sabato,Maggio 11 2024

Ospedale di Oppido, Giannetta: «Baricentro per la sanità di tanti comuni» – VIDEO

Illustrati i nuovi interventi previsti nel piano di potenziamento e valorizzazione del nosocomio della Piana

Ospedale di Oppido, Giannetta: «Baricentro per la sanità di tanti comuni» – VIDEO

Oppido riconosciuto come ospedale di comunità: e ancora un’ambulanza medicalizzata h24 solo per il territorio aspromontano; l’inserimento nella rete dell’elisoccorso; la degenza intermedia con 20 posti letto più 20 posti di riabilitazione; la telerefertazione radiologica e cardiologica; la Radiologia; un ambulatorio di chirurgia; infine l’implementazione degli ambulatori con geriatra, cardiologo e consultorio familiare.

I risultati del lavoro di queste settimane e le nuove prospettive per l’ospedale di Oppido Mamertina al centro della conferenza stampa indetta al polo Preti di palazzo Campanella a Reggio Calabria, dal consigliere regionale Domenico Giannetta, per illustrare insieme al Commissario straordinario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, il Piano di Potenziamento e Valorizzazione dell’Ospedale.

La genesi del progetto

Un programma elaborato dal Commissario straordinario alla Sanità, il Presidente Roberto Occhiuto, in collaborazione con il Consigliere regionale Giannetta e il Commissario straordinario Profiti con il supporto del Direttore Generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia e di tutti gli organismi coinvolti. Alla conferenza anche il sindaco di Oppido Mamertina, Bruno Barillaro e la Garante regionale della salute, Anna Maria Stanganelli.

Una risposta fattiva dopo la grave preoccupazione per i cittadini di Oppido e per il Comitato 19 febbraio (per la difesa dell’ospedale Maria Pia di Savoia) che aveva suscitato il Piano di riordino della rete ospedaliera, dal quale risultava l’esclusione del nosocomio dai presidi dichiarati “Ospedale di zona disagiata”.

Ospedale di Oppido baricentrico

In premessa chiarisce Giannetta che la battaglia per l’ospedale non ha solo natura campanilistica, considerate le sue origini: «Il nosocomio di Oppido è baricentrico per tanti comuni, un punto di riferimento. Sappiamo che la cittadina è ricca di istituti scolastici, è sede di Curia, unico centro per il Sud per i malati di Hiv, popolata da persone che fanno trekking, da cacciatori. L’ospedale di Oppido è stato uno dei primi presidi costruiti dai nostri avi. Siamo in un contesto geografico difficile da raggiungere. È una necessità che il territorio vive e per queste necessità ci siamo impegnati. Tra l’altro all’interno c’è la casa della comunità che garantisce altri servizi per dare risposte alla comunità».

Più tecnico l’intervento di Profiti che spiega come: «La rete di Oppido non è diversa se si guarda la dorsale che si sviluppa da Acri e passa per le Serre. Non si ferma in Calabria il modello della rete che tende a ripetersi sulle stesse strutture sanitarie perché le determinanti dei bisogni della popolazione si sviluppano in modo uguale».

Un modello che, secondo il commissario «È l’evoluzione della medicina degli ultimi 20 anni. Con il grande rischio di non riuscire a corrispondere quantitativamente al volume delle necessità di una popolazione anziana, che esprime un bisogno meno acuto, dove cioè l’ospedale è la risposta meno opportuna. Gli ospedali territoriali si riempiono in base al fabbisogno che esprime il territorio o l’area di riferimento».

Per la garante Stanganelli: «È stato importante risultato per un territorio che serve un’ampia fascia preaspromontana e aspromontana, e che vede nel presidio oppidese il più vicino punto di riferimento in termini di assistenza sanitaria. Un risultato che si pone nell’ottica proprio di quella riorganizzazione sanitaria che conferisce al territorio la capacità di gestire in modo efficace ed efficiente quella che la domanda di salute del cittadino calabrese.

Se si investe in medicina territoriale si possono fornire ai cittadini quelle risposte tempestive che poi evitano ricoveri inappropriati al pronto soccorso, il sovraffollamento anche nei nei vari presidi ospedalieri Credo che il risultato di oggi porti con sé due considerazioni importanti: da un lato quando si manifesta legittimamente per l’affermazione dei propri diritti così com’è stato fatto dal Comitato 19 febbraio i risultati non tardano ad arrivare. Dall’altro che quando la politica è intesa come servizio certamente poi alla parole seguono i fatti».

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