venerdì,Maggio 10 2024

MITI E MISTERI METROPOLITANI | La fata Morgana

Affascinante e misteriosa, è la leggenda più simbolica di Reggio Calabria: una magia che diventa realtà quando il mare dello Stretto è particolarmente calmo e la Sicilia si può quasi toccare … senza bisogno di ponti

MITI E MISTERI METROPOLITANI | La fata Morgana

Maga, dea, sacerdotessa o fata meravigliosa. Comunque l’abbiano chiamata i poeti che l’hanno decantata nei secoli, Morgana rimane la protagonista indiscussa delle leggende reggine. Si narra, infatti, che in un tempo lontanissimo, dopo aver carpito i segreti della magia a Merlino, Morgana accompagnò il fratellastro Artù morente, alle pendici dell’Etna e, avvinta dalla bellezza di quei luoghi, costruì il suo palazzo incantato proprio nel bel mezzo delle acque dello Stretto, dove nessuno osava avvicinarsi.

L’inganno al re barbaro

Col passare del tempo, però, Morgana ebbe nostalgia di Camelot e, soprattutto, degli incantesimi. Così, si divertì ad ingannare i conquistatori che si avventuravano in quel tratto di mare, facendo apparire la Sicilia a due passi e annullando poi improvvisamente la magia, facendoli infrangere contro le coste o, peggio, affogare. Tra le vittime più note della fata dispettosa vi fu anche un re barbaro che, fermo sulle rive reggine dello Stretto, contemplava bramosamente la Sicilia impotente davanti al mare. Fu allora che la potente Morgana decise di prendersi gioco di lui. Con un solo cenno, disegnò la costa siciliana a pochi passi e il re, colmo di gioia, si lanciò verso l’isola convinto di raggiungerla con poche bracciate, affogando miseramente.

Ruggero il Normanno

La leggenda racconta che anche Ruggero il Normanno fu incantato dai sortilegi di Morgana. Un giorno dell’anno 1060, mentre passeggiava solitario sulla spiaggia reggina meditando sul modo migliore di conquistare la Sicilia occupata dagli Arabi, la fata decise di palesarsi benevola. Nell’aria si diffuse una musica di guerra e un profumo di zagare, il mare iniziò a ribollire e la bellissima Morgana apparve con il suo cocchio tirato da sette cavalli bianchi, invitando Ruggero a salire per condurlo in Sicilia. Ma lui rifiutò. Allora Morgana con un colpo di bacchetta magica lanciò tre sassolini bianchi nell’acqua e, come per incanto, sorsero palazzi, case e la costa così vicina da raggiungerla con un passo. Ruggero, pur meravigliato dall’incantesimo, rifiutò di prendere l’isola con l’inganno e disse a Morgana che avrebbe liberato la Sicilia con l’aiuto di Dio. Improvvisamente, tutto ciò che era apparso sullo Stretto scomparve, e, così, senza l’aiuto della fata, Ruggero impiegò molti anni per conquistare l’isola.

Il fenomeno della fata Morgana

Il mito della fata che esce dal mare con il suo cocchio (che ha ispirato anche la leggenda dell’Olandese Volante, il vascello fantasma della saga dei Pirati dei caraibi per intenderci) trae origine da un “effetto ottico” che ha una spiegazione scientifica: il “fenomeno della fata Morgana”, appunto, che si verifica quando ci sono particolari condizioni meteorologiche nelle acque dello Stretto e che in molti giurano di aver visto.

Così senza bisogno di ponti, tra magia e realtà, ancora oggi, nelle giornate calde, quando il cielo è sereno e il mare limpido e piatto, può capitare che Morgana si affacci sulla lingua di mare tra Reggio e Messina e faccia rimbalzare tre sassi sulla distesa azzurra. E subito appaiono uomini, palazzi, montagne, giardini e l’intera isola sembra così nitida e vicina da poterla quasi toccare.

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