sabato,Aprile 27 2024

Il rumore dei nemici è forte, ma la Reggina non può mollare sul più bello

Fra un possibile deferimento e un (altro) arbitraggio rivedibile: Inzaghi e la società si ispirino Luciano Spalletti: «Uomini forti, destini forti»

Il rumore dei nemici è forte, ma la Reggina non può mollare sul più bello

È lapalissiano definire delicato il momento vissuto dalla Reggina. Due sconfitte in fila sul campo, un calciomercato avaro di colpi e, adesso, anche cupe notizie provenienti da testate di levatura nazionale. Ci sono stati, di certo, giorni più splendenti per il club rilevato a maggio 2022 da Felice Saladini. Accartocciarsi su quanto avvenuto ultimamente, però, sarebbe francamente un peccato e ci sono tanti motivi per non farlo. Partendo, per essere puramente razionali, dall’affrontare quanto sta accadendo, punto dopo punto.

Il presunto deferimento

Il fatto del giorno, senza dubbio, è venuto da un trafiletto della Gazzetta dello Sport odierna, contenuto nell’editoriale di Nicola Binda. Riferendosi a Genoa e Reggina, Binda ha scritto che «questa settimana potrebbero ricevere il deferimento per il mancato pagamento dei contributi: la vicenda Genoa è già emersa, quella sulla Reggina è pronta a esplodere. Con conseguente -2 in classifica». Un alveare di preoccupazioni si è levato dallo Stretto, levigato poi dallo stesso giornalista, con un post su Facebook. «Sulla Gazzetta di oggi ho ventilato l’ipotesi di una penalizzazione per la Reggina – ha aggiunto – Si tratta di un caso molto particolare. È in corso un concordato per i debiti pregressi e quindi, in base a una legge dello Stato, la società ritiene di aver diritto a non rispettare le scadenze federali. Cosa che però non sta bene alla Covisoc, che avrebbe segnalato il problema alla Procura Figc. Quindi è una vicenda tutta da chiarire ed e’ diversa da quella già raccontata sul Genoa, che in settimana dovrebbe avere sviluppi».

Professionista di spessore, è chiaro come Binda non possa essersi inventato dal nulla la notizia. Di certo qualcosa in Figc si sarà mosso ma da qui a dire che la Reggina verrà penalizzata ce ne passa, sia per le ragioni spiegate dallo stesso giornalista ma anche semplicemente ragionandoci su. E, poi, volendo essere davvero pessimisti e ipotizzando che un deferimento arrivi ci sono da considerare tre aspetti. Il primo è che sarebbe frutto non di problemi economici – che a quanto ci risulta non esistono – ma di un cavillo burocratico; il secondo è che, fortunatamente, i tempi in cui non si pagavano contributi e/o collaboratori pare essere finito con l’avvento della nuova gestione e, di conseguenza, anche qualora arrivasse un deferimento sarebbe soltanto l’ennesima scoria di un passato su cui si è pronti a mettere una pietra sopra; il terzo aspetto è che la situazione di Genoa e Reggina, come specificato da Binda, è davvero diversa, anche in virtù delle ragioni elencate sopra. 

Sintetizzando: magari il deferimento, volendo proprio pensare in maniera nefasta, arriva. Poi, però, va discusso e analizzato nelle sue ragioni.

Arbitraggi

Parlare delle direzioni di gara non è nello stile di chi vi scrive. Primo per l’enorme rispetto verso la categoria, secondo perché c’è sempre di mezzo il diritto di sbagliare dell’essere umano. Il problema, però, è che quest’anno la Serie B ha uno strumento, chiamato Var, che dovrebbe aiutare l’essere umano ma che viene nei fatti male utilizzato. La Reggina in 23 partite ha avuto diversi episodi contrari a livello arbitrale, tutti oggettivamente facili da analizzare, e mai uno in cui ha tratto immeritatamente vantaggio. Su tutti il pari del Benevento al Granillo e il gol annullato contro la Ternana: in un caso si è trattato di due punti persi, nel secondo fortunatamente no. A Palermo si è visto un giocatore amaranto cinturato in area da un altro del Palermo: non lo si è andati a rivedere. Per poi, invece, revisionare un episodio nella porzione opposta di campo: è la differenza di atteggiamento ciò che preoccupa e, in un’epoca in cui c’è tanto supporto tecnologico, non è accettabile.

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Il sogno non è svanito

Poi, per carità, la Reggina non è più quella brillante delle prime dodici-tredici partite. Gli amaranto non segnano più con la stessa costanza e in difesa cadono in black-out (sia individuali che collettivi) abbastanza inspiegabile. Nulla, però, che precluda che questa squadra si guardi negli occhi e reagisca, contro tutto e tutti, visti i recenti sviluppi. Inzaghi, lo staff, la rosa: parliamo di un gruppo di lavoro ben assemblato, pur con qualche carenza minima di organico. Occorre rendersi conto che nulla è andato perso con gli stop di Bolzano e Palermo, è che il sogno è più che mai vivo. E va difeso, per la città e per se stessi, anche contro il rumore dei nemici.

Il succo del discorso, dunque, è quello di non disunirsi di fronte al rumore dei nemici di mourinhana memoria. Bisogna ricoprirsi forti. Del resto, come disse in una celebre intervista Luciano Spalletti: «Uomini forti, destini forti. Non c’è altra via». E oggi l’allenatore di Certaldo è primo col Napoli in Serie A: Inzaghi, Taibi, Saladini, Cardona e tutto l’ambiente ne traggano spunto; oggi più che mai. 

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