanza che si sta immettendo acqua. Abbiamo solo le analisi arrivate il 26 luglio. In più allegate due bollette, una che va dal 27 aprile al 31 agosto. Perché, se in sostanza si sarebbe dovuto pagare il consumo dell’energia solo per 11 giorni? Soldi dei cittadini sperperati».

Dal canto suo il sindaco ha così ammesso che «se la questione viene trattata in Consiglio una qualche anomalia o svista c’è stata. Ma noi siamo tranquilli e sereni, perché l’unica dimenticanza è stata quella di protocollarla, nella spasmodica ricerca di fonti di approvvigionamento. Un pozzo a Razzà non si è potuto salvare – ha spiegato il sindaco – e abbiamo ritenuto mandarla anziché toglierla visto che la non potabilità era stata certificata. L’atto è stato redatto dagli uffici, la delibera non la fa né la Giunta né i consiglieri, e soprattutto c’è il parere di regolarità tecnica e contabile. La condotta corre sulla strada e per poter immettere l’acqua nella rete principale bisogna fare un allaccio che ovviamente non può fare un privato. Per quanto riguarda i consumi, il conteggio è stato fatto dall’Enel».

Scionti minaccia denuncia

Scionti a questo punto ha chiesto come sono stati fatti i lavori, invitando la maggioranza a ritirare l’atto «per la vostra tutela. In caso contrario – ha minacciato – vi prendete la responsabilità», e rivolgendosi al sindaco ha sostenuto: «darai conto di come è stata allacciata la condotta». La parola è passata al consigliere di maggioranza Francesco Bellantonio, il quale ha affermato che «se ha il parere di regolarità tecnica noi ci fidiamo e la votiamo». La votazione ha così registrato 10 favorevoli e 6 contrari. A questo punto Lazzaro ha lasciato l’aula, mentre il Consiglio si accingeva a votare l’ultimo punto, relativo alle modifiche allo Statuto comunale, già alla terza votazione.

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