venerdì,Aprile 26 2024

Covid, l’Europa striglia la Calabria sui ritardi nei pagamenti ma Occhiuto non ci sta: «Tampi abbattuti del 60%»

Le imprese interessate non possono beneficiare della tutela accordata dalla direttiva Ue. L'Italia dispone ora di due mesi per rispondere alle argomentazioni formulate da Bruxelles.

Covid, l’Europa striglia la Calabria sui ritardi nei pagamenti ma Occhiuto non ci sta: «Tampi abbattuti del 60%»

Per Bruxelles, «la legge italiana costituisce una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento per aver esteso il periodo di pagamento dei debiti delle autorità pubbliche oltre i termini stabiliti dalla direttiva».
La Commissione, secondo quanto si legge in una nota, ha quindi inviato una lettera di messa in mora all’Italia per la non corretta attuazione delle norme europee varate nel 2011.

La Commissione ha inoltre deciso di passare alla seconda fase della procedura d’infrazione – l’invio di un parare motivato – già aperta contro l’Italia in seguito alla mancata inclusione del noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali tra le transazioni commerciali rientranti nel campo di applicazione delle disposizioni contro i ritardi nei pagamenti.

Le imprese interessate, rileva la Commissione, non possono quindi beneficiare della tutela accordata dalla direttiva Ue. L’Italia dispone ora di due mesi per rispondere alle argomentazioni formulate da Bruxelles.

E la risposta non ha tardato ad arrivare. «Nell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè il governo nazionale ha deciso di affidarmi l’incarico di commissario per la sanità in Calabria, la nostra Regione ha ridotto notevolmente i tempi dei pagamenti nel settore sanitario. La media dei tempi di pagamento del sistema sanitario regionale della Calabria è passata dai 131 giorni del 2021 ai 55 giorni del 2022, e nel 2023 puntiamo a fare ancora meglio. E anche prima del 2021 i tempi medi dei pagamenti erano praticamente cementificati: 148 giorni nel 2016, 140 giorni nel 2017, 153 giorni nel 2018, 144 giorni nel 2019, 139 giorni nel 2020.

Abbiamo, dunque, accelerato in questa direzione – abbattendo di circa il 60% i tempi medi – e soprattutto abbiamo, cosa mai fatta in oltre 12 anni di commissariamento nazionale, accertato il debito della sanità, operazione che ci consentirà nei prossimi mesi di pagare puntualmente i fornitori e di tornare a spendere per assicurare il diritto alla cura ai calabresi. La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023. Una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione.

Per i prossimi mesi abbiamo due obiettivi da raggiungere, e a portata di mano: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a ‘debito zero’; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri. Il percorso è ancora lungo, ma in poco meno di 17 mesi sono stati fatti passi da gigante mai registrati prima». Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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