venerdì,Aprile 26 2024

Coronavirus, Ruggiero scrive a Conte, Speranza e Santelli: «Riaprite lo Scillesi d’America»

L'assessore di Bagnara ha chiesto la riapertura dei reparti dell’ex nosocomio chiuso anni fa per essere convertito a Casa della Salute

Coronavirus, Ruggiero scrive a Conte, Speranza e Santelli: «Riaprite lo Scillesi d’America»

Per lo “Scillesi d’America” ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte, al ministro alla salute Roberto Speranza ed alla presidente della Regione Jole santelli, l’assessore comunale al walfare ed alla politiche sociali di Bagnara, Silvana Ruggiero.

«In questa emergenza che fa paura a tutti – sottolinea – avrei potuto scegliere la via del pietismo considerando che prima di essere un’amministratrice sono madre di due ragazzi gravemente disabili ed immunodepressi. Invece no.

Ho scelto di scendere a muso duro e nella veste istituzionale per rivendicare il diritto alla salute che non è una questione privata ma riguarda tutta la collettività. Il coronavirus ci mette di fronte a un’evidenza che non possiamo più negare: non abbiamo tempo da perdere.

Proprio per questo ho deciso di scrivere al presidente Conte, al ministro Speranza, alla Governatrice Santelli, alla Prefettura, alla Protezione Civile e a tutti i vertici sanitari e istituzionali affinchè i presidi sanitari presenti nel territorio reggino, dopo essere stati dilaniati per un barbaro piano di rientro che non tiene conto delle necessità sanitarie, vengano immediatamente messi in condizione di sopperire alle carenze cristallizzate e dare una risposta per affrontare l’emergenza Coronavirus.

Nella richiesta protocollata questa mattina ho chiesto: la riapertura dei reparti dell’ex Ospedale “Scillesi d’America” chiuso anni fa per essere convertito a Casa della Salute e che prima di tale chiusura era un nosocomio che dava assistenza sanitaria di media e lunga degenza ad un bacino di 50.000 utenti oltre ad avere all’interno due poli operatori.

Ad oggi, la conversione a Casa della Salute non è mai avvenuta e come è successo per altri ospedali presenti nel territorio calabrese, chiusi per lo stesso motivo o solo per mero risparmio, rimangono strutture che come obelischi ci ricordano come la sanità calabrese (in eccellenza nel suo apparato medico), è stata sempre vassalla della politica che ha preso decisioni non pro salute dei cittadini ma per sopperire ad anni ed anni di saccheggio dei fondi il cui spreco ha fatto sì che la salute dei calabresi non sia un diritto ma un calcolo matematico.

Non è evidentemente il momento di fare ulteriori polemiche sulla perpetuata e scellerata politica sanitaria calabrese perchè l’emergenza Covid-19 non si affronta rievocando gli errori del passato ma contrastando il virus con azioni forti, decise e da prendere in tempi brevissimi perché la virulenza della pandemia è una bomba che se scoppia in Calabria avrà un impatto devastante più che nelle altre regioni d’Italia!

E’ nota la fragilità del sistema sanitario calabrese che non reggerebbe a rispondere e contenere l’epidemia da coronavirus sia in posti letto, sia in sale di rianimazione e personale medico e infermieristico. Pertanto il mio è un accorato appello affinchè prevalga il buon senso (cosa che le SS.VV. hanno dimostrato con i provvedimenti presi per arginare la diffusione epidemiologica) che vada contro le logiche della chiusura dello “Scillesi d’America” ed a favore della salute/vita dei cittadini.

L’ apertura dell’ex nosocomio scillese mai come in questa emergenza può rappresentare una risorsa per sopperire alle carenze di natura sanitaria in un sistema che già non riesce a gestire in qualità ed efficienza gli ordinari interventi sanitari. Richiamo pertanto alla cortese attenzione affinchè si consenta anche ai cittadini calabresi di poter essere curati ed assistiti in questa emergenza e di farlo per tempo, aprendo anche gli altri ex ospedali presenti sul territorio calabrese e che sono stati appunto dismessi per questione economiche ed incrementando il personale medico, infermieristico e di Oss.

Il diritto alla salute è imprescindibile ed è giunto, seppur drammaticamente, il momento che la politica si umanizzi e che le scelte in campo sanitario non vengono prese condizionate dai libri di partita doppia (bilancio), ma a salvaguardia della salute della gente che non va accostata a numeri da far quadrare ma a vite da dover salvare! I cittadini calabresi sono italiani come tutti gli altri ma da sempre indifesi nel sacro santo diritto alla salute!

La lettera è stata inviata anche ai Commissari del Comune di Scilla «affinchè – chiude – accolgano tale appello per rafforzarlo con un loro intervento presso organi competenti».

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