sabato,Aprile 27 2024

Consiglio comunale a Reggio: Falcomatà si appella al coraggio: «Non sono don Abbondio»

Opposizione all'attacco su giunta, Natale e condizioni della città. Il capogruppo Sera: «Stiamo lavorando»

Consiglio comunale a Reggio: Falcomatà si appella al coraggio: «Non sono don Abbondio»

L’urgenza di approvare il Piano strutturale comunale metti tutti d’accordo al Comune di Reggio Calabria. Stamattina nell’aula Battaglia di palazzo San Giorgio tutti compatti per dare l’ok al documento fondamentale per il futuro della città dello Stretto.

E allora, sui banchi della maggioranza, compaiono: il Partito democratico e Democratici progressisti. I primi mettono da parte il pressing che, ora dopo ora, con tattica politica all’arma bianca, sta costringendo il sindaco a fare marcia indietro su tutto il programma di rinnovamento totale della giunta.


I preliminari


Spazio alle considerazioni nei preliminari. Giuseppe Marino sottolinea: «Ci 118 milioni di euro immessi nell’economia cittadina. 47 milioni di euro negli ultimi due mesi, un segno di speranza per la città. Una buona parte rimane per finanziare l’economia cittadina per le imprese, per il settore sociale”.
A fare da contraltare Massimo Ripepi del gruppo Misto: «Ne avete fatto di tutti i colori e parlate di speranza. Nulla di quello che avete pensato poi non è stato fatto».


Demetrio Marino di Fratelli d’Italia invoca le dimissioni da sindaco e maggioranza: «Non è possibile venire a fare i teatrini come l’ultima volta. Vi chiedo di essere parte politica seria, vi chiedo di essere diligenti. Da tre anni siamo a discutere di bando dei rifiuti».


Armando Neri della Lega: «A sentire le dichiarazioni della maggioranza sembra di vivere in un’altra città. C’è uno stallo politico che impedisce di andare avanti ai cittadini». Da lui un appello a non svendere il Girasole perché è “un gioiello di famiglia, è un cosa che va contro il programma di Governo della città».

Giuseppe Sera, capogruppo del Pd: «Il partito ha presentato un documento e su quello si sta discutendo. Ho usato uno strumento di politica che non è per chi ama la poltrona. C’è una discussione in atto col nostro sindaco e c’è un percorso. Ieri abbiamo approvato 9 punti all’ordine del giorno in giunta. La città non è ferma. Qualcuno vuole darci lezione? Abbiamo vinto per la seconda volta. Quando percepivamo 700 euro nessuno parlava di poltrone. Sulle cose importanti ci confrontiamo coi numeri. Non c’è fretta, lasciateci finire il nostro lavoro. Sindaco il partito è vicino. Le relazioni si costruiscono col dialogo e l’ascolto».

Per Milia: «La compravendita delle poltrone è l’ennesima umiliazione che ha subito la città. È stato uno scempio politico neo confronti del sindaco, oggi si viene a dire che si sta lavorando insieme”. Milia regala al sindaco un rametto di agrifoglio.
Nino Maiolino evidenzia i problemi idrici di Ravagnese, zona Sud di Reggio. A difendere l’operato della maggioranza ci pensa Franco Barreca.

Il consigliere Roberto Vizzari si sofferma su «Borgo Croce e l’assoluta mancanza di sostegno a una realtà straordinaria che ha visto miglia di visitatori in questi giorni a fronte di una strada che è di competenza per un tratto del comune e per un tratto della città metropolitana, completamente abbandonata e di difficile transito» e ancora «sul turismo di ritorno – chiosa – è un fatto negativo in quanto altri non sono che i nostri figli che son dovuti andare fuori a studiare o in cerca di occupazione e che tornano solo per motivi affettivi e non certamente per il Natale reggino. Sull’argomento credo sia necessaria una discussione ampia con i soggetti interessati». In ultimo la contestazione dei dati sulla capacita di spesa «considerata la grossa mole di residui attivi e considerato i fondi dei patti per il Sud del 2016 ed ancora da spendere».

Facendo riferimento a “Cecità” di Saramago il consigliere d’opposizione Saverio Pazzano afferma: «Una città che se non è tutta cieca può diventarlo. Occorre ragionare sui temi e costruire diversamente». Giuseppe Giordano dalle civiche chiede solidarietà concreta per l’hub di Sbarre vandalizzato nei giorni scorso. «Affermazioni strumentali da parte della minoranza, stiamo vivendo un momento di dialettica vivace», aggiunge dai Dp Nino Malara. Per Nino Castorina: «Bisogna avere rispetto quando i consiglieri decidono di non entrare in aula per un malessere. Solo insieme possiamo portare avanti un progetto di rinascita».

Il Sindaco

Prima dei punti previsti all’ordine del giorno interviene il sindaco Giuseppe Falcomatà: «Gli argomenti toccati hanno bisogno di un approccio più generale – afferma – Sento parlare di divisioni e tregua armate, che stimolano le corde della fantasia. Dobbiamo parlare di un aspetto più ampio. Se dobbiamo sentirci dire che esistono divisioni possiamo dire che il parlamento del vostro colore politico è andato giù per il Mes. La città subisce le conseguenze di una crisi più ampia. Pensiamo alla Mediterranea, ai 10mila iscritti dei primi anni duemila. Sono 7.000 in meno. Per il turismo di ritorno sono i genitori che raggiungono i figli fuori oggi. Facciamo un consiglio comunale su questo, ma senza il dito puntato».


Inevitabile il punto relativo al Natale: “Non è che prima di questa amministrazione fosse granché il Natale. Quest’anno poteva andare meglio. Non diciamo però di essere scollegati alla realtà”. Il primo cittadino si sofferma poi sugli ospedali: «I luoghi come ospedali, luoghi di sofferenza di cui non si parla mai. Chi li frequenta vede come sono organizzati questi luoghi. In una settimana ho ascoltato tanti cittadini che non hanno modo di avere cure». E poi chiude «Qualche consigliere parlava dei valori. I valori che ci uniscono li portiamo avanti da 9 anni e sono quelli intorno ai quali abbiamo sottoscritto un mandato. Diciamo che abbiamo attraversato il deserto e abbiamo senso di responsabilità rispetto a scelte piu facili che avrebbero penalizzato la popolazione».

Il riferimento è chiaramente alla mancata volontà di chiedere a inizio mandato il dissesto. Sullo strumento urbanistico da approvare «Gli uomini sono cambiati per il Piano strutturale comunale, ma le idee no». Elogio del coraggio finale, con riferimento a don Abbondio e a chi non ha il coraggio e non può dunque darselo.

«Io non mi vedo nella figura del curato», chiude il sindaco.

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