martedì,Dicembre 3 2024

“110” Reggina, il Lungomare brucia della passione degli ultras

Alle ore 19:14 l’apoteosi dei festeggiamenti, con la speranza di tornare a vedere la squadra amaranto su campi più importanti

“110” Reggina, il Lungomare brucia della passione degli ultras

Una distesa di fumogeni a formare il numero “110”, una serie infinita di fuochi d’artificio, bandiere sventolate nella nebbia delle torce che illuminano l’Arena del Lungomare. Sono le 19 e 14, il Lungomare brucia. Illuminato a festa. In sottofondo, l’urlo della Curva Sud: “Ho visto la Reggina mi sono innamorato e non la lascerò mai più” cantano gli ultras. Fede incrollabile, la loro, che hanno scelto di sostenere il progetto che porta il nome della città in giro per i campi polverosi della serie D.
Un amore viscerale per i colori amaranto capace di far convergere in una unica direzione la forza di un popolo, orgoglioso, e di una tifoseria che nella gioia e nel dolor ha seguito una maglia per l’Italia intera e per questo non la lascerà mai.


C’è orgoglio, si, ma anche tanta speranza. La speranza di risvegliarsi da un brutto sogno, di rimettere indosso quelle maglie con il logo della Reggina cucito sopra, e tornare in pace con sé stessi e la propria fede calcistica.


Si accendono le luci dei telefonini quando si invoca la “gitana”. Le bandiere sventolano fieramente. “C’è solo un capitano” si grida quando arriva Nino, “Uno di noi”, lo omaggia la Curva. Lui che è testimone del travaglio dei tifosi, divisi tra la Reggina che fu e quella che si spera che sarà.
E poi cori, voce, cuore, e testa alta. Tanti auguri Reggina.

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