sabato,Aprile 27 2024

Comune di Reggio, la solitudine dei numeri primi di Falcomatà

Segnali più o meno eclatanti aumentano il solco tra le parti, mentre Brunetti fa da collante in una maggioranza che fatica a stare insieme

Comune di Reggio, la solitudine dei numeri primi di Falcomatà

Quando la sera della condanna in appello il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà chiese di resistere forse non s’immaginava che lo sforzo maggiore, più che i cittadini di Reggio, avrebbe dovuto farlo la sua maggioranza o ciò che ne resta.

L’uscita di Zimbalatti

Al netto delle uscite di Armando Neri, pronto a sedere sui banchi dell’opposizione e del passaggio al centrodestra di Mario Cardia c’è anche la tegola Antonino Zimbalatti. Già durante le udienze del processo Miramare, il medico e già assessore delle giunte di Giuseppe Falcomatà, aveva manifestato insofferenza. In particolare per come era stata gestita la vicenda dei rifiuti. Ieri pomeriggio, nel corso della presentazione della segreteria di Eduardo Lamberti Castronuovo, al tavolo c’era anche Zimbalatti. Una uscita la sua che ha preoccupato quel che resta di A testa Alta.

Chiamato in causa l’ex assessore ha inviato una nota per fare luce sulla suo posizione che, a dire il vero, sembra già chiara.

«A seguito delle precisazioni del Dottore Lamberti sull’inesistenza di un comitato promotore riguardo la sua iniziativa – spiega nel comunicato Zimbalatti – non può desumersi la partecipazione di A Testa Alta allo stesso». Un tentativo dunque per tenere distinta la sua situazione da quella della lista civica, poiché aggiunge «Intendo specificare che la mia posizione in termini politici non cambia in alcun modo rispetto all’appartenenza alla compagine di centrosinistra alla guida della Città. La mia partecipazione in quel contesto è dovuta alla stima e all’apprezzamento nei suoi riguardi ed in qualità di osservatore attento che guarda con attenzione alla possibilità della nascita di un movimento di civismo democratico per la Città».

Castorina verso il centro

Un altro caso emblematico è Antonino Castorina, partito in sordina in consiglio dopo aver scontato al sospensione. Non ha mai detto di voler lasciare il Pd ma i suoi movimenti lasciano presagire uno spostamento verso il centro. Come non comprendere lo stato d’animo di un dem abbandonato da tutti al momento del bisogno ma che ora rivendica un suo ruolo nella politica reggina, processi permettendo.
E le dimostrazioni di mal celata tensione sono più d’una.

Nella pacifica calma delle commissioni Bilancio Castorina si accoda al legista Nino Minicuci nel chiedere chiarezza sui documenti mancati del rendiconto. Castorina chiede conto delle voci dell’idrico sempre in bilancio. È lo stesso consigliere si accoda a Saverio Pazzano (La Strada) dell’opposizione su altre richieste, quando appena qualche mese fa ne sbagliava pure il nome chiamandolo “Pazzini”. Un nome che ora invece ricorda bene e un consigliere col quale condivide più di un’idea.

Le serpi silenziose

Un ruolo non da sottovalutare lo hanno in questo momento le serpi silenziose. Più che di serpi si potrebbe parlare di bisce d’acqua, considerato che si tratta di persone che in politica non hanno un passato e difficilmente avranno un futuro. Paracadutati dell’ultimo minuto che ci hanno messo mesi a comprendere di essere seduti nella civica assise. Giochi e giochini in atto, tradimenti misteriosi, ma tutto prima o poi verrà al pettine.

Così come usciranno allo scoperto i passaggi di casacca, indirizzati ancora una volta a destra, pare già suggellati da strette di mano.
A condire il tutto ci mettiamo il sindaco metropolitano Carmelo Versace che richiama all’ordine di dirigenti comunali e li bacchetta, che battaglia in campo con l’assessore Angela Martino per la vicenda dei gazebo. E che in più di un’occasione è ricambiato dai suoi assist direttamente dal centrodestra in consiglio.

Brunetti il pacificatore

A tenere in piedi questo scempio abbiamo Paolo Brunetti. Il sindaco facente funzioni si ritrova con questo cesto pieno d’acqua da tamponare. Si finisce da una parte e si ricomincia dall’altra. Un compito molto arduo considerato che, di norma, un sindaco dovrebbe concentrare le forze per salvaguardare programmi e interessi della città.

A palazzo San Giorgio invece si perde un sacco di tempo a trovare sieri antiveleno, per tornare al discorso delle vipere, e mettere in pari la situazione. Anche i pacificatori in situazioni estreme rischiano di perdere la pazienza.

Insomma Falcomatà, abituato solo ai testa a testa nell’aula Battaglia con Massimo Ripepi, di certo non immaginava di trovarsi i nemici in casa. Consiglieri che in sua presenza se dovessero alzare lo sguardo verrebbero fulminati e che invece, in questo contesto disgregativo, si permettono di alzare addirittura la voce.

Quanto potrà resistere il consiglio che dalla sua maggioranza al ritorno dei sospesi perderà anche un altro pezzo con Califano che ha sostituito Saverio Anghelone che resta di centrodestra?

Nel frattempo nascono movimenti civici, ad esempio la squadra costruenda di Lamberti, che sembrano avere una marcia in più ossia quella forza integrativa e connettiva che ai politici reggini in questo momento manca. Perché in tutto questo contesto apocalittico del centrosinistra, il centrodestra resta al palo.

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