martedì,Maggio 7 2024

Reggio, rimarrà chiuso il reparto di osservazione psichiatrica del carcere di San Pietro – VIDEO

In corso interlocuzioni tra amministrazione penitenziaria, asp e garanti per i diritti delle persone detenute per individuare una nuova sede. Intanto in Calabria al momento attiva solo l’articolazione di Catanzaro

Reggio, rimarrà chiuso il reparto di osservazione psichiatrica del carcere di San Pietro – VIDEO

«Il reparto di osservazione psichiatrica allocato presso il carcere Giuseppe Panzera di Reggio Calabria non sarà riaperto. Insistono criticità strutturali che non possono essere superate. Non ci sono le condizioni per prevedere una permanenza in sicurezza di detenuti e e operatori». Lo afferma la garante per di diritti delle persone detenute del comune di Reggio Calabria, Giovanna Russo.

L’unica novità che si registra, dunque, sul fronte del secondo reparto di osservazione psichiatrica delle carceri calabresi è, dunque, che non avrà più sede presso l’istituto penitenziario Giuseppe Panzera di Reggio Calabria. L’assenza dei requisiti strutturali di Argo, questo il nome dell’articolazione di tutela della salute mentale nel carcere reggino, nonostante la ricerca di soluzione in capo alla direzione dello stesso carcere e all’asp, permane e dunque, dopo una nuova breve riapertura all’inizio di quest’anno, il reparto è ormai chiuso da mesi. Questa volta non riaprirà.

La nuova destinazione

«Il reparto sarà trasferito. Mentre ricerchiamo un’alternativa sul territorio regionale, ho già condiviso l’intenzione del direttore Giuseppe Carrà di non disperdere quei locali inadeguati ad accogliere detenuti con patologie psichiatriche. Dati i pochi spazi di socialità presenti all’interno dello stesso istituto reggino, piuttosto datato, l’intenzione pare quella di voler cambiare la loro destinazione, per adibirli ad ospitare attività di rieducazione». Lo spiega il garante regionale per i diritti delle persone detenute, Luca Muglia.

Le criticità insanabili

«Purtroppo – ha spiegato la garante comunale Giovanna Russo – le condizioni in cui versano i locali non consentono di predisporre quella dimensione clinico-ospedaliera propria di un reparto di osservazione psichiatrica. Le criticità permanevano da tempo e non garantivano sicurezza nel reparto dove hanno avuto luogo anche diverse aggressioni. L’ufficio del Garante comunale, unitamente all’asp e al garante nazionale Mauro Palma, ha rilevato in questi mesi di attività una serie gravi carenze.

Un’unica scala di accesso anche pericolosa che non favorisce l’evacuazione urgente in caso di emergenza e la fruizione dello spazio area passeggi. Le cinque celle detentive inadeguate alla funzionalità osservativa negli arredi, piccole e non conformi alla normativa vigente in materia sanitaria. Locali da destinare all’equipe inadeguati alle funzionalità lavorative e celle di socialità vuote».

Le interlocuzioni per una soluzione definitiva

«Le criticità appena menzionate – evidenzia la garante comunale Giovanna Russo – sono state inoltrate già nel febbraio scorso al sottosegretario con delega al trattamento dei Detenuti, Andrea Ostellari, il quale ha effettuato nel giugno scorso una visita in loco volta a trovare le più adeguate soluzioni. Egli continua a monitorare la prosecuzione delle valutazioni. Anche l’asp di Reggio Calabria in persona della direttrice generale Lucia Di Furia e l’équipe da lei diretta, durante una visita effettuata a fine giugno, hanno rilevato e verbalizzato le medesime criticità. Siamo, dunque, tutti concordi che l’atsm non può rimanere ubicata nel carcere di San Pietro. Con la direzione e l’asp siamo al lavoro per individuare una nuova sede.

Seguirà presto un incontro tra le parti interessate attente a voler trovare una soluzione definitiva, che contempla certamente un trasferimento della stessa in altro carcere. Un percorso che con il garante regionale Muglia con l’ufficio del Garante comunale sto monitorando». Così conclude la garante per di diritti delle persone detenute del comune di Reggio Calabria, Giovanna Russo.

Unico servizio attivo nel carcere di Catanzaro

«Sono in corso le interlocuzioni per individuare il carcere, certamente su territorio calabrese, dove incardinare nuovamente il servizio, che al momento resta attivo solo a Catanzaro. Dunque serve assolutamente individuarne un altro per affiancare l’unico, per quanto bene attrezzato, rimasto operativo a Catanzaro ed evitare che i detenuti debbano andare fuori regione. I tempi non saranno brevi. La struttura dovrà essere adeguata, se necessario anche con appositi interventi. Sarà essenziale anche un’asp che voglia scommettere su questo fronte e che sia pronta a soddisfare queste necessità. Io sono fiducioso che individueremo una soluzione». Così conclude il garante regionale per i diritti delle persone detenute, Luca Muglia.

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