giovedì,Maggio 9 2024

Consiglio comunale Reggio, il mea culpa di Brunetti: «Otto anni fa non ho creduto a Falcomatà»

La confessione del sindaco facente funzioni: «Otto anni fa abbiamo avuto una forte discussione per divergenza di vedute sul bilancio»

Consiglio comunale Reggio, il mea culpa di Brunetti: «Otto anni fa non ho creduto a Falcomatà»

Arriva nel corso del consiglio comunale che rende pubblica l’uscita dal Piano di riequilibrio, la confessione del sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti rispetto alla dichiarazione del dissesto.

«Otto anni fa ero consigliere della prima legislatura Falcomatà – afferma – abbiamo avuto una forte discussione col sindaco per divergenza di vedute sul bilancio. Io e un altro consigliere eravamo forti sostenitori della dichiarazione di dissesto. Falcomatà mi ha spiegato alcune cose. Oggi chiedo scusa per non avergli creduto dal primo momento su questa questione, mi sono ricreduto perchè sono stato sostenitore della seconda consiliatura di Falcomatà.

Come me, tanti cittadini hanno avuto la stessa posizione, mi ricredo anche se utilizzare il dissesto sarebbe stata un’arma politica impressionante. Perché se lo avessimo dichiarato ci sarebbe stato un terremoto politico non immaginabile. Nonostante questo, il senso di responsabilità della prima giunta ha portato a prendere la strada più difficile per la città, che non ha capito subito, ma con la ricorferma di Falcomatà mostra che è stato capito successivamente».

Oggi si chiude un percorso durato 10 anni e ci chiedete l’operazione verità? – afferma Brunetti, riferendosi alle richieste poste in consiglio da Massimo Ripepi –Siete in ritardo di 10 anni su questa richiesta. Non mi aspettavo gli applausi, ma neanche cercare di negare l’evidenza. Oggi non c’è nulla da festeggiare perchè in 10 anni la città ha patito, dovremmo prendere a calci simbolici chi ha provocato questa situazione. Oggi mi sento di dare merito politico a chi ha avuto questa visione, all’assessore Neri.. Ora è arrivato il momento di capire se sappiamo e se siamo capaci di amministrare, e non da domani mattina. Vedremo cosa ci chiederà la Corte dei Conti chi ha già chiesto di intervenire sui tributi».

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