martedì,Maggio 7 2024

AMMINISTRATIVE 2023 | Scilla da record: sciolto per mafia due volte non andrà al voto

Un’inchiesta che ha fatto emergere le pressioni delle cosche sull’amministrazione e una storia che ha portato uno dei borghi più belli d’Italia nuovamente in mano a una commissione straordinaria

AMMINISTRATIVE 2023 | Scilla da record: sciolto per mafia due volte non andrà al voto

Non c’è pace per Scilla. Uno dei borghi più belli d’Italia costretto alla ribalta nazionale non per le sue bellezze ma per un record non lusinghiero. Due volte sciolto per mafia il comune che, con l’ex sindaco Pasqualino Ciccone, ha conosciuto un turbolento e travagliato calvario giudiziario.

L’ultima sconfitta

Nell’agosto scorso il viceprefetto Eugenia Salvo e due ufficiali dei carabinieri, il tenente colonnello Massimo Galasso e il capitano Giovan Battista Marino entravano nelle stanze e scandagliavano le carte del municipio scillese. Dopo solo otto mesi dall’insediamento, la terna prefettizia ha deliberato l’affidamento del comune di Scilla a una commissione straordinaria.

In attesa delle motivazioni è, però, chiaro, il messaggio diffuso da Palazzo Chigi che, escludendo l’archiviazione, ha confermato «i condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione del comune reggino». Scilla rinuncia così alle elezioni che a maggio rinnoveranno diverse amministrazioni locali. Sono niziati, invece, i 18 mesi di commissariamento previsti dalla misura di prevenzione straordinaria introdotta nel 1991 per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni.

L’inchiesta

Il Comune di Scilla era finito sotto la lente d’ingrandimento della Commissione d’accesso antimafia dallo scorso mese di agosto. Su disposizione dell’allora Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in accoglimento della proposta del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.

La decisione era arrivata a distanza di poco tempo da quella che ha rappresentato un’inchiesta fondamentale per disarticolare le cosche locali che si stavano, appunto, riorganizzando per tornare a imporre la propria egemonia sul territorio. Palazzo San Rocco non è uscito indenne dall’operazione “Nuova Linea”. Diversi sono stati i passaggi in cui è emersa la pressione e i presunti rapporti con la locale Nasone -Gaietti. Un’indagine che ha gettato la scure sull’amministrazione Ciccone e che, da li a breve, ha portato alle dimissioni dello stesso. Ad essere coinvolti, oltre al sindaco e al fratello Gaetano, anche lui già sindaco del paese, sono stati il consigliere Girolamo Paladino e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico municipale Bruno Doldo.

La storia che si ripete

Ciccone che da tempo orbita nel centrosinistra, aveva già subito un altro scioglimento. Il tutto sempre per infiltrazioni mafiose, a marzo 2018 quando era sempre primo cittadino di Scilla. Nonostante ciò era stato rieletto sindaco alle elezioni comunali di 20 e 21 settembre 2020 con un vero e proprio plebiscito.

A Ciccone la procura contesta lo scambio elettorale politico mafioso. E lo scioglimento ha portato all’unica soluzione possibile: Scilla non voterà. Dovrebbe, invece, ritrovare un senso di appartenenza. Una fiducia nelle istituzioni ed arrivare al prossimo appuntamento elettorale con liste, non civetta, in grado di risollevare un paese che, nelle ultime legislature, ha portato alla ribalta la parte peggiore di un paese meraviglioso.

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